Due interpretazioni sull’opera del Caravaggio

Due appuntamenti

Martedì 6 novembre 2012 ore 18:00, “PER FARE LUCE SU SAN MATTEO”  con: Antonio Paolucci, Direttore Musei Vaticani, Elizabeth Lev, storica dell’arte, Sara Magister, storica dell’arte
Ingresso libero

Giovedì 8 novembre 2012 ore 2100: in lingua francese, (9 e 10 novembre 2012 ore 21: in lingua italiana): “IO, CARAVAGGIO”, con e di CESARE CAPITANI, regista e attore e Laetitia Favart, mezzo soprano.

Cesare Capitani in un autoritratto di Caravaggio, la cui opera impregnata di un realismo brutale e di un erotismo inquietante, ha sconvolto per sempre la pittura: una confessione palpitante, ispirata al romanzo di Dominique Fernandez, La course à l’abîme, come in un sogno interrotto da canti a cappella (Laetitia Favart: Monteverdi, Caccini, Grancini). Continua a leggere

Centenario della nascita di Elsa Morante

In occasione del centenario della nascita di Elsa Morante (18 agosto 1912 – 25 novembre 1985), la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma presenta al pubblico ‘Santi, Sultani e Gran Capitani in camera mia. Inediti e ritrovati dall’Archivio di Elsa Morante’, da venerdì 26 ottobre 2012 al 31 gennaio 2013. La mostra documentaria giunge a completamento ideale dell’esposizione del 2006, ‘Le stanze di Elsa’, e si snoda tra manoscritti e documenti ancora inediti o mai ripubblicati, da cui emerge l’intenso lavoro di scrittura che l’autrice compie per tutta la vita. Continua a leggere

La vostra voce, Elisa Capitani

La vostra voce, Elisa Capitani
a cura di Luigia Sorrentino

Elisa Capitani ‘traduce’ il suo stato d’animo nella poesia per sua stessa ammissione, per sentirsi libera o, per tornare libera. E’ un buon inizio. Tuttavia l’esperienza dello scrivere non può – non deve – fermarsi lì, deve andare oltre quel limite iniziale. Dice bene Elisa che scrive: “… appena quell’inchiostro macchiò quel foglio bianco mi sentii subito meglio, come fossi riuscita a tirare fuori tutta la rabbia e il rancore che avevo dentro. Ora c’era spazio per me.”

Ecco, lo spazio per sé diventa una conquista. Ma la conquista del proprio tempo – del qui e ora – deve originare una condivisione, un’esperienza comune, che si fa poesia. Continua a leggere