Giancarlo Pontiggia

giancarlo-pontiggia-1AUTORITRATTO

Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

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Mi recavo, nel settembre 1971, alla segreteria della Statale di Milano per iscrivermi alla facoltà di Filosofia, che, complice il mio professore (al quale mi sentivo legato da un patto di lealtà e di riconoscenza), mi pareva la scelta più giusta, quasi inevitabile, per soddisfare la mia ansia di verità e la mia passione per gli studi. In realtà, da almeno un paio d’anni, sentivo che la filosofia non mi bastava più. Leggevo Dostoevskij, Pavese, Camus, in quei giorni; e se mi volgevo ai filosofi, era a Pascal, Kierkegaard, Nietzsche che mi accostavo, o magari a certe pagine utopiche di Tommaso Moro e di Campanella, piuttosto che alle vertiginose scale teoretiche di Spinoza, da me un tempo tanto amato.
La giornata era di un sole ancora fulgido, benché l’estate volgesse all’equinozio; e contemplando, mentre camminavo pensoso lungo le vie di Milano che portano dalla Centrale a via Festa del Perdono, qualche spicchio di cielo azzurro, mi parve all’improvviso di vedere – incisa come sopra una tavola votiva – la risposta che andavo cercando ai miei pensieri ondivaghi: sentivo che la filosofia, nonostante la sua grandezza, ignorava proprio quel cielo, quell’aria così dolce e limpida, quella dimensione avventurosa e sensibile del nostro animo che rilutta a ogni definizione, quella forma della verità che si dà – involontaria, discontinua, quasi imprendibile – ben oltre la potenza logica di un pensiero ordinato e inflessibile; ignorava, soprattutto, la forza scura e contraddittoria del vivere, quella corrente che vibra e oscilla, ci infiamma e ci sgomenta, e che avevo percepito solo nelle grandi pagine dei tragici, nei versi dei simbolisti francesi o dei poeti erotici latini. Giunto in via Larga, avevo già deciso che mi sarei iscritto a Lettere. Continua a leggere

Colloquio con Felice Casucci

felice_casuccidi Antonietta Gnerre
Incontro Felice Casucci a Telese Terme, Benevento, nella sede della Fondazione “Gerardino Romano”. Mi accoglie nel suo studio pieno di libri che spaziano da Platone a sant’Agostino, da John Donne a William Shakespeare. Nel suo studio i libri sbucano ovunque, ce ne sono tanti, manuali, libri di ricerca e saggistica. I romanzi e i libri di poesie che sta leggendo sono adagiati, invece, sul suo scrittoio come se fossero dei tesori. Ne prendo qualcuno tra le mani e mi colpisce immediatamente il rosso delle sottolineature. Il suo studio è anche ricco di ricordi, di dettagli che compaiono dalle numerose foto. Iniziamo a chiacchierare dei suoi e dei miei progetti, dei suoi interessanti corsi all’Università del Sannio. Continua a leggere

Robert Hass, Video-Intervista

Video-Intervista a Robert Hass
di Luigia Sorrentino

Robert Hass, il poeta che scoprirete in questa intervista, è una persona estremamente mite, dalla disarmante semplicità, eppure, è uno dei poeti più popolari degli Stati Uniti d’America (Poeta Laureato degli Stati Uniti e Premio Pulitzer per la Poesia nel 2008). Con sua moglie, Brenda Hillman, anch’essa poeta, è da sempre impegnato su tematiche di poesia civile e a difesa dell’ambiente.  Hass, giovanissimo, ha conosciuto i poeti della Beat Generation, (che vedremo nell’intervista video) ma è anche stato il primo traduttore in inglese del grande poeta polacco, Czesław Miłosz (Premio Nobel per la Letteratura nel 1980). 

Per Robert Hass ‘il principale potere dell’arte è quello di essere un agente attivo’. Nell’intervista a Luigia Sorrentino, Hass racconta ‘l’importanza dei piccoli’: “Quando un bambino disegna  – dice il poeta – non gli interessa il prodotto finito, ma pensa semplicemente a ‘fare’ “. Non a caso la parola ‘poesia’ – in greco, ποίησις  (poiesis) – indica l’attività creatrice dello spirito che si manifesta proprio nel ‘fare’ anima. Hass spiega dunque, che i bambini di oggi, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, hanno necessità di esprimere questa forma di arte perché – racconta  – hanno paura di quanto sta accadendo nel mondo.  E’ su questa consapevolezza che Hass ha avviato negli Stati Uniti il programma dell’Associazione degli Amici della Loira, che ha filiazioni anche in Francia, per dare ai bambini la possibilità di fare – produrre arte. Un progetto che Hass ha lanciato per dare a se stesso e ai bambini, un po’ di speranza.

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/poesia/hass_28092012.mp4[/flv]

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