Alberto Arbasino, "Ritratti italiani"

 
alberto_arbasinoDal Risvolto di copertina
«Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti, Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi – da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e Manganelli e Berio –, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi, Tessa, Puccini, D’An­nun­zio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia letteraria».
Alberto Arbasino
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Alberto Arbasino “Ritratti italiani”, Adelphi 2014
 

“Poeti da riscoprire”, Aldo Palazzeschi

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino


Palazzeschi e il cuore dimenticato

di Paolo Febbraro

Palazzeschi poeta dimenticato? No, certo. È uno dei più letti del Novecento, il suo Incendiario del 1910 è quasi il simbolo della poesia d’avanguardia italiana e nelle antologie scolastiche non manca mai la celebre canzonetta E lasciatemi divertire! Fino almeno dalla metà degli anni Settanta dello scorso secolo, appena avvenuta la scomparsa dell’autore fiorentino, la critica si è accanita a sottolinearne l’appartenenza alla sensibilità crepuscolare o a quella futurista. Analisi formali, psicoanalitiche, d’ambiente letterario (la Firenze di Papini e Soffici, l’amicizia epistolare con Corazzini, il lungo sodalizio con Marino Moretti, la predilezione per Govoni) hanno accerchiato il “carissimo Aldo”, cercando di espugnarne la paradossale “intima teatralità”. Continua a leggere