Maratona di poesia 2.0

Proseguono i festeggiamenti della Giornata mondiale della poesia 2021. Oggi ho scelto di pubblicare le poesie di Davide Colletta, Agnese Coppola, Giuseppe Cavaleri, Maria Teresa Funtò, Rita Greco, Valentina Napolitano, Matteo Rusconi, Stefano Sottile, Elena Verzì, fra le tantissime che sono pervenute dopo l’invito da me rivolto su Instagram. A queste poesie se ne aggiungeranno altre, tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021 poesie che invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.

Luigia Sorrentino

Davide Colletta

Non so il dio che ci regge in braccio,
La forma che ricevo, quella che mi è
Dentro da sempre. Non so quale polvere
Si alzi a dirci il capolinea ma urlano
Gli alberi e chiedo di chi sia la colpa,
Dove il perdono.
– Potevo salirti
Morendo da quel balcone, spegnermi
Gli occhi contro il guard-rail,
Ma se ci sono ancora, dovrò succhiare
Di più l’orizzonte, restare tra i contorni
Del secolo che non cede all’amore.

Davide Colletta è nato ad Ascoli Piceno nel 1999 e frequenta l’ultimo anno della facoltà di Lettere moderne all’università di Macerata. Ha pubblicato una raccolta di poesia «Sogni di cartapesta» (Itaca, 2018) e alcune sue poesie sono recentemente apparse sulle riviste: Avamposto, Il Visionario e Poesia ultracontemporanea. Continua a leggere

Maratona di poesia, 22-28 marzo 2021

In occasione dei festeggiamenti della Giornata mondiale della poesia 2021 ho scelto di pubblicare le poesie di Massimiliano Bardotti, Robin Corradini, Giuseppe De Martino, Agata De Nuccio, Vernalda Di Tanna, Fernanda Mancini, Lorenzo Mele, Maria Teresa Murgida, Chiara Olivero, fra le tantissime che  sono pervenute dopo l’invito da me rivolto su Instagram. A queste poesie se ne aggiungeranno altre,  tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021 e che, secondo me, non sono poesie solipsistiche, ma invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.

Luigia Sorrentino

22 Marzo 2021

Massimiliano Bardotti

Scrivo “mandorlo”
affinché tu lo veda fiorire.
Scrivo “gelsomino”
perché tu ne senta l’odore.

Da: Il colore dei ciliegi da febbraio a maggio, Fara ed.

Massimiliano Bardotti (1976) è nato e vive a Castelfiorentino. Poeta, è presidente dell’associazione culturale Sguardo e Sogno, fondata da Paola Lucarini.
Pubblica tra gli altri: Il Dio che ho incontrato (2017 Edizioni Nerbini), Diario segreto di un uomo qualunque, appunti spirituali (2019 Tau Edizioni) recensito da Elena Buia Rutt sull’Osservatore Romano.
A marzo 2020 con Fara editore esce Il colore dei ciliegi da febbraio a maggio, scritto insieme a Gregorio Iacopini e con la prefazione di Filippo Davoli e la postfazione di Isabella Leardini.
Nel 2017 a Castelfiorentino, fonda la Scuola di poesia presso l’associazione culturale OltreDanza. Dal 2018 conduce: “L’infinito, la poesia come sguardo: Ciclo di incontri con poeti contemporanei” al san Leonardo al palco di Prato.

Robin Corradini

Vorrei invitarti a cena, e però
posso solo ospitarti come ospiterei
una pellegrina se io fossi
un monastero ortodosso, appoggiato
su una gola boscosa,
dove i torrenti scorrono
sotterranei, prepotenti solo lontani
dall’altare, sempre nascosto.

Non è un problema la pelle
scoperta, all’ingresso troverai gonne, panni
multicolori, profumati d’incenso
e cera d’api. Nascondi le gambe, le braccia
quel tanto che basta a non sovvertire
gli equilibri invisibili che tengono in piedi le mura.
Ho l’obbligo di chiudere gli occhi su te,
ma tutta la libertà di offrirti le stoffe
più belle che posso.

Ho tre anime antiche e un novizio
a sacramentare, a raccontare le vite dei santi
in mezzo ai susini, in attesa
della distillazione dei frutti. Imbottiglieremo
acquavite il prossimo autunno: vorrai tornare
da me, a baciare il bicchiere, a chiedermi
ancora una volta
di interpretare i tuoi sogni, a fare cadere
le stoffe preziose, a scoprire le spalle,
a far esondare i torrenti?

Robin Corradini è nato a Roma nel 1983. Si è laureato presso la Sapienza Università di
Roma in Antropologia Culturale e da sempre ama le lingue, le scienze, la musica e il
mangiar bene. Vive a Latina e si occupa di agricoltura come agente di commercio.

Giuseppe De Martino

Stupido giorno d’agosto

Sembra uno stupido giorno d’agosto
sul letto il sole mi sfianca,
osservo il soffitto della camera,
la pittura bianca, rovinata
si scioglie per il calore.
Piccole gocce cadono e fendono la luce del sole
che entra dai fori attraverso le persiane.
Queste sono rimaste uguali, quasi inamovibili
mentre mi guardavano crescere.
Ora che sono cresciuto il loro compito
è quello di creare in me una sorta di nostalgia che ancora non capisco,
una nostalgia che mi colpisce
mentre il soffitto continua a piovermi sul viso
e un po’ quasi mi rinfresca.

Giuseppe De Martino, nato a Nocera Inferiore il 10 Ottobre 1995.

Agata De Nuccio

Accovacciata in silenzio l’estate
è in attesa di pioggia,
le foglie flosce e il ragno benevolo
agitano la trave del tetto,
con fili di seta arpeggia le corde
sento un suono di acqua dolce.
La trama è sempre la stessa,
l’estate che finisce e l’autunno
mi riconcilia con la terra
l’ultima luce ripone l’oro nelle foglie
la danza solenne delle stagioni.
Verrà l’alba, un giorno nuovo,
la saggezza dell’attesa,
le correnti, i lampi d’inverno
e il tuono potente del tuo amore.

Agata De Nuccio, nasce a Castrignano del Capo (Le). Vive e lavora in un piccolo paese in provincia di Verona. Diplomata con una grande passione per la scrittura e lettura.
Inizia il suo viaggio poetico giovanissima. Tantissimi sono i concorsi vinti, premi Nazionali e Internazionali. Nel 2014 nella rosa dei semifinalisti al Premio Camaiore. Ultimo in ordine di tempo Premio internazionale di Letteratura Città di Como nella sezione Multimediale.
Scrive racconti per ragazzi, porta nelle scuole da molti anni laboratori e progetti di Poesia. “Il mio obbiettivo non è pubblicare libri che pochi leggeranno ma creare lettori, creare un cammino dentro al linguaggio e fare della poesia stessa una lingua unificante.”

Vernalda Di Tanna

Nutrimento disumano

La distanza allatta ogni domanda,
spettina la pelle. E la tua lingua,
stiracchiata, sussurra una voce
disumana. Resta a galla una rete
spoglia d’acqua. Se ami il giorno,
rischi di fraintendere le stelle: il callo
della malinconia è la doppia
vita che sa fingere la nostalgia.

(Inedito).
Vernalda Di Tanna (Vasto, 1997), laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, è studentessa di Filologia Moderna. Dal 2019, è redattrice del lit-blog Laboratori Poesia. Suoi inediti sono apparsi su riviste e blog, tra cui Interno Poesia, Poetarum Silva e laRepubblica – Milano (per la Bottega di poesia, a cura di Maurizio Cucchi). Continua a leggere

Nella Giornata Mondiale della poesia tutto il mondo celebra il Sommo Poeta

Gli Istituti Italiani di Cultura celebrano Dante online: dal 21 al 25 marzo va in onda “Dante nel mondo”, maratona digitale di 12 prime visioni. 

Una ricorrenza di enorme importanza simbolica, il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, e l’influenza esercitata ancora oggi dalla Divina Commedia sull’immaginario mondiale contemporaneo, sono alla base dell’iniziativa Dante nel mondo, staffetta letteraria digitale in programma dal 21 al 25 marzo 2021, realizzata dal Centro per il libro e la lettura con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura, in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera e la Lettura – Corriere della Sera e curata dagli Istituti Italiani di Cultura di Berlino, Monaco, Londra, Madrid, Rabat, Tunisi, Mosca, Varsavia, Istanbul, Parigi, Rio de Janeiro e San Francisco. L’iniziativa fa parte del programma Dante 700 nel mondo della Farnesina che coinvolge la rete delle Rappresentazione all’estero e ha ricevuto il patrocinio da parte del Comitato Nazionale per la Celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Immaginato come un progetto in grado di abbattere le distanze e unire le persone attraverso la forza e la meraviglia dell’opera dantesca, le dodici prime visioni di Dante nel mondo saranno trasmesse sulla piattaforma corriere.it e, contemporaneamente, sui siti e sui profili social del Centro per il libro e la lettura e degli Istituti di cultura coinvolti in ciascuna tappa, presentandosi come ideale ponte tra epoche e culture.

Gli immortali versi del Sommo poeta potranno così riecheggiare nei suoni delle lingue in cui verranno letti – tedesco, inglese, spagnolo, russo, arabo, polacco, francese, turco e portoghese – coinvolgendo un’ampia platea virtuale di spettatori da tutto il mondo. La Giornata Mondiale della Poesia e il Dantedì rappresenteranno lo spazio ideale nel quale intraprendere il viaggio ideale e geografico nella materia poetica dantesca, trasportati dalle suggestive immagini di alcuni luoghi scelti dagli Istituti Italiani di Cultura come palcoscenico itinerante per la realizzazione del proprio video.

Un’unica e affascinante esplorazione di alcune tra le pagine più memorabili tratte dalle cantiche dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, in cui si alterneranno momenti di lettura, performance artistiche, commento e analisi dei passi individuati tenuti da attori, accademici e lettori di spicco del panorama locale di riferimento, accompagnati da una presentazione dei direttori degli Istituti coinvolti – Carmela Callea (Rabat), Anna Maria Di Giorgio (San Francisco), Maria Luisa Pappalardo (Madrid), Katia Pizzi (Londra), Livia Raponi (Rio de Janeiro), Daniela Rizzi (Mosca) e Francesco Ziosi (Monaco), oltre ai già citati direttori degli Istituti di cultura di Berlino, Tunisi e Istanbul – dell’Addetto dell’Istituto di Parigi Sandro Cappelli e dalla Reggente ad interim dell’Istituto di Varsavia Laura Ranalli, ciascuno per il video del proprio Istituto.

IL PROGRAMMA

Diffusi in prima visione a cadenza quotidiana – due al giorno da domenica 21 a mercoledì 24 (ore 11 e alle 18) e quattro nella giornata conclusiva, giovedì 25 (ore 10, 12, 15 e 18) – sottotitolati in italiano e nella lingua del relativo Istituto le video esplorazioni di Dante nel mondo inizieranno domenica a Berlino, punto di partenza da cui ripercorrere l’itinerario dell’ammiraglio Beatrice nell’opera di Dante e nella Commedia, per proseguire nel pomeriggio in direzione di Monaco, dove l’incontro Firenze sull’Isar farà seguire alla lettura del Canto XXVI gli approfondimenti sulle relazioni tra Dante, Firenze e la capitale della Baviera.

A ricorrere alla metafora del viaggio sarà invece l’IIC di Londra che lunedì durante Dante@700: A Journey Without End analizzerà il Canto V dell’Inferno e la sua fortuna nella cultura anglofona, passando idealmente il testimone ai colleghi di Madrid impegnati a raccontare loz abrazos, cioè gli abbracci e i loro molteplici significati, nell’opera del Sommo Poeta. Continua a leggere

Addio a Philippe Jaccottet

E’ morto Philippe Jaccottet, poeta, traduttore e critico letterario, vincitore del Premio Goncourt per la Poesia nel 2003. Jaccottet, svizzero, aveva 95 anni.

Lo ha annunciato il figlio all’agenzia di stampa France Press. La casa editrice italiana, Marcos Y Marcos che ha molti suoi titoli in catalogo ha fatto sapere che il 17 marzo 2021 pubblicherà Passeggiata sotto gli alberi, opera inedita in Italia inclusa nella Pleiade di Gallimard.

 

Parler est facile, et tracer des mots sur la page,
en règle générale, est risquer peu de choses:
un ouvrage de dentellière, calfeutré,
paisible (on pourrait même demander
à la bougie une clarté plus douce, plus trompeuse),
tous les mots sont écrits de la même encre,
«fleur» et «peur» par exemple sont presque pareils,
et j’aurais beau répéter « sang » du haut en bas
de la age, elle n’en sera pas tachée,
ni moi blessé.
Aussi arrive-t-il qu’on prenne ce jeu en horreur,
qu’on ne comprenne plus ce qu’on a voulu faire
en y jouant, au lieu de se risquer dehors
et de faire meilleur usage de ses mains.
Cela,
c’est quand on ne peut plus se dérober à la douleur,
qu’elle ressemble à quelqu’un qui approche
en déchirant les brumes dont on s’enveloppe,
abattant un à un les obstacles, traversant
la distance de plus en plus faible – si près soudain
qu’on ne voit plus que son mufle plus largeque le ciel.
Parler alors semble mensonge, ou pire: lâche
insulte à la douleur, et gaspillage
du peu de temps et de forces qui nous reste.
Parler alors semble mensonge, ou pire: lâche
insulte à la douleur, et gaspillage
du peu de temps et de forces qui nous reste.

Parlare è facile, e tracciare parole sulla pagina
vuol dire, per lo più, rischiare poca cosa:
lavoro da merlettaia, ovattato,
tranquillo (perfino alla candela si potrebbe
domandare una luce più dolce, più ingannevole),
le parole sono tutte scritte con lo stesso inchiostro,
«fetore» e «fiore» per esempio sono quasi uguali,
e quando avrò ricoperto di «sangue» l’intera pagina,
lei non ne sarà macchiata,
o io ferito.

Capita dunque di provare orrore per questo gioco,
di non capire più cosa si voleva fare
giocandoci, invece di arrischiarsi fuori,
e di fare un uso migliore delle proprie mani.

Questo
è quando non ci si può più sottrarre al dolore,
quando il dolore somiglia a qualcuno che viene,
strappando il velo di fumo in cui ci si avvolge,
abbattendo uno per uno gli ostacoli, colmando
la distanza sempre più lieve – d’improvviso così vicino
che non si vede più che il suo muso più largo
del cielo.

Parlare allora sembra menzogna, o peggio: vigliacco
insulto al dolore, e inutile spreco
del poco di tempo e forze che ci resta.

La mer est de nouveau obscure. Tu comprends,
c’est la dernière nuit.Mais qui vais-je appelant?
Hors l’écho, je ne parle à personne, à personne.
Où s’écroulent les rocs, la mer est noire, et tonne
dans sa cloche de pluie. Une chauve-souris
cogne aux barreaux de l’air d’un vol comme surpris,
tous ces jours sont perdus, déchirés par ses ailes
noires, la majesté de ces eaux trop fidèles
me laisse froid, puisque je ne parle toujours
ni à toi, ni à rien. Qu’ils sombrent, ces «beaux jours»!
Je pars, je continue à vieillir, peu m’importe,
sur qui s’en va la mer saura claquer la porte.

Philippe Jaccottet (Moudon, 1925), dall’Effraie(Gallimard, 1953) – Traduzione italiana: P. Jaccottet, Il Barbagianni. L’Ignorant (con un saggio di Jean Starobinski, a c. di Fabio Pusterla, Einaudi, 1992)

Portovenere

Di nuovo cupo il mare. Tu capisci,
è l’ultima notte. Ma chi chiamo? A nessuno
parlo, all’infuori dell’eco, a nessuno.
Dove strapiomba la roccia il mare è nero, e rimbomba
in una campana di pioggia. Un pipistrello
urta come stupito sbarre d’aria,
e tutti questi giorni sono persi, lacerati
dalle sue ali nere, a questa gloria
d’acque fedeli resto indifferente,
se ancora non parlo né a te né a niente. Svaniscano
questi «bei giorni»! Parto, invecchio, che importa,
il mare dietro a chi va sbatte la porta.

 

Plus je vieillis et plus je croîs en ignorance,
plus j’ai vécu, moins je possède et moins je règne.
Tout ce que j’ai, c’est un espace tour à tour
Enneigé ou brillant, mais jamais habité.
Où est le donateur, le guide, le gardien?
Je me tiens dans ma chambre et d’abord je me tais
(le silence entre en serviteur mettre un peu d’ordre),
et j’attends qu’un à un les mensonges s’écartent:
que reste-t-il? que reste-t-il à ce mourant
qui l’empêche si bien de mourir ? Quelle force
le fait encore parler entre ses quatre murs?
Pourrais-je le savoir, moi l’ignare et l’inquiet?
Mais j’entends vraiment qui parle, et sa parole
pénètre avec le jour, encore que bien vague :
«Comme le feu, l’amour n’établit sa clarté
que sur la faute et la beauté des bois en cendres… »

Philippe Jacccottet (Moudon, 1925), L’Ignorant (Gallimard, 1958; traduzione italiana: Philippe P. Jaccottet, Il Barbagianni. L’Ignorante, con un saggio di Jean Starobinski, a c. di Fabio Pusterla, Einaudi, 1992)


L’ignorante

Più invecchio e più io cresco in ignoranza,
meno possiedo e regno più ho vissuto.
Quello che ho è uno spazio volta a volta
innevato o lucente, mai abitato. E il donatore
dov’è, la guida od il guardiano? Io rimango
nella mia stanza, e taccio (entra il silenzio
come un servo che venga a riordinare),
e attendo che a una a una le menzogne
scompaiano : cosa resta? Cosa rimane a questo moribondo
che gli impedisce ancora di morire? Quale forza
lo fa ancora parlare tra i suoi muri?
Potrei saperlo, io, l’ignaro e l’inquieto? Ma la sento
parlare veramente, e ciò che dice
penetra con il giorno, anche se è vago:
«Come il fuoco, l’amore splende solo
sulla mancanza, e sopra la beltà dei boschi in cenere…»

NOTA CRITICA DI ALBERTO FRACCACRETA

Ricordo di Philippe Jaccottet

Quando si legge un libro di Philippe Jaccottet, poeta svizzero di lingua francese scomparso qualche giorno fa a Grignan all’età di novantacinque anni, si prova un’esperienza che forse non è del tutto improprio definire mistica. Come accade nella silloge E, tuttavia (traduzione di Fabio Pusterla, Marcos y Marcos, 2006), un martin pescatore, un pettirosso, «insulse» e «infime» viole, la carota selvatica e i convolvoli sono capaci di «sgombrare la vista», cioè rendere evidente la cognizione di qualcosa d’altro («una via», «una traccia») sì da conoscere il mondo per come esso è veramente. I medesimi tentativi di purificazione del vedere — con uno stile personalissimo a metà tra il poème en prose, il carnet de voyage e l’ekphrasis — sono espressi con limpidezza pari a verginità espressiva negli scritti dedicati a Giorgio Morandi, nei diari della Semaison o nel cahier bleu del viaggio in Terrasanta.

Non è un caso allora che la critica (con Starobinski in cima) abbia univocamente appioppato a Jaccottet il titolo di «poeta dell’umiltà», sempre pronto a ritrarre l’io dalla materia d’ispirazione per accogliere la fiamma dell’alterità nel cuore dell’ordinario. Cantore delle ultime cose e delle cose ultime, egli ha seguito un percorso coerente e credibile che gli è valso il Prix Goncourt de la poésie nel 2003 e il prestigioso Prix mondial Cino del Duca nel 2018, nonché la perenne candidatura al Nobel. Continua a leggere

Roberto Mussapi, “Epifania in poesia”

Roberto Mussapi

COMUNICATO STAMPA

Casa della Poesia, Milano

 

mercoledì 6 gennaio, ore 19:30 – DIRETTA YOUTUBE “PREMIERE: https://youtu.be/OuV5HA-w68M

EPIFANIA IN POESIA (30′)

a cura di Roberto Mussapi

                    

La poesia vive di epifanie, di apparizioni, di illuminazioni. Nel 2021 l’Epifania si nutrirà di poesia: quella di Roberto Mussapi, di T.S. Eliot, di Rainer Maria Rilke e di William Butler Yeats.

“L’Epifania è la festa dell’Apparizione, di una realtà impalpabile ma visibile che prende forma. Epifania è un termine greco (ἐπιϕάνεια, «manifestazione»), usato nella sfera religiosa per indicare l’azione di una divinità che si manifesta attraverso un segno. Nel caso della nascita di Cristo, la stella che i sapienti Magi videro e seppero interpretare, dalla lontana Persia, e che i pastori analfabeti colsero nell’inebriante potente splendore.

Ecco perché l’etimologia stessa di questo giorno lo rende festa della poesia, che tramuta in realtà percepibili dai sensi (la poesia è scritta, si legge, se recitata la si ascolta) apparizioni incorporee. Epifania, festa dell’apparizione, rima non a caso con Poesia. Continua a leggere

Parole spalancate 2020-2021

Claudio Pozzani

 

C O M U N I C A T O      S T A M P A

PAROLE SPALANCATE. GENOVA E LA GRANDE POESIA NELLA NUOVA TRASMISSIONE TELEVISIVA DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA

Da oltre 25 anni il Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate” promuove Genova all’estero e porta il mondo nella nostra città, attraverso continui scambi culturali, organizzazioni di eventi e progetti europei.

Nonostante il Covid abbia ostacolato la sua attività in Italia e all’estero, il Festival è stato una delle poche rassegne italiane ad aver mantenuto gli eventi in presenza di pubblico e ospitato artisti internazionali, oltre naturalmente a un’intensa programmazione in streaming.

In attesa di tornare agli spettacoli dal vivo, Parole spalancate diventa un format televisivo ideato e condotto da Claudio Pozzani e realizzato in collaborazione con la SDAC – Scuola D’Arte Cinematografica.

Il programma televisivo Parole spalancate partirà lunedi 21 dicembre alle ore 18 sulle omonime piattaforme e pagine social Facebook, YouTube e Instagram.

– Penso che uno spettacolo sia tale solo se è dal vivo e in presenza di un pubblico – spiega Pozzani – e in questo senso lo streaming non può sostituirlo perché è un’altra cosa, più simile a un programma televisivo. Per questo abbiamo pensato di realizzare un format che possa promuovere la nostra città, presentare i poeti italiani più interessanti e offrire al pubblico alcune gemme del ricchissimo archivio video del Festival. Si tratta di una trasmissione agile, dedicata anche a coloro che non frequentano la poesia, con una durata di 15 minuti, nei quali gli autori parlano della loro poesia e soprattutto leggono le loro opere. Continua a leggere

8 dicembre 1980 l’omicidio di Lennon

John Lennon in uno degli ultimi scatti a New York prima dell'omicidio

John Lennon e Yoko Ono a New York negli ultini scatti di Brian Hamill

L’8 dicembre 1980, John Lennon fu assassinato al Central Park di New York, davanti al Dakota Building, sua residenza di allora. “Lo sai che cosa hai fatto?”. “Sì, ho appena sparato a John Lennon”. Fu questa la fredda risposta che Mark David Chapman diede al custode del Dakota Building dopo aver sparato quattro colpi alla schiena di John Lennon, davanti al portone del lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell’Upper West Side di New York, 40 anni fa. Era l’8 dicembre 1980 e, raccontano le cronache dell’epoca, mentre Lennon moriva tra le braccia della moglie, Yoko Ono, l’assassino non scappò subito ma si mise a leggere ‘Il giovane Holden’

Un poeta inglese, molto famoso, Adrian Henri, gli dedicò la poesia New York City Blues.
Per commemorare quel tragico evento, vi proponiamo la poesia a lui dedicata dal poeta inglese nella traduzione di Bernardino Nera.

NEW YORK CITY BLUES
(for John Lennon)

You do not cross the road
To step into immortality
An empty street is only the beginning

The words will still flow through you
Even on this cold pavement,
Are heard in some far place
Remote from flowers or flash-bulbs.

In that city, on Gothic railings
Dark against the snowy park
Still a dead flower, a faded letter,
Already one month old.

“Life is what happens to you
When you’re busy making other plans”.
This empty street
Is only the beginning.

Here, in your other city,
Riot vans prowl the December dark,
Remember angry embers of summer,
Familiar ghost guitars echo from stucco terraces.

Meanwhile, in the Valley of Indecision,
We rehearse stale words, store up expected songs,
Celebrate sad anniversaries.
Flowers and flash-bulbs. Cold pavements.

You do not cross the road
To step into immortality
At the dark end of the street
Waits the inevitable stranger.

NEW YORK CITY BLUES

(per John Lennon)

Non attraversi la via
per entrare nell’immortalità
una strada vuota è solo l’inizio

Le parole ancora fluiranno da te
anche su questo marciapiede freddo,
si sentono in qualche posto distante
lontano dai fiori e dai flash dei fotografi.

In quella città, sulle ringhiere gotiche
scure a ridosso del parco innevato
ancora un fiore morto, una lettera sbiadita,
già vecchi di un mese.

“La vita è quel che ti capita
quando sei impegnato a fare altri progetti”.
Questa strada vuota
è solo l’inizio.

Qui, nell’altra tua città,
camionette antisommossa quatte quatte nel buio di dicembre,
ricordano le braci ardenti rabbiose dell’estate,
l’eco familiare di chitarre fantasma da case a schiera stuccate.

Mentre nella Valle dell’Indecisione,
recitiamo parole stantie, mettiamo da parte le canzoni più ricercate,
celebriamo tristi anniversari.
Fiori e flash dei fotografi. Marciapiedi freddi.

Non attraversi la via
per entrare nell’immortalità
in fondo alla strada, nell’oscurità
l’inevitabile sconosciuto aspetta.

Traduzione a cura di Bernardino Nera

Adrian Henri

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Gabriele Galloni (1995-2020)

Gabriele Galloni

NOTA DI LUIGIA SORRENTINO

Questa foto di Gabriele Galloni mi è particolarmente cara. Me la inviò Gabriele per email il 5 novembre 2017 con alcune sue poesie inedite dal titolo Orazioni di giugno, poi confluite con un altro titolo a gennaio 2018 nella raccolta In che luce cadranno.

Gabriele aveva solo 22 anni quando mi contattò la prima volta.

Era nato a Roma nel 1995, studiava Lettere Moderne all’Università La Sapienza e aveva da poco pubblicato con Alter Ego – Augh! Edizioni la sua prima silloge, Slittamenti.

Lessi la prima poesia fra gli inediti che mi aveva inviato nella email. Era questa:

I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile:
sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci

con una mano – e l’altra all’Invisibile.

Gli risposi sempre per email che mi piacevano le sue poesie, e che ne avrei volentieri pubblicato qualcuna sul mio blog. Purtroppo la morte di mio padre, il 4 dicembre 2017, mi tenne lontana da Gabriele e dalla sua poesia.

Fu Ida Cicoira, una mia amica, a riparlarmi di lui. Ma io non ero in grado di recepire nulla in quel momento, totalmente assorbita dal grande cambiamento che aveva occupato la mia vita.

Il giovane poeta Gabriele Galloni si è addormentato senza più svegliarsi il 6 settembre 2020, a soli 25 anni.

A tre mesi dalla scomparsa lo ricordiamo con questi versi tratti dalla sua ultima raccolta: L’estate del mondo, Marco Saya Editore, 2019.

In questi versi si percepisce molto chiaramente la voglia di vivere che aveva Gabriele, un ragazzo dalla personalità dichiaratamente votata alla poesia. Sono versi luminosi, sembrano scritti pensando a un cortometraggio girato con la cura e i dettagli del poeta che vede l’invisibile.  Le poesie sono il ritratto di una giornata serena, trascorsa vicino al mare, contrassegnata da apparizioni e da sparizioni.

Si legga il finale di uno dei testi qui sotto riportati: [… “è bello correre, andarsene via/ da ogni luce che sia/ troppo grande per queste nostre mani.

Sono le parole  di chi vuole possedere il mondo, l’eternità felice di una giovinezza che però sa bene di non poter trattenere quella luce, troppo grande anche per le mani del poeta.  

Gabriele sapeva che la vita e la gioia, sono momenti fugaci, scorrevoli.

I suoi testi sono quelli di chi desidera rimanere negli occhi chiari dell’estate conservando in una tasca molto profonda una conchiglia, raccolta nell’età dei ragazzi, un’età di gioia e di disperazione, l’età della ferita e della bella giornata di sole tanto profonda e lontana da noi da dimenticarsene.

Questa raccolta conserva una luce che partecipa a un sogno:  camminare sul mondo che perde le nostre tracce.

Si legga infine la  poesia Campo/Controcampo: il campo ripreso dal regista-poeta riprende davanti a sé una stagione intera, quella della vita; nel controcampo, in ciò che l’altro vede, il poeta fa riferimento a un tempo trascorso con le tante conchiglie raccolte. Ma  la bella giornata irripetibile , è finita.

Gabriele conosce bene il sentimento della  nostalgia, della perdita, che qui  si intravede, nella consapevolezza che tutto ciò che si vive è destinato ad allontanarsi da noi. E’ qualcosa che avviene davvero in questi versi, e avviene proprio mentre lo si vive, e niente, se non la memoria, potrà riportare in ognuno di noi, l’estate del mondo.

 

I

Nel parcheggio del centro commerciale
mi parlasti di certi
giorni d’isole; giorni dall’uguale
passo del mare misurati interi.
Mi raccontasti poi di come aperti
all’onda i cieli aprissero sentieri
mai apparsi prima, neanche agli occhi esperti
dei residenti che alla roccia e al sale
erano familiari.

II

Io non ti domandavo; solamente
ascoltavo in silenzio, interrompendoti
per mostrarti le foto che prudente
ti coglievo di spalle. E riprendendo
perdevi sempre il filo; ti arrabbiavi
ma un attimo, per finta: ché ignorandomi
presto ricominciavi.
Le corse a perdifiato tra i canneti;
l’eco pomeridiana e l’eco a notte.
L’animale brusio e le sue interrotte
chiamate; e certi libri di poeti
scovati in biblioteche sotto il mare.

 

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Si terranno giovedì 10 settembre a Roma i funerali del giovane poeta Gabriele Galloni

 

Giovedì 10 settembre dalle 8:30 alle 9:30 il corpo di Gabriele Galloni sarà esposto per gli amici che desiderano rendergli l’estremo saluto, per un’ora, dalle 8.30 alle 9.30 presso la sede della Medicina legale al cimitero Verano di Roma.

Alle 9:30 la salma sarà portata nella chiesa di San Raffaele, nel quartiere Trullo di Roma  per la celebrazione dei funerali  che cominceranno alle 11.

Una poesia di Gabriele Galloni da “L’estate del mondo”, Marco Saya, 2019

 

Campo

Un giorno la vedremo intera, questa
stagione. Basterà
un fuoco in spiaggia a memoria di festa
e il bagnasciuga a dire l’aldilà
delle conchiglie mai raccolte:

Controcampo

così tante – ricordi? –  Che per tutta
la notte ci hanno tormentato. In sogno
maree su maree di conchiglie.
Il letto ne fu invaso; le lenzuola
ci ferirono per tutto il tragitto fino alla spiaggia.

 

COMMENTO DI IDA CICOIRA

Aveva studiato al Rossellini- l’istituto cine.televisivo- Gabriele Galloni, e in questa poesia il riferimento al linguaggio cinematografico è chiarissimo. Si tratta di due inquadrature speculari, campo e controcampo: nella prima, l’inquadratura, oggettiva, ci mostra una spiaggia, d’estate, uno dei temi a lui più cari; nella seconda introduce una soggettiva, e quelle stesse immagini si rivestono della luce malinconica della memoria, impressionando una pellicola immaginaria.

Ho scelto questa poesia per ricordare Gabriele, il poeta, l’amico, che ci manca già immensamente.

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Jericho Brown, Premio Pulitzer 2020

Jericho Brown, ritratto a Civitella Ranieri

di Alberto Fraccacreta

Il Premio Pulitzer 2020 per la poesia quest’anno va all’autore afroamericano Jericho Brown, classe 1976, originario del Louisiana, per la silloge The Tradition (Copper Canyon Press 2019), terzo lavoro dopo Please (New Issues Poetry & Prose 2009) e The New Testament (Copper Canyon Press 2014).

La motivazione presentata dagli accademici della Columbia University è la seguente: «Una raccolta di testi magistrali che uniscono delicatezza a urgenza storica nella loro amorevole evocazione di corpi vulnerabili all’ostilità e alla violenza».

The Tradition è infatti un libro che tenta di scovare la bellezza nonostante la velenosità del male, illustrato da Brown nei suoi aspetti più minuti, privi di autocompiacimento e seccamente scolpiti sulla pagina: una poesia civile, senza rinunciare per questo a lancinanti quanto astuti slanci emotivi (è stato definito «poeta dell’eros»), legata all’assurda assuefazione della nostra epoca al terrore tra omicidi, sparatorie, soprusi e abusi. Continua a leggere

La poesia al tempo del coronavirus

Alcuni poeti italiani parteciperanno ai festeggiamenti dell’Accademia Mondiale della Poesia che hanno avuto inizio il 16 aprile scorso in occasione della Giornata Mondiale della Poesia con una giovane protagonista della poesia internazionale: la spagnola Raquel Lanseros.  Il 23 aprile si è invece esibito l’italiano Daniel Cundari, (classe 1983). A causa dell’emergenza sanitaria coronavirus gli eventi si sono svolti in diretta Facebook, sulla piattaforma dell’Accademia.

Gli incontri proseguiranno adesso con altri poeti italiani, a partire dal 30 aprile e fino al 23 luglio 2020.  Potranno essere seguiti tutti i giovedì alle 22.00 in diretta Facebook (www.facebook.com/accademiapoesia) . Continua a leggere

Addio alla poetessa Eavan Boland

Eavan Boland

Eaven Boland, colpita da un ictus,  è morta oggi, 27 aprile 2020 all’età di 75 anni. La notizia ha fatto in poche ore il giro del mondo. Su questo blog proprio il mese scorso avevamo pubblicato ( qui ) la traduzione delle sue poesie a cura di Giorgia Sensi. 


Per ricordare Eavan Boland, 1944-2020

di Giorgia Sensi

Abbiamo appena avuto notizia della morte della poeta irlandese Eavan Boland, una perdita enorme sia per la poesia irlandese sia per la poesia internazionale.

Fin dalle prime poesie giovanili, e ancor più nelle raccolte degli anni Ottanta, In Her Own Image, 1980, Night Feed, 1982, è evidente l’ interesse di Boland per il ruolo della donna nella letteratura e nella società, nel mito e nella storia irlandesi, che diventerà un tema centrale della sua opera, sia poetica sia critica. In queste e nelle raccolte immediatamente successive Eavan Boland affronterà il tema dell’identità femminile, e alla sua idealistica rappresentazione nella tradizione letteraria irlandese, patriarcale e maschilista, opporrà la sua descrizione di generazioni di donne vere il cui contributo alla storia e alla cultura nazionale è stato largamente ignorato; racconterà la complessità della loro vita quotidiana, esprimerà la bellezza delle piccole cose, darà voce a un silenzio durato secoli. Ma per far questo avrà bisogno, prima di tutto, di trovare la propria voce, la propria lingua.
E la troverà, sicuramente, fino a diventare una poeta di primo piano non solo nel panorama della poesia irlandese contemporanea, ma in quello della poesia di lingua inglese in generale.

Vogliamo citare qui un paragrafo tratto da una sua opera in prosa, Object Lessons: the Life of the Woman and the Poet in Our Time, Carcanet 1995. Una sorta di biographia literaria in cui l’autrice descrive la sua esperienza e il suo percorso poetico di giovane poeta donna nell’ambiente e nella tradizione letteraria maschile e patriarcale della Dublino di quegli anni nella faticosa ricerca di una sua voce personale. Continua a leggere

La casa della poesia di Milano ricorda Mario Benedetti, poeta italiano

Mario Benedetti, poeta italiano

di Amos Mattio

Giovedì 16 aprile 2020 ore 19 e 30 – Casa della Poesia di Milano sul canale dedicato YouTube, rende Omaggio a Mario Benedetti. Evento a cura di Amos Mattio.

Mario Benedetti, autore di “Umana gloria” (Mondadori, 2004) e del quale sono state recentemente pubblicate “Tutte le poesie” (Garzanti, 2107), è una delle oltre 20mila vittime del Covid-19, che se l’è portato via il 27 marzo scorso.

Ricordiamo in quest’occasione l’amico e il poeta sul canale YouTube.

Intervengono i poeti Fabrizio Bernini, Riccardo Olivieri, Mario Santagostini, Gian Mario Villalta.

Lettura di testi dell’attrice Sonia Grandis.
https://youtu.be/jXxqTsgUadE (premiere alle 19:30)

Presentazione di Johann Gottfried Herder, “Iduna, o il pomo del ringiovanimento”

Johann Gottfried Herder (1744-1803)

Dal cuore del tardo Illuminismo tedesco si apre un varco in direzione della facoltà mitopoietica dell’uomo, un passaggio che porterà direttamente al Protoromanticismo. È in questo spazio utopico che trova dimora un importante testo di Johann Gottfried Herder (1744-1803), dal titolo Iduna, o il pomo del ringiovanimento (1796), dedicato (almeno come spunto) alla dea dell’eterna giovinezza nella mitologia norrena. In questo “dialogo” immaginario tratteggiato da Herder, si confrontano come in un contrappunto due voci distinte e opposte: quella del mitologo Alfred, che rivaluta l’importanza della mitologia nordica, e quella “mitoclastica” di Frey. Le loro posizioni e argomentazioni costituiscono le coordinate entro le quali si muove la cultura tedesca successiva, dall’estetica letteraria di Friedrich Schlegel alla cosiddetta Mythosdebatte del secondo Novecento. Continua a leggere

Addio a Emanuele Severino

E’ morto il filosofo Emanuele Severino. E’ scomparso a Brescia lo scorso 17 gennaio ma si è saputo soltanto oggi, per sua volontà.

Il filosofo, che avrebbe compiuto 91 anni il 26 febbraio, è stato già cremato. Severino è stato uno dei più grandi filosofi, scrittori e intellettuali viventi.

“Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla gioia, ma alludo al superamento di ogni contraddizione che attraversa la nostra vita perchè siamo costantemente nello squilibrio e nell’instabilità: non ci attende la reincarnazione o la resurrezione, ma qualcosa di infinitamente di più”.

Così scriveva e ripeteva spesso, nelle sue lectio e nei suoi incontri, Emanuele Severino, morto il 17 gennaio a Brescia, che aveva compiuto 90 anni il 26 febbraio 2019. Un pensiero radicale, il suo, che per la negazione del ‘divenire’ lo ha portato ad un conflitto con la chiesa cattolica al punto che nel 1968, 4 anni dopo aver pubblicato ‘Ritornare a Parmenide’, su sua richiesta venne istruito un processo dall’ex Sant’Uffizio, che dichiarò la sua filosofia incompatibile con il cristianesimo. Un pensiero che Severino, considerato uno dei più grandi filosofi, scrittori e intellettuali del Novecento, ha coltivato facendo riferimento, oltre che a Parmenide, ad Aristotele, Eraclito, Hegel, Nietzsche, Leopardi. Continua a leggere

Addio a Fabrizio Bianchi

Il blog di poesia della Rai di Luigia Sorrentino apprende con commozione l’improvvisa scomparsa del poeta ed editore, Fabrizio Bianchi. Classe 1946, Bianchi rilevò le edizioni de “Le voci della Luna” (poi Dot.com press) e le edizioni CFR a seguito della scomparsa di Gianmario Lucini. Luigia Sorrentino e i collaboratori del portale esprimono le loro più sincere condoglianze alla famiglia dell’autore.

Lo ricordiamo con le parole di un altro bravo poeta prematuramente scomparso, Christian Tito (pubblicate sul blog www.perigeion.wordpress.com): Forse non tutti sanno che Fabrizio Bianchi oltre a essere uno degli editori underground di poesia contemporanea più dotati nell’individuazione di veri talenti è anche egli stesso poeta dai tratti sorprendenti. La sua poesia ci apre un mondo apparentemente altro rispetto al carattere schivo, riservato e mite della sua persona: un mondo lacerato, dolente e a tratti rabbioso, ma capace di conservare in sè, in qualche modo, una furiosa vitalità. Continua a leggere

Vincenzo Mascolo alla Sormani

A Milano, lunedì 9 dicembre alle ore 17.30 nella Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, Donatella Bisutti incontra Vincenzo Mascolo, poeta, scrittore e organizzatore di “Ritratti di Poesia”, autore di Q e l’allodola, (Mursia, 2018) e Scovando l’uovo, Appunti di bioetica (LietoColle, 2009). Continua a leggere

Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal

Il 25 novembre viene celebrata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di informare, sensibilizzare e prevenire un problema che ancora oggi è estremamente diffuso.

I dati sono allarmanti, in tutto il mondo una donna su tre subisce violenza dai 15 anni in su e, secondo le stime, il 53 per cento delle rappresentanti del sesso femminile evita determinati luoghi e situazioni per paura di essere aggredita.

Per violenza non si intende solo un reato sessuale come lo stupro ma anche le molestie, le discriminazioni di genere, i fenomeni di stalking , un trauma di natura psicologica.

Spesso la violenza avviene fra le mura domestiche, nel 38 per cento dei casi sono i partner a commettere femminicidio.

Il 25 novembre, ovvero il giorno in cui nel 1960 furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, vuole ricordare a tutti l’importanza del rispetto in ogni tipo di rapporto. Continua a leggere

Giornate Europee del Patrimonio

La Fondazione Ente Ville Vesuviane partecipa per il terzo anno consecutivo alla manifestazione di respiro internazionale delle Giornate europee del Patrimonio che si svolgeranno sabato 21 e domenica 22 Settembre.

Si tratta dell’evento culturale partecipativo di maggiore portata in Europa. L’iniziativa è stata lanciata nel 1985 dal Consiglio d’Europa e nel 1999 è diventata un’azione comune in collaborazione con l’Unione europea. Si compone così uno straordinario racconto corale, che rende bene l’idea della ricchezza e della dimensione “diffusa” del Patrimonio culturale: da quello più noto dei grandi musei alle meno conosciute eccellenze che quasi ogni città può vantare e deve valorizzare.

Quest’anno le Giornate europee del Patrimonio sono ispirate al tema “Un due tre… Arte! Cultura e intrattenimento” e rappresentano un’occasione per riflettere sul benessere che deriva dall’esperienza culturale e sui benefici che la fruizione del patrimonio culturale può determinare in termini di divertimento, condivisione, sperimentazione ed evasione. Continua a leggere

Poesia Festival, anteprima con Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta

Gian Mario Villalta

Alle ore 21.00 presso il MUSA – Museo della Salumeria a Castelnuovo Rangone (via Zanasi 24) ha luogo una serata con i poeti Antonio Riccardi 
e Gian Mario Villalta che leggono le loro poesie e dialogano con Alberto Bertoni e Roberto Galaverni accompagnati da interventi musicali del duo composto da Gianni Fassetta (fisarmonica)
e Yuri Ciccarese (flauto). Due poeti che sono anche intellettuali, editori, organizzatori. Tra i più attivi e riconosciuti nel panorama italiano, illustreranno il loro lavoro sulla parola, quella che scava in profondità, nelle viscere della storia e della natura, dei luoghi abitati dall’io, mentre si rivolge all’esterno, verso il pubblico, senza barriere. Continua a leggere

Stefano Dal Bianco, silenzio e volontà della parola poetica

Stefano Dal Bianco

In occasione della imminente presentazione a Pordenonelegge del volume di Stefano Dal Bianco” “Distratti dal silenzio” – Diario di poesia contemporanea – Quodlibet, 2019, (Pordenone 21 settembre), riportiamo qui la Prefazione scritta dall’autore, “Distrazione e silenzio”. “I poeti meritano ascolto?” si chiede Dal Bianco “O qualcuno sta abdicando al proprio ruolo?”. Attraverso saggi, interventi a convegni, prove di autoanalisi, interviste, il poeta analizza le questioni centrali per la poesia italiana degli ultimi trent’anni. Una rara forma di testimonianza, fra la dedizione al silenzio e la volontà di condivisione del dire, come fa la poesia.

Distrazione e silenzio

L’opera esprime senso attraverso l’ascesi nei confronti del senso. [T.W. Adorno]

Ciò che è divino è senza sforzo. [Eschilo]

«Distratti dal silenzio sono forse i poeti. Non tutti: ce n’è qualcuno, e non per forza dei peggiori, che se ne infischia del silenzio, ma questi a noi interessano poco. Quello che vogliamo è un indugio nella morte, per attraversarla con amore e arrivare di là, dall’altra parte, dove la nostra esistenza avrà un significato meno provvisorio di quello che siamo abituati a conferirle. Per farlo bisogna essere bravi, bravi nella vita e bravi nell’ascolto della lingua. È così che amare e respirare saranno per noi la stessa cosa. Una cosa per cui vale la pena di lavorare, di impegnarsi». Continua a leggere

Maurizio Cucchi, la forza della poesia

In occasione della imminente presentazione a Pordenonelegge del nuovo libro di poesie di Maurizio Cucchi, “Sindrome del distacco e tregua” Mondadori, 2019, (Pordenone 20 settembre), vi presentiamo alcuni estratti dalla sezione “La chiave di volta”. In queste prose Maurizio Cucchi porta a pieno compimento il superamento dei generi letterari cominciato più di dieci anni fa con “Vite pulviscolari” poi con “La maschera ritratto” e con “Malaspina”. L’autore crede, da un lato, a una prosa che abbia l’intensità e la comprensione potente della poesia, dall’altro, sostiene una poesia capace di assorbire, nell’intensità e nella varietà della parola, il racconto e il pensiero.

ESTRATTI

Osservo dalla mia finestra la chiave di volta della casa di fronte e subito penso a un ritmo scandito perfetto, a una musica, insomma, a un movimento, un movimento del corpo. E insieme penso a una provvisoria matematica esattezza, e soprattutto a un campo più vasto, un campo aperto di possibilità molteplici, o forse infinite, un campo intrecciato di corrispondenze sottili e di rimandi, di percezioni sensoriali diverse, leggibili, appunto, come “foreste di simboli” ai più sconosciute, dove “profumi, colori e suoni” portano in sé il progetto compiuto di un pensiero nascosto. Continua a leggere

Poesia e destino, la tragedia e l’eroismo

In occasione della imminente presentazione a Pordenonelegge (giovedì 19 settembre) della nuova edizione di Poesia e destino (Crocetti, 2019) di Milo De Angelis, pubblicata per la prima volta nel 1982 e mai più ristampata, riporto qui un saggio estratto dalla prima parte del libro.

L’autore ripropone nel 2019 integralmente il volume stampato da Cappelli nel 1982 senza alcun ripensamento. Anche la copertina ha la stessa immagine in primo piano: Tohotaua, la ragazza amata da Gauguin nell’ultimo periodo della sua vita nelle isole Marchesi.
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Premio Poesia Città di Fiumicino

L’Associazione Culturale “CORTE MICINA”, con l’alto patrocinio del Comune di Fiumicino, del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Lazio e di Città Metropolitana di Roma Capitale, bandisce la 5a edizione del “Premio Poesia Città di Fiumicino.

Il Premio è riservato a libri di poesia in lingua italiana di autori viventi editi nel biennio

1 giugno 2017 – 31 luglio 2019

La sempre crescente richiesta di partecipazione di poeti al Premio è a conferma dell’alto profilo di credibilità ed autorevolezza assunto dalla manifestazione negli ambienti culturali italiani e nel mondo delle Case editrici, grazie all’eccellenza dei componenti la Giuria Tecnica (Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino, Emanuele Trevi) – nomi tra i più significativi della cultura italiana.

Il Premio si articola nelle seguenti sezioni:

  • “Premio Poesia Città di Fiumicino” – riservato a libri di Poesia in lingua italiana di autori viventi pubblicati in un periodo compreso nel biennio 1 giugno 2017 – 31 luglio 2019 (vedi art. 2 del bando);
  • “Premio Opera Prima” – riservato alle “opere prime” di autori italiani viventi pubblicate nel biennio 1 giugno 2017 – 31 luglio 2019 (vedi art. 3 del bando);
  • “Premio Poesia Inedita”volto a valorizzare giovani – di età non superiore ai 35 anni – autori di una raccolta inedita di poesia in lingua italiana (vedi art. 4 del bando);
  •  “Premio alla Traduzione”riservato ai traduttori in lingua italiana di opere di poesia di autori stranieri, viventi e non viventi (vedi art. 5 del bando);
  • “Premio alla Carriera” dedicato all’alto valore culturale della produzione poetica di un noto autore italiano (vedi art. 6 del bando);
  • “Premio Fotografa una poesia” – concorso dedicato agli amanti della fotografia capaci di rappresentare con immagini fotografiche il valore poetico di una poesia scelta (vedi art. 7 del bando).

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Vincitori Premio Maconi 2019

Il 20 giugno 2019 presso il Belvedere di Palazzo Lombardia, Piazza Città di Lombardia, Milano alla presenza del Presidente della Regione Attilio Fontana si è svolta la cerimonia di Premiazione della IX edizione del Premio Maconi.

La giuria del Premio “Mauro Maconi”, composta da Maurizio Cucchi, Presidente, Giuliana Nuvoli, Giancarlo Pontiggia, Mario Santagostini, Mary Barbara Tolusso, Valeria Poggi, Segretaria con diritto di voto ha proclamato vincitori:

Sez. A – Premio per un’opera poetica in lingua italiana edita nel periodo intercorrente tra il 1 gennaio 2018 e il 30 aprile 2019.

– Valerio Magrelli, Le cavie. Poesie 1980-2018, Einaudi 2018

Sez. B –Premio Giovani da conferirsi a un autore nato dal 1° gennaio 1979 per un’opera poetica edita nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2018 e il 30 aprile 2019.

Matteo Bianchi, Fortissimo, Minerva 2019 Continua a leggere

Incontri poetici a Bologna

Sesta Edizione
Incontri poetici 
a cura di Guido Monti
Organizzazione Fondazione Palazzo Magnani
dal 21 giugno al 12 luglio
ore 21.30, Palazzo da Mosto

PROGRAMMA

MAURIZIO CUCCHI

VENERDI 21 GIUGNO

Maurizio Cucchi (Milano, 1945), poeta tra i più rappresentativi (premio Montale, premio Bagutta), traduttore, in dialogo con Alberto Bertoni, docente di Letteratura nell’Università di Bologna, presenta il suo ultimo libro Sindrome del distacco e tregua (Lo Specchio, Mondadori)

Giancarlo Pontiggia (Seregno, 1952), voce poetica tra le più seguite (premio Montale), fine saggista, traduttore, in dialogo con Gino Ruozzi, docente di Letteratura nell’Università di Bologna e collaboratore al domenicale de Il sole 24 ore, presenta la sua ultima raccolta Il moto delle cose (Lo Specchio, Mondadori)

PAUL MULDOON

GIOVEDÌ 27 GIUGNO

Paul Muldoon (Portadown, Irlanda del nord, 1951), uno dei maggiori poeti in lingua inglese, già editor per la poesia al «The New Yorker», in dialogo con Luca Guerneri (Ferrara, 1967), traduttore di saggistica, narrativa e poesia, presenta il suo libro Poesie (Mondadori). Continua a leggere

Stasera saranno proclamati i vincitori del Premio di Poesia Mauro Maconi

Stasera giovedì 20 giugno alle ore 18.30 a Milano, presso il Belvedere al 39° piano di Palazzo Lombardia si svolgerà la cerimonia di conferimento del Premio intitolato alla memoria di Mauro Maconi, poeta varesino scomparso a soli 43 anni nel 2001.

Il Premio, patrocinato da STAMPA 2009, casa editrice che ha proseguito il progetto editoriale nato nel 1999 da un’idea dello stesso poeta condivisa da Maurizio Cucchi e Marco Andrea Borroni, ha cadenza annuale ed è alla nona edizione.

Obiettivo del premio, a fini esclusivamente filantropici, è quello di sensibilizzare l’interesse verso la letteratura contemporanea, nonché di rendere omaggio alla memoria e al valore artistico del poeta Mauro Maconi, scomparso 17 anni fa.
La Giuria del Premio, presieduta dal poeta e critico letterario Maurizio Cucchi, è composta da Giuliana Nuvoli, Giancarlo Pontiggia, Mario Santagostini, Mary Barbara Tolusso e Valeria Poggi (segretaria con diritto di voto).

La giuria, riunitasi in data 28 maggio 2019, all’unanimità ha individuato i finalisti di seguito indicati per questa edizione, riguardante opere poetiche in lingua italiana edite tra il 1° gennaio 2018 e il 30 aprile 2019: Continua a leggere

Premio Camaiore “Francesco Belluomini”

COMUNICATO STAMPA

 

XXXI Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini Prima rosa dei libri e degli autori scelti tra oltre 160 in concorso

È stata designata la prima rosa dei libri e degli autori candidati al prestigioso “XXXI Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini”, scelti tra oltre 160 partecipanti, rosa dalla quale verranno decisi i titoli delle 5 opere finaliste, del vincitore del Premio Internazionale, del Camaiore Proposta, il Premio speciale e le menzioni speciali, queste ultime due selezionate su indicazione del Presidente.

La Giuria Tecnica, presieduta dal Rosanna Lupi, è formata da Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini, Renato Minore e Mario Santagostini e si riunirà sabato 15 giugno alle 11.30 presso l’Hotel Bixio di Lido di Camaiore, per designare i 5 libri finalisti e conferire gli altri riconoscimenti, in vista della serata finale in programma il 14 settembre. Continua a leggere

Vent’anni di perle con la Collana Stampa

Nata nel 1999 per volontà di Mauro Maconi, Maurizio Cucchi e Marco Borroni, questa iniziativa editoriale si prefigge lo scopo, tramite autori affermati e altri meno noti, ma sempre validi, di far conoscere la poesia in una società dove viene ritenuta una scrittura troppo alta e difficile da capire, quindi un prodotto per pochi eletti.

Non è così. La poesia sa essere chiara e trasmettere emozioni, stati d’animo, visioni, modi d’essere e di pensare, sguardi critici sulla società e sui comportamenti.

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Il Gattopardo compie 60 anni

In occasione dei sessant’anni dall’uscita de “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, uno dei romanzi più amati del Novecento, la Società Dante Alighieri rende omaggio al capolavoro letterario con un incontro che avrà luogo lunedì 27 maggio 2019, a partire dalle ore 10.00, presso la Sede Centrale (Palazzo Firenze, Roma).
Parteciperanno alla tavola rotonda Andrea Riccardi (Presidente della Dante),  Gioacchino Lanza Tomasi (figlio adottivo ed erede di Tomasi di Lampedusa), Carine Vanni Calvello Mantegna di Gangi (proprietaria di Palazzo Valguarnera di Gangi, set del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti), Giulio Ferroni (critico letterario e storico della letteratura italiana) e Don Angelo Romano (Rettore della Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina).

Come è noto, il romanzo fu pubblicato postumo nel novembre del 1958Elena Croce lo inviò a Giorgio Bassani, che lo fece pubblicare con  Feltrinelli.

Nel 1959 il romanzo vinse il Premio Strega. Curiosamente, anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa morì lontano da casa come il suo antenato protagonista de Il Gattopardo, il 23 luglio 1957 a Roma.

L’incontro sarà l’occasione per analizzare i motivi per cui il romanzo (Premio Strega nel 1959) è diventato una delle pietre miliari della letteratura italiana e mondiale, narrando le trasformazioni avvenute nella vita e nella società in Sicilia durante il Risorgimento. Memorabile è stata poi la sua trasposizione cinematografica del 1963, con la regia di Luchino Visconti e le interpretazioni di Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon. Continua a leggere

Alla Casa delle Letterature “Tempo riflesso” di Corrado Benigni

Pietre vive

Volevamo uscire dal silenzio

ma non eravamo mai entrati.

Pietre vive le parole,

unica traccia di quello che abbiamo cercato.

Agli alberi abbiamo chiesto in prestito la voce,

ai sassi il volto per dare forma al visibile.

Dall’acqua abbiamo imparato la pazienza dell’attesa,

dal ghiaccio che si muove seguendo la corrente.

Perché nel movimento impercettibile della polvere

è scritta la meccanica dell’universo,

la conta del tempo che non torna.

 

Corrado Benigni /Credits ph. Dino Ignani

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Anthony Doerr, “Il futuro dei classici”

Anthony Doer (photograph by Ulf Andersen)

In una anteprima della XVIII edizione di Letterature, Festival Internazionale di Roma, lo scrittore premio Pulitzer Anthony Doerr (Fellow del 2005), autore di All the Light We Cannot See (2014 – ed. it. Tutta la luce che non vediamo, BUR, 2014) e Residente all’American Academy in Rome questa primavera, leggerà un testo inedito che esamina il tema del Festival di quest’anno: Il domani dei classici / The Future of the Classics. Interverranno il direttore dell’American Academy in Rome John Ochsendorf e la direttrice artistica del Festival Maria Ida Gaeta.

È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l’eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio. In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all’accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani. Continua a leggere