I poeti, i re che amano troppo

[Nota a Margine ]

Alessandra Leone che scrive questo articolo, riprende  il  brano musicale “Il re di chi ama troppo” della cantante italiana Fiorella Mannoia, inciso in duetto con Tiziano Ferro e scritto da quest’ultimo.

La ballata racconta il punto di vista di chi si spende totalmente in amore, rischiando così di rimanere spesso bruciato. Per Alessandra Leone questa figura è quella del poeta.

Commento

di Alessandra Leone

C’è differenza tra i poeti e gli intellettuali del passato e quelli di oggi? Esistono ancora veri intellettuali, e se sì, perché si preferisce dar voce ai vari opinionisti, giornalisti e pseudo studiosi che si ergono a esperti di tutto? Cosa è cambiato, se effettivamente è cambiato qualcosa? Sono domande che possono apparire provocatorie, ma in realtà intendono stimolare una riflessione.

La poesia con i suoi messaggi e i suoi valori, quali libertà e uguaglianza, con quelle domande esistenziali e le sue riflessioni, non cambia né cambierà mai, essendo senza spazio né tempo. I tanti Ulisse del passato, del presente e del futuro non cercano forse quelle risposte già avute secoli fa? La voglia di capire qual è il proprio posto nel mondo e di realizzarsi, quel continuo anelito di esprimersi senza pregiudizi e paure riuscendo ad essere davvero se stessi, quella sete di serenità, pace e felicità sembrano essere sempre i medesimi.

I frammenti in dialetto eolico di Saffo, vissuta oltre 2.500 anni fa, le sue parole su sensazioni, sentimenti e tormenti amorosi verso gli uomini e verso le donne sono ancora attuali. Anche i protagonisti delle tragedie greche hanno la stessa modernità, se pensiamo che nella nostra vita capita di incontrare tanti Edipo accecati da tracotanza e superbia, dal proprio ego e dalle proprie convinzioni. Rimanendo nella famiglia del re di Tebe, l’eterno conflitto tra autorità e potere di Antigone, anticonformista contro i totalitarismi e le convenzioni sociali che consideravano la donna in secondo piano, sembrano scritte da un contemporaneo e non da Sofocle, vissuto nel V secolo a.C., se è vero che ne hanno tratto ispirazione autori come Vittorio Alfieri e Adolfo Lauro De Bosis.

Esiste ancora oggi quell’impegno civile di cui Antigone si è fatta portavoce, così come hanno fatto intellettuali, scrittori, poeti, artisti e giornalisti che hanno rischiato e rischiano anche la vita per difendere gli ideali in cui credono? Penso a personalità capaci di scuotere le coscienze attraverso la propria voce e le proprie idee, come Ungaretti e Pasolini, Yves Bonnefoy e Derek Walcott, Seamus Haeaney e Anna Politkovskaja, solo per citarne alcune.

La nostra epoca sembra smarrita, travolta da una corsa senza meta e da una smania di produttività senza fine, come se il fine ultimo della vita sia più produrre e guadagnare piuttosto che stare bene con se stessi e con il mondo. Sembra paradossale, ma la comunicazione nell’epoca di Internet e dei social non sembra essere stata mai così difficoltosa, così come appare lontano l’impegno civile e politico di soggetti di indiscutibile spessore culturale e umano. È un discorso generale, per fortuna alleggerito da alcune eccezioni. Certo, ci vuole coraggio per prendere posizione, ma si nota scarsa propensione al dialogo e al confronto. Quanto sarebbe utile, allora, una rivalutazione della lettura dei classici, la riscoperta dell’arte, del teatro e della poesia quali valori fondanti della nostra esistenza.

Riguardo al ruolo dei poeti, la loro voce non può né deve essere considerata messaggio per una “élite”; il loro messaggio è il risultato di una voce interiore, di vita vissuta, di quotidianità, di emozioni, di dolore, denuncia, rinascita e molto altro. Particolari che da personali diventano universali. Pura magia.

Il vero Poeta è un “re che ama troppo, un re di chi perdona, che sia animale o cosa, sbaglio o accusa di persona” come cantano ne “Il re di chi ama troppo” Fiorella Mannoia e Tiziano Ferro, autore del brano.

Chi se non un Poeta “non conta mai le ore perché il suo lavoro è aspettare” ed è “condannato dal difetto di chi pensa sempre nero solo perché ama per davvero”?

Sono loro, i Poeti, non adeguatamente valutati dal mercato editoriale dei nostri tempi, a farsi portavoce degli ultimi, a far emergere verità non sempre piacevoli da leggere e/o ascoltare. Questi re, nonostante le piccole o grandi difficoltà, lasciano dietro di sé una scia di luce, un invito a migliorare, a credere nel cambiamento. Sono loro che molte volte prendono per mano i giovani, prestandogli attenzione e magari dandogli delle risposte.

Quella di oggi è una generazione che vive in un mondo più insidioso e rischia di bruciare troppo velocemente le tappe, ma allo stesso tempo è coraggiosa, curiosa, sensibile, profonda.

Non credo sia casuale che Papa Francesco in passato abbia detto che “se manca la poesia, ecco che l’anima zoppica”, né che abbia scelto di firmare la prefazione del libro di poesie “Rime a sorpresa” (Tau editore) di un giovane, Luca Milanese. Un gesto forte e apparentemente controcorrente, ma che è pieno di tenerezza, fiducia e speranza verso i ragazzi.

Anche Pordenonelegge, che si svolgerà dal 14 al 18 settembre 2022 con un’apertura simultanea a Pordenone, Trieste e Lignano Sabbiadoro, darà spazio ai giovani e alla poesia. Vari gli eventi e incontri, i focus su autori ucraini e gli spettacoli letterari del festival, quest’anno giunto alla XXIII edizione.

Tra gli appuntamenti, non è possibile non ricordare nella II edizione dell’Umberto Saba Poesia la vittoria di Milo De Angelis, premiato lo scorso marzo con la raccolta “Linea intera, linea spezzata” (Edizioni Mondadori) e al quale è stato dedicato un docu-video. Girato nel cuore di Trieste e realizzato da Fondazione Pordenonelegge.it in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Trieste e con il Lets Letteratura Trieste, è un’occasione per conoscere meglio un grande poeta del nostro tempo, la cui voce dalla sua Milano arriva ovunque.

A proposito del legame con Saba, De Angelis afferma: «Il mio rapporto con Saba è stato dapprima scolastico e legato al Saba tradizionale, quello delle poesie sul Carso e de “La Capra”. Ma poi ne ho scoperto uno più visionario e onirico, a me senz’altro più vicino, Il Saba di Ulisse e delle ultime poesie, specialmente quelle degli anni Quaranta in poi… Anche Trieste è una città da sempre al centro delle mie passioni: mi ha commosso visitarla in occasione del Premio Saba, ho potuto visitare luoghi e librerie che non avevo ancora conosciuto sul campo e che mi hanno emozionato».

La vita e le emozioni, i ricordi e le passioni, ma anche Eros e Thanatos tra i temi più frequenti dei poeti di tutti i tempi. Una contrapposizione tipica, in un alternarsi di luce e buio, sole e ombre, suono e silenzio con le infinite sfumature che compongono la tavolozza della vita, tra componenti simboliche, riferimenti e significati più o meno espliciti.

Pensiamo a poeti come Foscolo, Manzoni, Leopardi o Carducci… E oggi?

Oggi ci sono argomenti tabù per la società in cui viviamo e si ha difficoltà a parlarne, anche se magari dentro di sé ciascuno si pone non poche domande. Anche stavolta i Poeti ci prendono per mano, rassicurandoci.
Luigia Sorrentino nel suo “Piazzale senza nome” parla di Eros e Thanatos, apparentemente così distanti, ma non come si tende a credere. La citazione di Plutarco “La morte dei vecchi è come un approdare al porto, ma la morte dei giovani è una perdita, un naufragio” (Fragmenta 205 Sandbach) con la dedica al padre, fa già capire al lettore il viaggio che sta per intraprendere.

Incredulità, inaccettabilità, provare a sopravvivere al dolore, cercare il suo perché (anche se delle volte non c’è), la finitudine dell’uomo, ciò che è superiore e inspiegabile razionalmente. Cosa rimarrà di quelle vite che non ci sono più? Rimarrà il ricordo di chi resta?

C’è una luce oltre questo tunnel, una speranza che accompagni le anime nel loro nuovo cammino? Qui entra in gioco la forza della vita, la potenza della parola, la Bellezza, Dio o gli Dei per chi ha fede, il messaggio dei nostri predecessori con i loro insegnamenti, l’Anima del Mondo.

Come scrive la Sorrentino, “Luminosa potenza/abbandonata e sola/trascina giù, riempie/tutta la forza… guarisca lo sguardo/le nostre cadute nella notte/guarisca lo sguardo/ciò che la caduta disperde”.

È anche grazie ai Poeti, a questi re che amano troppo, ai loro messaggi, alle domande e loro risposte che si può capire e intravedere meglio quell’orizzonte. Perché, alla fine, ciò che conta veramente nella vita rimarrà. L’Amore, in tutte le sue forme, rimarrà. Sempre e per sempre.

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