Giulia Napoleone alla conquista di Mantova Poesia

Giulia Napoleone

Nota critica 
di
Alessandra Leone

C’è un nesso tra arte e poesia? Forse il non detto, ciò che rimane sospeso, il sottinteso, ciò che dipende da chi guarda o legge l’opera in base alla propria esperienza personale, pur avendo entrambi un linguaggio universale senza ieri, oggi e domani, ma che varrà per l’eternità?

Sono domande che sorgono spontanee vedendo la mostra di Giulia Napoleone, inaugurata sabato 7 maggio 2022 a Mantova alla Casa di Rigoletto, edificio storico raffigurato nella scenografia originale della prima dell’opera omonima di Giuseppe Verdi.

Curata dallo scrittore Stefano Iori e organizzata dall’associazione La Corte dei Poeti, “Segni e poesia” è inserita all’interno dell’ottava edizione del “Festival Mantova Poesia”, con i patrocini di Regione Lombardia, Comune e Provincia di Mantova e potrà essere visitata tutti i giorni dalle 9 alle 18 fino al 5 giugno prossimo (ingresso libero).

Il testo in catalogo, a cura di Rosa Pierno, ci inserisce nel magico mondo della Napoleone, fatto di amore, eleganza, sensibilità, bellezza, curiosità e indiscusso talento. Un mondo fatto di grandissima cultura e tecnica, come si può notare dai sedici disegni a inchiostro di china su carta a mano (courtesy Galleria Il Ponte di Andrea Alibrandi, Firenze), con cui l’artista rende omaggio a dei versi di alcuni dei suoi poeti preferiti. Da un’attenta lettura, da un attento ascolto e ascolto di sé, nasce la scintilla, l’ispirazione e l’ideazione delle sue opere.

I poeti ai quali la Napoleone ha dedicato i suoi disegni sono: Annelisa Alleva, Maria Clelia Cardona, Milo De Angelis, Roberto Deidier, Biancamaria Frabotta, Gilberto Isella, Maria Gabriela Llansol, Fabio Merlini, Alberto Nessi, Yves Peyré, Giancarlo Pontiggia, Fabio Pusterla, Roberto Rossi Precerutti, Leonardo Sinisgalli, Luigia Sorrentino e Marco Vitale.

Il verso Ma non ha regole, mai, la via del dolore, contenuto in Tutte le poesie di Milo De Angelis lascia intravedere il percorso tortuoso, i percorsi del dolore che non sono mai lineari e regolari. Le spine vegetali rappresentate come segni difensivi propri dell’uomo e dell’esistere. Luce come metafora di verità; luce come purezza e possibilità di chiarezza, che porta con sé i due aspetti del vedere e dell’essere abbagliati da tale luce, da tale forza e profondità.

Nel disegno Piazzale senza nome tratto dall’omonimo titolo del libro di poesia di Luigia Sorrentino c’è “un luogo rarefatto, quasi privo di elementi compositivi, nel quale il nesso tra spazio e vuoto resta nella dialogica di un esito, pur se esso è difficilmente determinabile. Lo spazio contiene il vuoto o viceversa?”, continua la Pierno.

“È con la percezione e l’intuito, la ragione e l’emozione, che la scoperta dell’arte ammanta di tesori i riguardanti. L’opera dà modo di osservare i passaggi infinitesimali che a stento l’occhio riconosce nella straordinaria, ponderatissima distribuzione dei brevissimi tratti d’inchiostro, i quali delineano la prima ordinata aureola di stelle/pianeti e la seconda, disordinata come la nube di Oort”.

Oltre alle interpretazioni attraverso i disegni dei poeti su detti, è presente anche il libro Nell’aria del mattino (frammenti di un prologo), firmato da Elio Pecora e con pastelli di Giulia Napoleone, i cui testi sono stampati a mano sui torchi della Stamperia d’arte il Bulino a Roma (2020).

Si tratta di 35 esemplari, le cui copertine, una diversa dall’altro, sono realizzate con il pastello blu chiaro, mentre all’interno si passa da sfumature sui toni del blu, del porpora e del viola, in un gioco di luce e ombre che si ritrova sia nella lingua di Pecora sia nelle opere dell’artista pescarese. Un mix di passaggi che danno la sensazione di tridimensionalità, in disegni con intenti illusionistici con cerchi dal diametro crescente, dando l’impressione di una profondità fittizia, diversa in ogni libro. Un gioco di luci e ombre, quindi, di densità e rarefazione, di periodi di sole e nubi come lo è la vita d’altronde.

“Esplicitamente segno e poesia si dichiarano dunque vicini. Eppure, in questi “ritratti” il poeta non c’è. Egli è evocato. Il suo canto ci giunge attraverso le opere a china di Giulia come una voce di silenzio sottile, o meglio, come una voce di silenzio svuotato. Il parallelo con il silenzio in cui il profeta Elia trova Do (Libri dei Profeti o dei Re 1-19, 11-13) è perfetto per un’interpretazione intima e svelante del geniale progetto artistico sul quale è stata costruita la mostra”, dichiara il Direttore artistico di Mantova Poesia, Stefano Iori.

Con le opere dell’artista si è sul ciglio, quasi in bilico, in una soglia che ci porta dritti alla Verità, andando oltre le apparenze e ai luoghi comuni. Si tratta di un lavoro in cui si ha estrema fiducia nella parola e nell’arte, nell’ispirazione guidata da una tecnica molto precisa, attenta, che mira alla perfezione, quasi come quella degli amanuensi; fiducia nella parola e nell’arte, fiducia nella tecnica e nella capacità di rendere universale delle sensazioni personali che si fanno comuni, senza alcuna distinzione; fiducia nella parola della poesia, così come diceva Emily Dickinson in “Questa parola fidata”, essendo la parola della poesia fidata, “affidata”, “fedele” e quindi una parola a cui ci si può affidare.

Unite a tutto ciò una grande empatia, parole e silenzi, sguardi, piccoli gesti o semplici eventi della vita di ogni giorno che possono sembrare quasi impercettibili, poco importanti o addirittura banali ad un occhio superficiale, ma che solo anime attente, molto sensibili e di grande preparazione quali sono i veri Poeti e artisti come la Napoleone sono capaci di catturare e fissarli nella propria mente, magari prendere ispirazione per un loro prossimo lavoro. Un esempio? La bellezza della natura, il confronto con una persona amica, l’ascolto della musica (in particolare il jazz), il coccolare i propri amici a quattro zampe (nel caso della Napoleone, le sue splendide gatte Cordelia e Folletto). Gesti semplici che fanno grandi la vita e rendono l’oggi migliore. Gli esseri umani, la madre terra, gli animali, l’arte come un modo per migliorarsi, per conoscersi, per ricordarci chi siamo, riportarci sulla retta via. Non siamo monadi, ma animali sociali che viviamo sotto lo stesso cielo, accomunati da tante cose, ma. Ciascuno con la propria unicità.

I principali temi delle sedici opere di Giulia sono: la geometria, lo spazio, il tempo, l’infinito, le orbite celesti, la luce, l’oscurità, l’armonia, il ritmo, il suono, il silenzio, con l’obiettivo di rendere visibili i concetti astratti. Nel fondamentale binomio lune/oscurità, non ci troviamo davanti a un’antinomia, come potrebbe sembrare: la notte si può vedere come divergenza dal giorno, non potendo esserci notte senza giorno, buio senza luce.

Durante l’inaugurazione della mostra, è stato molto emozionante il ricordo di Biancamaria Frabotta, sia come poeta sia come donna, per ciò che ha lasciato che non si dimenticherà. Tanti gli amici e i poeti presenti che hanno ricordato la poetessa, scrittrice, giornalista e accademica romana. Nella sua opera Dal nero al nero la luce è nel trapasso, la rottura della simmetria o meglio della consistenza di due piani che sono accostati in senso verticale, ma che sono non allineati, provoca la mancata coincidenza dei semicerchi stellari…. Ciascun brillante raggio, collocato su semicerchi differenti, secondo la potenza della luminosità, non rappresenta un rompicapo, ma una diversa regolarità nell’ordine solo supposto dell’universo. E, tuttavia, i corpi lucenti più grandi, che si trovano al centro, non contribuiscono alla produzione di un effetto tridimensionale, sembrano piuttosto levitare”, afferma Rosa Pierno.

Si percepisce facilmente quanto la Napoleone sia appassionata di scrittura, di poesia e della carta stampata, diventandone maggiormente consapevole grazie al lavoro di ricerca creativa e di insegnamento alla Calcografia Nazionale e all’amicizia con diversi poeti, scrittori ed editori. Quanto la senta dentro e ne senta coinvolta e travolta.

Oltre all’amore per la poesia, è evidente anche uno stretto legame con la scienza: osservando i disegni della mostra, è evidente la reminiscenza dei disegni di Galileo Galilei per rappresentare la superficie lunare che appariva ombreggiata per i rilievi montusosi, oltre ai moti reciproci delle orbite dei pianeti di Keplero in “Mysterium Cosmographicum”.

“Le mirabili ordinate costruzioni di Giulia Napoleone ci ricordano anche le molecole che si trovano in disordine, prima che l’artista intervenga, imponendo loro un diverso assetto. La stasi tipica del disegno non deve trarre in inganno: esso non necessariamente esclude il moto, attraversato com’è da legami analogici, allusivi e mnemonici”, afferma Rosa Pierno.

Il risultato è il raggiungimento di qualcosa senza tempo né età, di un modo unico per rappresentare l’infinito, il divino, lo scorrere del tempo. Un qualcosa che sembra vada al di sopra di ogni spiegazione, perché delle volte non c’è bisogno delle volte di spiegazioni, non c’è bisogno di raccontare come è nata un’opera o una poesia. Bisogna far parlare il cuore e le emozioni; bisogna essere sinceri e capire ciò che ha trasmesso, incuriosito e magari insegnato.

Un’artista davvero affascinante e dai mille talenti, piena di passione e curiosità, con animo sensibile e puro, molto alla mano e umile. Da sempre grande amante dell’equitazione, La Napoleone ha tenuto sempre nel cuore il suo cavallo Sula, a cui è dedicata Il Sogno di Sula, dall’omonimo testo di Marco Vitale, scritto in occasione dell’esposizione Sogno di Sula, Bibliothé Gallery, Roma.

Qui emerge una visione onirica, con spazio per l’immaginazione e per chi sogna e continuerà a sognare, anche se di giorno è più complicato. Ma una donna del genere, che ci mette il cuore e l’anima in tutto ciò che fa, immersa nell’arte, nella poesia, tra campi di lavanda e le sue splendide piante, ci si aspetta di continuare ad essere sempre stupiti. Perché come le ripeteva il suo istruttore di equitazione, riprendendo un motto suggerito dal grande D’Inzeo “butta il cuore oltre l’ostacolo e poi vallo a riprendere”.

La Napoleone ci mette tanto, tantissimo cuore, andando oltre l’ostacolo senza alcun timore e poi lo va a riprendere arricchendo e affascinando chi le sta accanto.

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