Dmytro Tchystiak, “l’alba nel riflesso delle magnolie”

Dmytro Tchystiak

КВІТИ (VI)

Світає – чистим шепотом магнолій
Удалині, та вихлюпом у далеч
Ти постаєш із ложа, де мерцями
Розпались ми в потопі (білий біль
І калиновий викрик – нам у серце,
Нічним, бо молодо), таки не постаєш –
Перетікаєш вицвітом-кларнетом,
Так високо, що нота – ніби смерть,
А птахи озиваються звідтіль, і стане
так, немов одного руху досить –
лиш відхили вікно і залелій
над обшир усієї рани світла –
щоб сотворити…
Світає!

Fleurs (VI)

Voici l’aube dans le reflet des magnolias
tremblotants puis tu t’élèves dans l’espace,
tu sors ton lit où nous étions noyés
dans le déluge morbide (avec cette douleur blanche,
ce cri rouge d’obier qui transperçait les jeunes,
les nocturnes), en effet tu ne t’élèves pas,
tu flottes comme cette coulée d’une clarinette
si haut que la note atteint la mort,
et au-delà les oiseaux s’éveillent et te répondent,
et on dirait qu’un seul mouvement suffirait :
par exemple, celui d’ouvrir la vitre et de trembler
au-delà de cette plaie de lumière,
pour créer
l’aube !

 

FIORI (VI)

Ecco l’alba nel riflesso delle magnolie
tremante ti elevi nello spazio
ti alzi dal letto, dove siamo annegati
nel diluvio morboso (con questo dolore bianco,
e il grido rosso del viburno che trafigge i giovani,
i notturni), anzi non ti alzi,
fluttui come questo suono di clarinetto
così alto che la nota raggiunge la morte,
e al di là gli uccelli si svegliano e rispondono
e si direbbe che una mossa sia sufficiente
per esempio, aprire la finestra e tremare
oltre questo taglio di luce
per creare
l’alba!

(Traduzione dalla versione francese di Laura Garavaglia)

Commento di Monica Acito

La poesia di Dmytro Tchystiak si fa corpo, è carne viva e sembra di toccare con mano ogni lettera che ne compone i versi.

Ogni parola pare illuminare la poesia, con dei fasci di luce che accarezzano le righe: il tono è vagamente surrealista, a metà strada tra realtà e mondo onirico. Il lessico è vivo e vibrante, l’autore crea un microcosmo che possiamo sentire sulla pelle: il riflesso delle magnolie, il diluvio morboso, la finestra, la stanza inondata dalla luce del mattino.

Quella che Dmytro Tchystiak crea è una normalità dolce e inquietante al tempo stesso; è una musica infernale che riesce però a infondere pace al lettore. La normalità di Tchystiak non è solo fatta di lenzuola bianche e albe che penetrano dalla finestra, ma è qualcosa di profondamente allucinato: lo dimostra l’uso sapiente delle sinestesie (dolore bianco, grido rosso), che sono come pennellate che deformano lo spazio lirico.

Il verso degli uccelli è la colonna sonora di questo quadretto che non è certamente un idillio, ma un sogno lucido che culla e fa annegare insieme.

A rasserenare il tutto c’è il finale, l’alba, che contiene ogni contraddizione nel suo bianco fisso ed eterno.

______________

Dmytro Tchystiak è poeta di lingua ucraina e francofona, scrittore di racconti, critico letterario e traduttore, accademico e giornalista. È professore alla National Taras Shevchenko Kyiv University, editore presso le case editrici ucraine “Raduga” e “Summit-Knyga”, e lettore di alcuni editori francesi e belgi. Ha pubblicato 45 libri che gli hanno portato alcuni premi nazionali e internazionali in Ucraina, Francia, Belgio, Germania, Grecia e Romania. Ha tradotto molti scrittori slavi e francofoni in ucraino e circa 50 scrittori in francese. È membro dell’Accademia Europea delle Scienze, delle Arti e delle Lettere (Parigi) e membro corrispondente dell’Accademia delle scienze dell’istruzione superiore dell’Ucraina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *