Antonio Riccardi, “Ex voto. Tre sogni e un ruggito”

Antonio Riccardi, credits ph. Dino Ignani

 A  N  T  E  P  R  I  M  A      E  D  I  T  O R  I  A  L  E

Pubblichiamo in esclusiva una poesia inedita e una nota di Antonio Riccardi contenute nella plaquette che uscirà con Amos Edizioni a settembre 2021 e che sarà presentata al Festival Pordenonelegge.

 

 

Enigma in forma di alfabeto
Terzo sogno

Ancora in sogno, mio padre plana
dal grande ciliegio del Madone
come se niente fosse e planando
mi parla sottovoce, senza affanno
del nostro podere oggi mal tenuto
a pensarlo nel suo splendore
cinque generazioni prima di noi
quando a tenerlo era Pietro Giovanni
appena chiuso il secolo dei Lumi
e con quello se dio vuole la deriva
la smania di cambiare le cose buone
tanto bene e a lungo pensate.

Non erano mai stati da un’altra parte
in nessun posto, via da Langhirano
dice piegando le ali
come per dire: bisogna capire
aver pazienza con i morti
a volte più che con i vivi…
e per sigillo
prende uno stecco di sambuco
segna in terra vicino a me
due parole con due segni a croce
e un fiore dentro un anello aperto
per dirmi qualcosa che devo capire
un codice che io però non vedo,
non so vedere.

Poi cancella con la mano a taglio,
un gesto largo dal basso in su
e segna in terra una lettera alla volta
per farmi vedere l’enigma del futuro
in forma di alfabeto.

 


 

Tenebre della mia cronologia

 

 

Gioia o tormento, vedere in sogno?

Indizi della nostra vita corrente, attiva, emergono da un fondo indistinto nella forma di dettagli minimi, precisi, che lì per lì ci convincono con la loro limpida attendibilità. Piccole cose chiare immerse in un contorno opaco e sfuggente, poco comprensibile, vivide e pungenti come spilli. Mica da star tranquilli.

Tormento, per me, o anche peggio: malessere, desolazione… Angoscia, perfino. Difficile dire con gli strumenti della mente desta e disciplinata. Chissà, è così per tutti?

Fortunatamente, non mi capita spesso di vedere in sogno, né di ricordare ciò che ho visto. Non mi rimane traccia dell’attività onirica notturna, quasi mai. Almeno per questo motivo, ho sempre pensato di essere fortunato. I would prefer not to, come si dice in modo proverbiale. Così è per me, con i sogni: preferisco non indagare, non sapere, non incontrare i miei fantasmi a tu per tu.

Raramente, però, capita che veda e che, ahimè, ricordi

Questi Ex voto in versi corrispondono ad altrettanti episodi onirici da me vissuti con sgomentevole e perdurante chiarezza. I tre poemetti drammatizzano il dialogo, mentale piuttosto che altro, tra un figlio e un padre.

Il primo componimento, Il figlio vede in sogno il padre nuotare in camera da letto, apre il volume Aquarama e altre poesie d’amore ed è stato scritto una ventina di anni fa; il secondo, Visione all’alba del padre che vede il padre con i suoi in posa per la foto di famiglia nel 1905, è il cuore dei Tormenti della cattività, il mio ultimo libro di poesie; il terzo, Enigma in forma di alfabeto, è inedito. I primi due hanno avuto diverse stesure e riprese, anche piuttosto accidentate, in special modo il secondo; l’Enigma, che in un primo tempo si intitolava Alfabeto in sogno, è stato scritto quasi ‘di getto’, cosa per me inconsueta, a Bellagio, nel magico studiolo delle vedute lacustri in casa di Laura, Edoardo e Filippo Grandi, nel mese di dicembre 2019.

Per ragioni che non so dire, se non alludendo alle défaillances della mia macchina digestiva, solo questi tre sogni sono rimasti impressi nella mia memoria e nella mia vita da sveglio. Indelebilmente fissati come segni araldici della mia cronologia notturna, altrimenti del tutto evanescente, sono all’origine dei testi di questo volumetto, come la scintilla lo è per una detonazione.

Rimane la questione, in fondo: si danno ammaestramenti in sogno? Che valore ha – e che senso – smontare, rivivere, rimontare ciò che il sogno racconta?

Dettagli che importano a nessuno, certamente. In questo caso però, almeno qui, pensando a questi tre poemetti, per me vale la confessione forse ingenua, ma al contempo immortale, di Jean-Jacques: les sentimens ne se décrivent bien que par leurs effets.

Quanto alla poesia Il ruggito, si tratta di un testo scritto di recente per il progetto Silenzio lagunare. Voci d’autore per Torcello (Edizioni Scuola di Grafica dell’Accademia di belle arti di Venezia) e allude a una circostanza urbanistica curiosa. Negli anni Cinquanta del secolo scorso, al confine tra Milano e Sesto San Giovanni, si trovava un piccolo zoo privato. Il proprietario, che in passato era stato in Africa – cosa di cui con tutta evidenza non si era dimenticato – aveva lì raccolto alcuni animali, forse dismessi da qualche modesto circo di provincia. Accanto a quelli, vivevano in stravagante comunione asini, capre, anatre, galline, cani, gatti…

Io non ho fatto in tempo a vedere quel luogo, così vivo invece nella memoria di chi lo ha conosciuto allora. Anche se i loro ricordi, tanto accesi e commossi solo a sentirne domandare, in fondo sono ora lacunosi, vaghi, con dettagli incerti, opachi.

Di quel residuo catastale pieno di animali, insieme improbabile zoo e sgangherata cascina agricola, si è perduta ogni traccia, anche la più minuta. Poco male, ovvio. I luoghi di questo tipo, spazi urbani transitori, occasionali, non pianificati, soprattutto in certi momenti storici sono destinati a cambiare la propria fisionomia in modo repentino.

Mi interessa però accostare Il ruggito ai tre sogni di Ex voto perché nei sogni come nelle città ogni cosa ne nasconde un’altra, o più di una, e non di rado le aree residuali, da una parte e dall’altra, sono posti dove resta impigliato il passato, come in una rete da pesca, con le sue forme sorprendenti o paurose. Aveva visto bene Calvino, il materiale edilizio delle città è lo stesso dei sogni, le une e gli altri sono fatti di desideri e di paure.

Antonio Riccardi

Ex voto. Tre sogni e un ruggito Amos Edizioni, settembre 2021

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Antonio Riccardi è nato a Parma nel 1962 e ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università di Pavia. Vive a Sesto San Giovanni e lavora nell’editoria. Da gennaio 2017 è Direttore editoriale della casa editrice Società Editrice Milanese (SEM). Come poeta ha pubblicato Gli impianti del dovere e della guerra (Garzanti, 2004), Aquarama e altre poesie d’amore (Garzanti, 2009), Il profitto domestico (Il Saggiatore, 2015) e Tormenti della cattività (Garzanti, 2018).

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