Alessandra Paradisi, “Pardes”

Alessandra Paradisi

Yin e Yang

Ho cercato il verso
e il riverso del cuore
la nota dominante
e la terza minore.
L’accordo della vita
su tasti bianchi e neri
perdendo con gli opposti
le certezze di ieri.

***

Alice delle Meraviglie
(Attraverso lo specchio)

Va tutto alla rovescia
è facile scambiare
l’archetipo del testo
la vita da giocare.
Il gesto di riflesso
ad opposto andare
d’azzardo nello specchio
per le perdute scale.

***

Il principio di indeterminazione

Nessuno può
toccare il mio dolore:
se gli stai dietro
non lo puoi guardare
e se lo guardi
non sai dove cercare.
Nessuno può
toccare il mio dolore:
sprofonda negli abissi
e sale fra le stelle
viaggia per galassie
e ritorna nelle particelle.
Nessuno può
toccare il mio dolore:
deride il tempo
per enne dimensioni
e alla materia
toglie la ragione.

***

Resta tersa tra sera e seta

Vorrei scriverti ora
di ogni minuto
che ho tenuto stretto
di ogni sorriso
smarrito nel da farsi
di ogni parola
rimasta nel pensiero
di ogni timore
e tutte le speranze.
Ma sciupare il silenzio
non sarebbe garbato
e il tuo vestito
è così elegante.

***

Fermiamoci qui;
accostiamo i pensieri
prima che trovino parole.
C’è ancora tempo
per sorprenderci altrove
inseguendo un bacio
o una risata.
Fermiamoci qui;
aspettiamo che il Cielo
sussurri un’altra storia.

Da: Pardes, di Alessandra Paradisi, I Quaderni del Bardo, Collana FUOCHI diretta da Ottavio Rossani (marzo, 2020)

 

Questo volumetto è stato composto da Mauro Marino nella sede del Fondo Verri a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso, 8 per conto dell’editore Stefano Donno.

POSTFAZIONE DELL’AUTRICE

La mia vita, come per ognuno di noi, è tutta nel nome: Alessandra Paradisi. Alessandra deriva dal greco Aléxandros (difensore degli uomini). Paradisi prende origini dal persiano pairidaeza per approdare al greco paradeisos e all’ebraico pardes, conservando lo stesso significato originario (giardino/recinto).

Sono nata, lavoro e vivo a Roma e ho trascorso significativi periodi della mia vita nei paesi arabi.

Ho solcato i mari mossi della giovinezza, ho combattuto battaglie personali e sociali, ho attraversato i deserti esistenziali dell’età di mezzo, per incontrare le parole.

Come? Partendo da Aléxandros alla ricerca di Pardes, attraverso il Mediterraneo ed i suoi alfabeti. In primis quello ebraico.

L’alfabeto ebraico (praticamente identico nella lingua antica e moderna) come per quasi tutte le scritture semitiche, compreso l’arabo, non ha vocali ma solo consonanti (anche se naturalmente nella lingua parlata le vocali si pronunciano). Per questo si dice che la Torah (il Pentateuco), che è stata scritta senza vocali e senza interpunzioni, è un libro “vivo”, che muta nel tempo e nello spazio a seconda di chi legge e quando legge.

Lo stesso meccanismo anima la Poesia: un dialogo tra chi scrive e chi legge che porta lontano, oltre l’orizzonte del testo. La rima è un modo per varcare l’orizzonte. Le assonanze, le analogie, le permutazioni, sono strumenti di creazione continua ed imprevista (come ne il vascello fantasma) che si offrono ad ogni lettore.

Questa conoscenza sapienziale si traduce nella Cabala in una parola: PRDS (Pardes).

Non posso, per nome, sfuggire alla regola del PRDS anche nelle mie poesie e ai quattro livelli di lettura (interpretazione) che la Cabala ci insegna.

PARDES è la chiave della raccolta, è la raccolta.

La parola Pardes in ebraico è composta da quattro lettere che formano l’acronimo (secondo le tecniche di interpretazione cabalistica) di Peshat, Remez, Derash, Sod: semplice, simbolico, omiletico, segreto. Come la Torah, la nostra vita e il mondo che ci circonda possono essere letti a questi quattro livelli: quello “letterale” o storico; quello simbolico, attraverso l’immagine che con la materia il mondo invia della cosa in sé e noi inviamo della nostra anima; quello omiletico, che la ragione ci offre a commento e interpretazione della nostra vita e delle leggi che la governano; quello segreto, i cui strumenti di comprensione vanno oltre il razionale.

Sebbene i miei studi guardino oggi in una chiara direzione, mi sono confrontata nel viaggio con autori molto diversi e anche distanti da me. Così non deve sorprendere che l’ordine delle poesie e l’indice simbolico della raccolta siano nati dalla lettura “fuori canone” del Libro della Creazione di Igor Sibaldi.

Sebbene gli esegeti possano alzare il sopracciglio di fronte alle traduzioni dei passi biblici di Igor Sibaldi, alcune delle quali riprese nell’indice simbolico, il suo metodo è certamente esplicativo. Difficile, infatti, comprendere l’alfabeto ebraico senza riconoscerne la matrice, attraverso la scrittura proto-sinaitica, nei geroglifici egizi (medu neter = parole del neter), sebbene elevati in un sistema rivoluzionario.

Sull’argomento illuminante è stato per me il testo di Marc-Alain Ouaknin “Mystères de l’alphabet” (Editions Assouline), disponibile anche in italiano. La natura di geroglifici, di sacre incisioni, spiega perché le lettere ebraiche hanno un valore ed un senso non convenzionale bensì simbolico-evocativo. Un esempio: Bet, la nostra B, significa anche casa: anche se vocalizzate differentemente si scrivono cioè con le stesse consonanti. Se si guarda alla lettera dell’alfabeto ebraico, si nota una corrispondenza con il geroglifico che significa casa, contenitore, etc.

Ecco una delle ragioni forti per cui si potrebbe sostenere che la Bibbia inizia con la Bet e non con l’Alef (la prima parola della Genesi infatti è Bereshit, ossia “In principio”: proprio perché l’energia per trasformarsi in materia deve trovare la sua forma, il suo “recipiente” ed essere trattenuta (la fisica ci dice che il “bosone di Higgs”, suggestivamente soprannominato “la particella di Dio”, è alla base del campo che trasforma l’energia in materia, rallentando le particelle elementari e fornendo così loro la massa).

Mi fermo qui, perché questa è una strada che porta lontano dalla raccolta, non senza indicarla ad ogni possibile lettore/viaggiatore, vecchio o nuovo che sia. Torno più modestamente al mio percorso per dare qualche orientamento di massima sulle rotte del Mediterraneo e la strada di Casa, ovviamente con piena libertà di percorso.

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NOTIZIA SULL’AUTRICE

Alessandra Paradisi vive e lavora a Roma. Dirigente della RAI, è esperta di relazioni internazionali e di comunicazione. Ha rivestito nel corso degli anni ruoli importanti in organismi istituzionali e incarichi di vertice in associazioni internazionali del settore audiovisivo dell’area euromediterranea. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Petrouchka (Omaggio a Stravinsky), 1989, San Marco Libri, CodiceinVerso, 2008, Editori Riuniti.

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