Maratona di poesia, 22-28 marzo 2021

In occasione dei festeggiamenti della Giornata mondiale della poesia 2021 ho scelto di pubblicare le poesie di Massimiliano Bardotti, Robin Corradini, Giuseppe De Martino, Agata De Nuccio, Vernalda Di Tanna, Fernanda Mancini, Lorenzo Mele, Maria Teresa Murgida, Chiara Olivero, fra le tantissime che  sono pervenute dopo l’invito da me rivolto su Instagram. A queste poesie se ne aggiungeranno altre,  tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021 e che, secondo me, non sono poesie solipsistiche, ma invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.

Luigia Sorrentino

22 Marzo 2021

Massimiliano Bardotti

Scrivo “mandorlo”
affinché tu lo veda fiorire.
Scrivo “gelsomino”
perché tu ne senta l’odore.

Da: Il colore dei ciliegi da febbraio a maggio, Fara ed.

Massimiliano Bardotti (1976) è nato e vive a Castelfiorentino. Poeta, è presidente dell’associazione culturale Sguardo e Sogno, fondata da Paola Lucarini.
Pubblica tra gli altri: Il Dio che ho incontrato (2017 Edizioni Nerbini), Diario segreto di un uomo qualunque, appunti spirituali (2019 Tau Edizioni) recensito da Elena Buia Rutt sull’Osservatore Romano.
A marzo 2020 con Fara editore esce Il colore dei ciliegi da febbraio a maggio, scritto insieme a Gregorio Iacopini e con la prefazione di Filippo Davoli e la postfazione di Isabella Leardini.
Nel 2017 a Castelfiorentino, fonda la Scuola di poesia presso l’associazione culturale OltreDanza. Dal 2018 conduce: “L’infinito, la poesia come sguardo: Ciclo di incontri con poeti contemporanei” al san Leonardo al palco di Prato.

Robin Corradini

Vorrei invitarti a cena, e però
posso solo ospitarti come ospiterei
una pellegrina se io fossi
un monastero ortodosso, appoggiato
su una gola boscosa,
dove i torrenti scorrono
sotterranei, prepotenti solo lontani
dall’altare, sempre nascosto.

Non è un problema la pelle
scoperta, all’ingresso troverai gonne, panni
multicolori, profumati d’incenso
e cera d’api. Nascondi le gambe, le braccia
quel tanto che basta a non sovvertire
gli equilibri invisibili che tengono in piedi le mura.
Ho l’obbligo di chiudere gli occhi su te,
ma tutta la libertà di offrirti le stoffe
più belle che posso.

Ho tre anime antiche e un novizio
a sacramentare, a raccontare le vite dei santi
in mezzo ai susini, in attesa
della distillazione dei frutti. Imbottiglieremo
acquavite il prossimo autunno: vorrai tornare
da me, a baciare il bicchiere, a chiedermi
ancora una volta
di interpretare i tuoi sogni, a fare cadere
le stoffe preziose, a scoprire le spalle,
a far esondare i torrenti?

Robin Corradini è nato a Roma nel 1983. Si è laureato presso la Sapienza Università di
Roma in Antropologia Culturale e da sempre ama le lingue, le scienze, la musica e il
mangiar bene. Vive a Latina e si occupa di agricoltura come agente di commercio.

Giuseppe De Martino

Stupido giorno d’agosto

Sembra uno stupido giorno d’agosto
sul letto il sole mi sfianca,
osservo il soffitto della camera,
la pittura bianca, rovinata
si scioglie per il calore.
Piccole gocce cadono e fendono la luce del sole
che entra dai fori attraverso le persiane.
Queste sono rimaste uguali, quasi inamovibili
mentre mi guardavano crescere.
Ora che sono cresciuto il loro compito
è quello di creare in me una sorta di nostalgia che ancora non capisco,
una nostalgia che mi colpisce
mentre il soffitto continua a piovermi sul viso
e un po’ quasi mi rinfresca.

Giuseppe De Martino, nato a Nocera Inferiore il 10 Ottobre 1995.

Agata De Nuccio

Accovacciata in silenzio l’estate
è in attesa di pioggia,
le foglie flosce e il ragno benevolo
agitano la trave del tetto,
con fili di seta arpeggia le corde
sento un suono di acqua dolce.
La trama è sempre la stessa,
l’estate che finisce e l’autunno
mi riconcilia con la terra
l’ultima luce ripone l’oro nelle foglie
la danza solenne delle stagioni.
Verrà l’alba, un giorno nuovo,
la saggezza dell’attesa,
le correnti, i lampi d’inverno
e il tuono potente del tuo amore.

Agata De Nuccio, nasce a Castrignano del Capo (Le). Vive e lavora in un piccolo paese in provincia di Verona. Diplomata con una grande passione per la scrittura e lettura.
Inizia il suo viaggio poetico giovanissima. Tantissimi sono i concorsi vinti, premi Nazionali e Internazionali. Nel 2014 nella rosa dei semifinalisti al Premio Camaiore. Ultimo in ordine di tempo Premio internazionale di Letteratura Città di Como nella sezione Multimediale.
Scrive racconti per ragazzi, porta nelle scuole da molti anni laboratori e progetti di Poesia. “Il mio obbiettivo non è pubblicare libri che pochi leggeranno ma creare lettori, creare un cammino dentro al linguaggio e fare della poesia stessa una lingua unificante.”

Vernalda Di Tanna

Nutrimento disumano

La distanza allatta ogni domanda,
spettina la pelle. E la tua lingua,
stiracchiata, sussurra una voce
disumana. Resta a galla una rete
spoglia d’acqua. Se ami il giorno,
rischi di fraintendere le stelle: il callo
della malinconia è la doppia
vita che sa fingere la nostalgia.

(Inedito).
Vernalda Di Tanna (Vasto, 1997), laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, è studentessa di Filologia Moderna. Dal 2019, è redattrice del lit-blog Laboratori Poesia. Suoi inediti sono apparsi su riviste e blog, tra cui Interno Poesia, Poetarum Silva e laRepubblica – Milano (per la Bottega di poesia, a cura di Maurizio Cucchi).

Fernanda Mancini

Alberi di foresta

Alberi di foresta siamo
la pioggia scivola
in gocce
il sole scalfisce
qualche crosta
l’un l’altro ci specchiamo
tra rami e foglie
dentro nel fusto
il mistero

Fernanda Mancini è nata a Roma, dove ha studiato filosofia all’Università “La Sapienza”. Vive tra Roma e Berlino, ha collaborato e collabora con quotidiani e riviste per la parte culturale, ha frequentato le Accademie di Belle Arti di Roma e Berlino. Ha esposto sue opere in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia sia all‘estero. Ha esposto al Museo Nazionale di Stettino, all’Istituto Italiano di Cultura di Colonia e Berlino, alla Ebert Stiftung di Berlino. L’insoddisfazione per un pensiero esercitato solo su concetti e parole astratte l’ha condotta ad una profonda riflessione che ha fatto emergere il suo personale mondo di immagini e la facoltà di aprire a rinnovate essenze espressive le forme logiche, in modo inaspettato e singolare.
Nel 2015 ha avuto il primo premio di “Ritratti di Poesia. 140” con la poesia “La Rosa come l’Acqua”
sempre nel 2015 la menzione speciale di CasaPoesia di Perugia con l’haiku “E poi in giardino”
nel 2017 ha pubblicato una poesia nell’antologia “Adriatico”, a cura della Associazione Euterpe
nel 2017 ha partecipato a “Ritratti di poesia” con il suo progetto artistico “Liquefare l’immobile”, che riuniva poesia musica e pittura
nel 2018 ha pubblicato otto poesie nella sua monografia “Il pensare le immagini è il luogo e il tempo delle icone”, a cura di Mariano Apa, Gangemi editore
nel 2020 ha pubblicato la poesia “Cefalù” nel libro “Allegracuore” di Roberto Giardina, edizioni Torri del vento.

Lorenzo Mele

Quando non c’eravamo

Questa mattina il sognarti a cuore aperto;
e tu senza voce che mi abbracci e piangi.
È una vita che ti aspetto, anche se ti sono
nato dentro. Aspetto che ti riversi in me
come ho fatto io ancora prima di esserci.
Tieniti pronta per quando ti verrò a cercare,
dovrai raccontarmi chi eravamo, tutto quello
che siamo stati quando non c’eravamo.

Poesia estratta da “casa mia non ha le ringhiere” (Ensemble 2020)

Lorenzo Mele (1997, Burgwedel) cresce a Lecce. È direttore e fondatore della rivista di poesia “Il visionario”. Ha pubblicato Tu mi abbandoni (La gru 2018), Dove non splendi (Controluna 2019) e Casa mia non ha le ringhiere (Ensemble 2020). Suoi versi sono apparsi in alcune riviste letterarie, tra cui: “Atelier”, “Interno Poesia”, “Clandestino”, e sono stati tradotti in varie lingue.

Maria Teresa Murgida

In ascolto

Me ne sto qui in ascolto
nell’avvallamento che fa il lume.
Tutte le beatitudini,
in frammenti piccolissimi
indorano la fiamma.
Ho tempo da riservare
al sangue muto del rovo
e agli occhi dei santi
quando cantano amore
e non lo sanno dire.

Maria Teresa Murgida (Catanzaro 1976) si afferma in diversi concorsi nazionali.
La sua opera prima è il frutto del primo posto al concorso nazionale “metropoli in versi” ottobre2017, che le riconosce la pubblicazione del “filo quotidiano” (compact edizioni) con la prefazione di Michela Zanarella.
A settembre 2017 si classifica prima al concorso di poesia estemporanea “città di Latina”.
A dicembre 2017 le viene riconosciuto il premio speciale della giuria (l’aurora cultura) alla XV edizione del concorso nazionale di poesia città di Sant’Anastasia.
Nel 2019 si classifica al primo posto al concorso con poesia e immagine indetto dall’Accademia Mondiale poesia, Verona.
Suoi versi sono apparsi su Clandestino con nota di Davide Rondoni, Interno Poesia, Poetarum Silva,
Inverso, Laboratori poesia, il visionario.
Attualmente vive e lavora in Calabria dove gestisce un centro per la prima infanzia.

Chiara Olivero

A-mors

Se solo tu sapessi come è facile morire,
la grazia di un tocco
il crollo di ogni indomita incertezza
lasciare il cuore sparso dappertutto
calpestarne i cocci, perdersi
negli anfratti che non conosco.
Ma forse è questo
il senso
– il taglio netto –
delle cose imperfette,
senza nome.

(da Tutte le distanze, Puntoacapo editrice 2020)

Chiara Olivero, nata e cresciuta a Casale Monferrato nel 1980, nel 2004 si laurea in Lettere all’Università del Piemonte Orientale con una tesi sulla poesia di Giorgio Simonotti Manacorda, sotto la guida del professor Giovanni Tesio. In seguito si trasferisce a Milano, città in cui attualmente vive, specializzandosi in Editoria.
Geometrie della notte, edito da Puntoacapo Editrice nel 2014, è la sua raccolta di esordio. Alcune poesie sono state pubblicate in antologie in formato cartaceo e ebook, ma anche su siti e blog letterari, tra cui “Interno Poesia”, “Il Visionario”, “Poetry Factory”, “Alma Poesia” e tradotte in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti.
Tutte le distanze, edito nel 2020 sempre da Puntoacapo Editrice, è la sua ultima raccolta in versi.

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