TIMOR MORTIS Why are you afraid? A man in a top hat passed under the bedroom window. I couldn’t have been more than four at the time. It was a dream: I saw him when I was high up, where I should have been safe from him. Do you remember your childhood? When the dream ended terror remained. I lay in my bed— my crib maybe. I dreamed I was kidnapped. That means I knew what love was, how it places the soul in jeopardy. I knew. I substituted my body. But you were hostage? I was afraid of love, of being taken away. Everyone afraid of love is afraid of death. I pretended indifference even in the presence of love, in the presence of hunger. And the more deeply I felt the less able I was to respond. Do you remember your childhood? I understood that the magnitude of these gifts was balanced by the scope of my rejection. Do you remember your childhood? I lay in the forest. Still, more still than any living creature. Watching the sun rise. And I remember once my mother turning away from me in great anger. Or perhaps it was grief. Because for all she had given me, for all her love, I failed to show gratitude. And I made no sign of understanding. For which I was never forgiven. Louise Glück TIMOR MORTIS Perché sei spaventata? Un uomo dall'alto cappello passò sotto la finestra della camera da letto. Non dovevo avere più di quattro anni allora. Era un sogno: lo vidi quando ero in alto, dove avrei dovuto essere al sicuro da lui. Ti ricordi la tua infanzia? Quando il sogno finì il terrore rimase. Giacevo nel mio letto - nella mia culla forse. Sognai che ero stata rapita. Questo significa che sapevo cosa fosse l'amore, come metta a rischio l'anima. Lo sapevo. Sostituii il mio corpo. Ma eri un ostaggio? Avevo paura dell'amore, di essere portata via. Chiunque ha paura dell'amore ha paura della morte. Facevo finta di essere indifferente anche in presenza dell'amore, in presenza della fame. E più profondamente sentivo meno ero in grado di reagire. Ti ricordi la tua infanzia? Capii che ha la grandezza di questi doni era bilanciata dal mio rifiuto. Ti ricordi della tua infanzia? Giacevo nella foresta. Immobile, più immobile di ogni creatura vivente. Guardando il sole spuntare. E ricordo una volta in cui mia madre distolse il viso da me con grande rabbia. O forse era pena. Perché per tutto quello che mi aveva dato, per tutto il suo malore, non ero riuscita a mostrare gratitudine. E non detti alcun segno di comprensione. Per questo non fui mai perdonata.
Da Nuovi poeti americani, a cura di Elisa Biagini, Einaudi, 2020