In memoria di te, Adrian Henri

Adrian Henri

Quest’anno (20 dicembre 2020)  ricorre il ventennale della morte del poeta e artista britannico Adrian Henri. Per commemorarlo, pubblichiamo un’ampia pagina con alcune delle sue poesie più significative con le versioni in italiano tradotte da Bernardino Nera.
Alla fine due poesie dedicate da una giovanissima Carol Ann Duffy al suo mentore, Adrian HenriLa traduzione delle poesie della Duffy è di Bernardino Nera e Floriana Manzuli.

LIVERPOOL 8

Liverpool 8…A district of beautiful, fading, decaying Georgian
terrace houses…Doric columns supporting peeling entablatures,
dirty windows out of Vitruvius concealing families of happy
Jamaicans, sullen out-of-work Irishmen, poets, queers, thieves,
painters, university students, lovers…

The streets named after Victorian elder statesmen like Huskisson,
the first martyr to the age of communications whose choragic
monument stands in the tumble-down graveyard under the cathedral…
The cathedral which dominates our lives, pink at dawn and grey at sunset…
The cathedral towering over the houses my friends live in…

Beautiful reddish purplish brick walls, pavements with cracked
flags where children play hopscotch, the numbers ascending in silent sequence
in the mist next morning…Streets where you
play out after tea…Back doors and walls with names, hearts,
kisses scrawled or painted…

Peasants merrymaking after the storm in Canning Street, street
musicians playing Mahler’s Eight in derelict houses…White
horses crashing through supermarket windows full of detergent
packets…Little girls playing kiss-chase with Mick Jagger in
the afternoon streets…

A new cathedral at the end of Hope Street, ex-government surplus
from Cape Kennedy ready to blast off taking a million Catholics
to a heaven free from Orangemen…Wind blowing inland from Pierhead
bringing the smell of breweries and engine oil from ferry boats…

LIVERPOOL 8

Liverpool 8…Un quartiere di case a schiera in stile georgiano, belle, fatiscenti
in rovina…Colonne doriche che sorreggono architravi scrostati,
sudice finestre fuori dai canoni vitruviani che nascondono
famiglie di giamaicani felici, ombrosi irlandesi disoccupati,
poeti, omosessuali, ladri, pittori, studenti universitari, amanti…

Le strade intitolate ai maggiori statisti vittoriani come Huskisson,
il primo martire dell’età delle comunicazioni il cui imponente
monumento si erge nel cimitero diroccato sotto la cattedrale…
La cattedrale che domina le nostre vite, rosa all’alba e grigia al tramonto…
La cattedrale che torreggia sulle case dove vivono i miei amici…

Bei muri dai mattoni rossastri, marciapiedi dai lastroni scheggiati
dove i bambini giocano a campana, i numeri crescenti in silenziosa sequenza
nella foschia del mattino seguente…Strade dove vai
a giocare fuori dopo la merenda…Porte di servizio e muri graffiati
o dipinti con nomi, cuori, baci…

A Canning Street contadini festosi dopo il temporale,
musicisti di strada che suonano l’Ottava di Mahler in case abbandonate…
Cavalli bianchi che sfondano le vetrine dei supermercati
piene di pacchi di detersivo…Nel pomeriggio ragazzine che giocano
con Mick Jagger a rincorrersi a caccia di baci…

Una nuova cattedrale in fondo a Hope Street, retaggio del governo passato
pronta a decollare da Cape Kennedy con un milione di cattolici
diretti verso un paradiso senza protestanti…Il vento soffia all’entroterra da Pierhead portando l’odore delle distillerie e della nafta dei traghetti…

POEM FOR LIVERPOOL 8

LIVERPOOL 8:
blaze of trumpets from basement recordplayers
loud guitars in the afternoon
knowing every inch of little St. Bride St.
brightgreen patches of mildew redpurple bricks stained ochre plaster
huge hearts names initials kisses painted on backdoors
tiny shop with a lightbulb in the window
Rodney St. pavement stretching to infinity
Italian garden by the priest’s house
seen through the barred doorway on Catherine St.
pavingstones worn smooth for summer feet
St. James Rd. my first home in Alan’s flat
shaken intolerable by Cathedral bells on Sundays
Falkner’s Sq. Gardens heaped with red leaves to kick in autumn
shuttered yellowgreen with sunlight
noisy with children’s laughter in summer
black willows into cold mist
bushes railings pillowed with snow in winter
Gambier Terrace loud Beatle Guitars from the first floor
Sam painting beckoning phantoms hiding behind painted words bright colours
in the flooded catfilled basement
pigeons disappearing at eyelevel into the mist
hopscotch-figures vomitstains under my morning feet
Granby St. bright bazaars for aubergines and coriander
Blackburne House girls laughing at bus-stops in the afternoon
Blackburne Place redbrick Chirico tower rushing back after love at dinnertime
drunk jammed in the tiny bar The Cracke
drunk in the crowded cutglass Philarmonic
drunk in noisy Jukebox O’Connor’s
smiling landlord on the doorstep huge in shirtsleeves and braces

LIVERPOOL 8:
now a wasteland
murdered by planners not German bombers
crossed by empty roads
drunken lintels falling architraves
Georgian pediments peeling above toothless windows
no Mrs Boyne laughing in the Saturday Greek chipshop
the tumbledown graveyard under the Cathedral
where we kissed behind willowtrees
bulldozed into tidy gardens
huge tornup roots of trees
pink sandstone from uprooted walls glittering in pale sunlight
no happy dirtyfaced children
littering the sidestreets
only a distant echo of their laughter
across the bonfire firengine debris.

POESIA PER LIVERPOOL 8

LIVERPOOL 8:
suono di trombe da uno scantinato
e rumorose chitarre dai giradischi nel pomeriggio
conosco da palmo a palmo la piccola St. Bride Street
macchie di muffa color verdeacceso mattoni rossoporpora intonaco color ocra
[macchiato
enormi cuori nomi iniziali baci dipinti sulle porte di servizio
piccolo negozio con lampadina in vetrina
il marciapiede di Rodney Street che si estende all’infinito
un giardino all’italiana nei pressi di una canonica
visto attraverso l’inferriata a Catherine Street
lastroni del selciato consumati dai piedi d’estate
St James Road il mio primo alloggio nell’appartamento di Alan
scosso fino all’insopportabile di domenica dalle campane della Cattedrale
Falkner Square Gardens cosparsa di mucchi di foglie rosse da darci calci
[in autunno
chiusa alla luce del sole che filtra gialloverde
chiasso e risa di bambini in estate
salici scuri nella nebbia fredda
siepi e ringhiere ammantate di neve in inverno
da un primo piano di Gambier Terrace fragoroso suono di chitarre beatle
Sam a dipingere fantasmi che ammiccano e si nascondono dietro
[parole dipinte vivaci colori
nello scantinato allagato pieno di gatti
piccioni che spariscono alla vista nella nebbia
segni del gioco a campana chiazze di vomito sotto i miei piedi di mattina
a Granby Street colorite bancarelle di melanzane e di coriandolo
a Blackburne House ragazze che ridono alle fermate dell’autobus nel pomeriggio
a Blackburne Place la torre alla De Chirico di mattoni rossi ritornando di corsa
[dopo l’amore all’ora di pranzo
ubriaco e stipato nel piccolo bar The Cracke
ubriaco nell’affollata Philarmonic di vetro intagliato
ubriaco al suono assordante del jukebox da O’Connor
all’ingresso l’oste ride enorme in maniche di camicia e bretelle

LIVERPOOL 8:
ora una terra desolata
sventrato dagli urbanisti non dai caccia tedeschi
attraversato da strade vuote
architravi malfermi e penzolanti
frontoni georgiani sgretolati su finestre sconnesse
non c’è più la signora Boyne nella friggitoria greca di sabato notte
il cimitero in rovina sotto la Cattedrale
dove ci baciavamo a ridosso dei salici
spianato dalle ruspe in giardinetti ordinati
enormi radici di alberi divelti
arenarie rosa dai muri abbattuti risplendono nella pallida luce del sole

non ci sono più bambini dalle facce sporche
a insudiciare le viuzze laterali
solo l’eco lontana delle loro risate
tra i falò di rottami di un carro dei pompieri.

MRS ALBION YOU’VE GOT A LOVELY DAUGHTER
for Allen Ginsberg

Albion’s most lovely daughter sat on the banks of the Mersey
dangling her landing stage in the water

The daughters of Albion
arriving by underground at Central Station
eating hot ecclescakes at the Pierhead
writing “Billy Blake is fab” on a wall in Mathew Street

taking off their navy-blue schooldrawers and
putting on nylon panties ready for the night

The daughters of Albion
see the moonlight beating down on them in Bebington
throw away their chewing gum for the goodnight kiss

sleep in the dinnertime sunlight with old men
looking up their skirts in St. John’s Gardens

comb their darkblonde hair in suburban bedrooms
powder their delicate little nipples
wondering if tonight will be the night

their bodies pressed into dresses or sweaters
lavender at The Cavern or pink at The Sink

The daughters of Albion
wondering how to explain why they didn’t go home

The daughters of Albion
taking the dawn ferry to tomorrow
worrying about what happened
worrying about what hasn’t happened
lacing up blue sneakers over brown ankles
fastening up brown stockings to blue suspender-belts

Beautiful boys with bright red guitars
in the spaces between the stars

Reelin’ an’a-rockin’
Wishin’ an’a-hopin’
Kissin’ an’a-prayin’
Lovin’ an’a-layin’

Mrs Albion you’ve got a lovely daughter

SIG.RA ALBIONE, SUA FIGLIA E’ PROPRIO CARINA
per Allen Ginsberg

La figlia più carina di Albione seduta sulle rive del Mersey
fa dondolare i suoi ormeggi sull’acqua

Le figlie di Albione
arrivano alla Central Station con la metropolitana
mangiano tortine alla frutta a Pierhead
scrivono “Billy Blake è favoloso” su un muro di Mathew Street

tolgono i calzoncini blumare della scuola e
indossano slip di nylon pronte per la notte

Le figlie di Albione
a Bebington scrutano il chiaro di luna che hanno addosso
buttano via la gomma da masticare pronte per il bacio della buona notte

dormono al sole all’ora di pranzo mentre i vecchietti
occhieggiano sotto le loro gonne a St. John’ s Gardens

pettinano i capelli biondoscuro in camere da letto di periferia
si incipriano i delicati piccoli seni
si chiedono se stanotte sarà la notte

con i corpi compressi in vestitini e maglioni
color lilla al Cavern e rosa al Sink

Le figlie di Albione
si chiedono come faranno a spiegare perché non sono rientrate a casa

Le figlie di Albione
prendono il traghetto all’alba per l’indomani
si preoccupano per quello che è successo
si preoccupano per quello che non è successo
si allacciano le scarpette di tela blu fin sulle caviglie scure
si agganciano le calze marrone ai reggicalze blu

Bei ragazzi con luccicanti chitarre rosse
negli spazi fra le stelle

Reelin’ an’a-rockin’
Wishin’ an’a-hopin’
Kissin’ an’a-prayin’
Lovin’ an’a-layin’

Sig.ra Albione, sua figlia è proprio carina

ADRIAN HENRI’S LAST WILL AND TESTAMENT

No one owns life, but anyone who can pick up a frying pan owns death.
William Burroughs

To Whom It May Concern:

As my imminent death is hourly expected these days/
carbrakes screaming on East Lancs tarmac/trapped
in the blazing cinema/mutely screaming I TOLD
YOU SO from melting eyeballs as the hot fireball
dissolves the cathedral/behind the first human being to die of a hangover/
dying of over-emotion after seeing 20 schoolgirls waiting
at a zebra crossing:

I appoint Messrs Bakunin and Kropotkin my executors
and make the following provisions:

I
I leave my priceless collections of Victorian oil lamps, photographs of Hayley
[Mills,
brass fenders and Charlie Mingus
records to all Liverpool poets under 23 who are also blues singers and failed
sociology students

II
I leave the entire East Lancs Road with all its landscapes to the British people

III
I hereby appoint William Burroughs my literary executor, instructing him to cut up my collected works and distribute them through the public lavatories of the
[world

IV
Proceeds from the sale of relics-locks of hair, pieces
of floorboards I have stood on, fragments of bone
flesh teeth, bits of old underwear etc. – to be given
to my widow

V
I leave my paintings to the nation with the stipulation
that they must be exhibited in public houses,
chip shops, coffee bars and the cellar clubs throughout
the country

VI
Proceeds from the sale of my other effects to be divided
equally amongst the 20 most beautiful schoolgirls in
England (these to be chosen after due deliberation and
exhaustive tests by an informal committee of my friends)

IL TESTAMENTO E LE ULTIME VOLONTA’ DI ADRIAN HENRI

Nessuno ha in mano la vita ma chiunque possa alzare una padella ha in mano la morte.
William Burroughs

Agli interessati:

Mentre in questi giorni si aspetta la mia morte imminente da un momento all’altro/
i freni delle auto stridono sull’asfalto della East Lancs/intrappolato
nel cinema in fiamme/gridando senza voce TE L’AVEVO DETTO
dalle pupille che si fondono mentre l’incandescente meteorite
disintegra la cattedrale/dietro il primo essere umano che riesce a morire di sbronza/
morendo sopraffatto dall’emozione dopo aver visto 20 studentesse che aspettano
sulle strisce pedonali:

Nomino miei esecutori testamentari i Sigg. Bakunin e Kropotkin
dando le seguenti disposizioni:

I
Lascio le mie inestimabili collezioni di lampade a olio vittoriane, le fotografie di Haley Mills, i paraurti d’ottone e i dischi di Charlie Mingus
a tutti i poeti di Liverpool al di sotto dei 23 anni che siano anche cantanti blues e
studenti falliti di sociologia

II
Lascio l’intera East Lancs Road con tutti i suoi paesaggi al popolo inglese

III
Nomino il qui presente William Burroughs mio esecutore letterario, con le disposizioni
di tagliare a pezzetti la mia opera omnia e distribuirla nei cessi pubblici del mondo

IV
I ricavi dalla vendita di reliquie – ciocche di capelli, pezzi di tavole del pavimento su cui
sono stato in piedi, i frammenti di ossa, carne, denti, pezzi di vecchi indumenti intimi,
[ecc.
siano assegnati alla mia vedova

V
Lascio i miei quadri alla nazione a condizione che
vengano esibiti nei pub,
friggitorie, bar e club-cantine
di tutto il paese

VI
I ricavi dalla vendita di altri miei effetti personali da dividere equamente
tra le 20 più belle studentesse d’Inghilterra
(che devono essere scelte dopo una debita discussione ed esami approfonditi
da una commissione informale composta dai miei amici)

I WANT TO PAINT

I

I want to paint
2000 dead birds crucified on a background of night
Thoughts that lie too deep for tears
Thoughts that lie too deep for queers
Thoughts that move at 186,000 miles/second
The Entry of Christ into Liverpool in 1967
The installation of Roger McGough in the Chair of Poetry at Oxford
Francis Bacon making the President’s Speech at the Royal Academy dinner

I want to paint
50 life-size nudes of Marianne Faithfull
(all of them painted from life)
Welsh Maids by Welsh Waterfalls
Heather Holden as our Lady of Haslingden
A painting as big as Piccadilly full of neon signs and buses
Christmas decorations and beautiful girls with dark blonde hair shadowing
[their faces

I want to paint
The Assassination of the entire Royal Family
Enormous pictures of every pavingstone in Canning Street
The Beatles composing a new national anthem
Brian Patten writing poems with a flamethrower on disused ferry boats

A new cathedral 50 miles high made entirely of pram wheels
An empty Woodbine packet covered in kisses
I want to paint
A picture made from the tears of dirty-faced children in Chatham Street
I want to paint
I LOVE YOU across the steps of St. George’s Hall
I want to paint
pictures.

II

I want to paint
The Simultaneous and Historical Faces of Death
10,000 shocking pink hearts with your name on
The phantom negro postmen who bring me money in my dreams
The first plastic daffodil of spring pushing its way
through the OMO packets in the supermarket
The portrait of every sixth-form schoolgirl in the country

A full-scale map of the world with YOU at the centre
An enormous lily-of-the-valley with every flower on a separate canvas
Life-size jelly-babies shaped like Hayley Mills
A black-and-red flag flying over Parliament
I want to paint
Every car crash on all the motorways of England
Père Ubu drunk at 11 o’clock at night in Lime Street
A SYSTEMATIC DERANGEMENT OF ALL THE SENSES
in black running letters 50 miles high over Liverpool

I want to paint
Pictures that children can play hopschotch on
Pictures that can be used as evidence at murder trials
Pictures that can be used to advertise cornflakes
Pictures that can be used to frighten naughty children
Pictures worth their weight in money
Pictures that tramps can live in
Pictures that children would find in their stockings on Christmas morning
Pictures that teenage lovers can send each other
I want to paint
pictures.

VOGLIO DIPINGERE

I

Voglio dipingere
2000 uccelli morti crocifissi su uno sfondo notturno
Pensieri troppo intimi per le lacrime agli occhi
Pensieri troppo intimi per i finocchi
Pensieri che viaggiano alla velocità di 186.000 miglia al secondo
L’Entrata di Cristo a Liverpool nel 1967 (*)
L’insediamento di Roger McGough alla Cattedra di Poesia a Oxford
Francis Bacon che fa il discorso di apertura al pranzo della Royal Academy

Voglio dipingere
50 nudi a grandezza naturale di Marianne Faithfull
(tutti dipinti dal vivo)
Fanciulle gallesi vicino alle Cascate Gallesi
Heather Holden come Nostra Signora di Haslingden
Un quadro grande come Piccadilly pieno di insegne al neon e autobus
Decorazioni di Natale e belle ragazze con i capelli biondo scuro che ombreggiano
[i loro volti

Voglio dipingere
L’Assassinio dell’intera Famiglia Reale
Enormi quadri di ogni lastrone del lastricato di Canning Street
I Beatles che compongono un nuovo inno nazionale
Brian Patten che scrive poesie con la fiamma ossidrica su un traghetto in disarmo
Una nuova cattedrale alta 50 miglia fatta interamente di sedie a rotelle
Un pacchetto vuoto di Woodbine ricoperto di baci
Voglio dipingere
Un quadro fatto con le lacrime dei bambini dalle facce sporche di Chatham Street
Voglio dipingere
TI AMO lungo gli scalini di St. George’s Hall
Voglio dipingere
quadri.

II

Voglio dipingere
Le Simultanee e Storiche Facce della Morte
10.000 cuori rosa shocking con il tuo nome
I fantasmi dei postini negri che mi portano denaro in sogno
Il primo narciso di plastica di primavera che spunta
tra i pacchi di OMO nel supermercato
Il ritratto di tutte le studentesse del paese dell’ultimo anno

(*) Titolo di un quadro di Henri ispirato all’opera del pittore belga J. Ensor:
“L’Entrée du Christ à Bruxelles, 1889”.

Una cartina a grandezza naturale del mondo con TU al centro
Un enorme mughetto con ogni fiore su una tela separata
Gelatine a grandezza naturale con la forma di Hayley Mills
Una bandiera rossa e nera che sventola sul parlamento
Voglio dipingere
Ogni incidente sulle autostrade d’Inghilterra
Père Ubu ubriaco alle 11 di sera a Lime Street
UN SISTEMATICO SCONVOLGIMENTO DI TUTTI I SENSI
in lettere nere scorrevoli 50 miglia sopra Liverpool

Voglio dipingere
Quadri su cui i bambini possano giocare a campana
Quadri che possano essere usati come prova ai processi per omicidio
Quadri che possano essere usati per fare pubblicità ai fiocchi d’avena
Quadri che possano essere usati per spaventare bambini cattivi
Quadri che valgano tanto oro quanto pesano
Quadri in cui possano vivere i vagabondi
Quadri che i bambini vorrebbero trovare nelle calze il giorno della Befana
Quadri che adolescenti innamorati possano scambiarsi l’un l’altro
Voglio dipingere
quadri.

BOMB COMMERCIALS
(for two voices)

1. A. Get PAD nuclear meat for humans
B. Don’t give your family ordinary meat, give them PAD
A. P.A.D. – Prolongs Active Death
B. Enriched with nourishing marrowbone strontium.

2. A. All over the world, more and more people are changing
to
BOMB
B. BOMB – The international passport to smoking ruins

3. B. …so then I said “well lets all go for a picnic” and
we went and it was all right except for a bit of sand
in the butties and then of course the wasps and Michael
fell in the river but what I say is you can’t have
everything perfect can you so just then there was a
big bang and the whole place caught fire and something
happened to Michael’s arms and I don’t know what happened
to my Hubby and its perhaps as well as there were only
four pieces of Kit-Kat so we had one each and then we
had to walk home ‘cos there weren’t any buses…
A. HAVE A BREAK – HAVE A KIT-KAT

4. A. Everyday in cities all over England people are breathing
in Fall-out
B. Get the taste of the Bomb out of your mouth with
OVAL FRUITS

5. A. General Howard J. Sherman has just pressed the button
that killed 200 million people. A BIG job with BIG
responsibilities. The general has to decide between
peace and the extinction of the human race…
B. But he can’t tell Stork from Butter.

PUBBLICITA’ PER LA BOMBA
(per due voci)

1. A. Prendete carne nucleare PAD per esseri umani
B. Non date alla vostra famiglia carne comune, datele PAD
A. P.A.D. – Prolunga Attivamente il Decesso
B. Arricchita con nutriente midollo osseo di stronzio.

2. A. In tutto il mondo sempre più gente sta passando
alla
BOMBA
B. BOMBA – Il passaporto internazionale per viaggiare tra
macerie fumanti

3. B. …così, allora, ho detto “bè, andiamo a fare un picnic” e
siamo andati e tutto è filato liscio a parte un po’ di sabbia
nei panini e poi naturalmente le vespe e Michael
che è caduto nel fiume ma io dico che non ti può andar
tutto bene no? proprio allora si è sentito un gran botto
e tutto il posto ha preso fuoco ed è successo qualcosa
alle braccia di Michael e non so che è capitato
a mio marito forse è andata meglio così perché c’erano
rimasti solo quattro pezzi di Kit-Kat così ce ne siamo fatti
uno a testa e poi siamo dovuti andarcene a piedi verso casa
perché non c’erano più autobus…
A. FATE UNA PAUSA – PRENDETE KIT-KAT

4. A. Ogni giorno nelle città di tutta l’Inghilterra la gente respira
nella radioattività
B. Toglietevi dalla bocca il sapore della bomba con
FRUIT-TELLA

5. A. Il generale Howard J. Sherman ha appena schiacciato il bottone
che ha ucciso 200 milioni di persone. Un GROSSO lavoro
con GROSSE responsabilità. Il generale deve decidere
tra la pace e l’estinzione del genere umano…
B. Tanto non sa riconoscere la margarina Stork dal Burro.

TONIGHT AT NOON (*)
for Charlie Mingus and the Clayton Squares

Tonight at noon
Supermarkets will advertise 3D EXTRA on everything
Tonight at noon
Children from happy families will be sent to live in a home
Elephants will tell each other human jokes
America will declare peace on Russia
World War I generals will sell poppies in the streets on November 11th
The first daffodils of autumn will appear
When the leaves fall upwards to the trees

Tonight at noon
Pigeons will hunt cats through city backyards
Hitler will tell us to fight on the beaches and on the landing fields
A tunnel full of water will be built under Liverpool
Pigs will be sighted flying in formation over Woolton
and Nelson will not only get his eye back but his arm as well
White Americans will demonstrate for equal rights
in front of the Black House
and the Monster has just created Dr Frankenstein

Girls in bikini are moonbathing
Folksongs are being sung by real folk
Art galleries are close to People over 21
Poets get their poems in the Top 20
Politicians are elected to insane asylums
There’s job for everyone and nobody wants them
In back alleys everywhere teenage lovers are kissing
in broad daylight
In forgotten graveyards everywhere the dead will quietly
bury the living
and
You will tell me you love me
Tonight at noon

(*) Titolo tratto dall’omonimo LP di Charlie Mingus.
STANOTTE A MEZZOGIORNO
per Charlie Mingus e i Clayton Squares

Stanotte a mezzogiorno
I supermercati annunceranno AUMENTI di 3 pence su tutto
Stanotte a mezzogiorno
I bambini delle famiglie felici saranno rinchiusi in un orfanotrofio
Gli elefanti si racconteranno barzellette sugli uomini
L’America dichiarerà pace alla Russia
L’11 Novembre i generali della Prima Guerra Mondiale venderanno papaveri
[per le strade
I primi narcisi d’autunno spunteranno
Quando le foglie cadranno all’insù dagli alberi

Stanotte a mezzogiorno
I piccioni daranno al caccia ai gatti per i cortili della città
Hitler ci dirà di combattere sulle spiagge e sui campi d’atterraggio
Un tunnel pieno d’acqua sarà costruito sotto Liverpool
Saranno avvistati maiali in formazioni volanti sopra Woolton
e Nelson non solo riavrà il suo occhio ma anche il braccio
I bianchi americani faranno manifestazioni per l’uguaglianza dei diritti
davanti alla Casa Nera
e il Mostro ha appena inventato il Dottor Frankenstein

Ragazze in bikini prendono la tintarella di luna
Le canzoni popolari sono cantate proprio dal popolo
Le gallerie d’arte vietano l’ingresso ai maggiori di 21 anni
I poeti entrano con le loro poesie nella classifica dei Top 20
I politici sono eletti nei manicomi
C’è lavoro per tutti ma nessuno lo vuole
In ogni angolo dei vicoletti innamorati adolescenti si baciano
alla luce del sole
Nei cimiteri dimenticati dovunque i morti
seppelliranno quietamente i vivi
e tu
dirai che mi ami
stanotte a mezzogiorno

BUTTERFLY
(for Carol Ann Duffy)

cry
for the butterfly
in your warm hand
hard light
on the threadbare tapestry of my wings
rainbow dust
left on the loved lines
of your palm

cry
with me
helpless
pinned against
stark white
black writing

sing
of your gift
for your lover
as I fall
flicker against your feet

sing
as I die
caught between intricate syllables
your song
pierce my body
butterfly
flutters
at the foot of the page
tiny rainbow
dies for your song
in the evening sunlight

FARFALLA
(per Carol Ann Duffy)

piangi
per la farfalla
nella tua mano calda
luce intensa
nell’ordito consunto delle mie ali
polvere d’arcobaleno
posata sui versi amati
del tuo palmo

piangi
con me
inerme
trafitto contro
il bianco candido
della scrittura nera

canta
del tuo dono
all’amante
mentre cado
svolazzando addosso ai tuoi piedi

canta
mentre muoio
catturato tra sillabe intricate
il tuo canto
trafigge il mio corpo
farfalla
battiti di ali
a piè di pagina
un arcobaleno tenue
muore per il tuo canto
nella luce serale del sole

NEW YORK CITY BLUES
(for John Lennon)

You do not cross the road
To step into immortality
An empty street is only the beginning

The words will still flow through you
Even on this cold pavement,
Are heard in some far place
Remote from flowers or flash-bulbs.

In that city, on Gothic railings
Dark against the snowy park
Still a dead flower, a faded letter,
Already one month old.

“Life is what happens to you
When you’re busy making other plans”.
This empty street
Is only the beginning.

Here, in your other city,
Riot vans prowl the December dark,
Remember angry embers of summer,
Familiar ghost guitars echo from stucco terraces.

Meanwhile, in the Valley of Indecision,
We rehearse stale words, store up expected songs,
Celebrate sad anniversaries.
Flowers and flash-bulbs. Cold pavements.

You do not cross the road
To step into immortality
At the dark end of the street
Waits the inevitable stranger.

NEW YORK CITY BLUES
(per John Lennon)

Non attraversi la via
per entrare nell’immortalità
una strada vuota è solo l’inizio

Le parole ancora fluiranno da te
anche su questo marciapiede freddo,
si sentono in qualche posto distante
lontano dai fiori e dai flash dei fotografi.

In quella città, sulle ringhiere gotiche
scure a ridosso del parco innevato
ancora un fiore morto, una lettera sbiadita,
già vecchi di un mese.

“La vita è quel che ti capita
quando sei impegnato a fare altri progetti”.
Questa strada vuota
è solo l’inizio.

Qui, nell’altra tua città,
camionette antisommossa quatte quatte nel buio di dicembre,
ricordano le braci ardenti rabbiose dell’estate,
eco familiare di chitarre fantasma da case a schiera stuccate.

Mentre nella Valle dell’Indecisione,
recitiamo parole stantie, mettiamo da parte le canzoni più ricercate,
celebriamo tristi anniversari.
Fiori e flash dei fotografi. Marciapiedi freddi.

Non attraversi la via
per entrare nell’immortalità
in fondo alla strada, nell’oscurità
l’inevitabile sconosciuto aspetta.

JE SUIS UN AUTRE

Je est un autre
Arthur Rimbaud

This is not my face
the owlish staring
pair of eyes
this is not my face
not my body
the gnarled hands
the hands of a stranger
the shard of flesh
hanging beneath my belly
the useless rage

This is not my mind
someone else’s mind
someone who knows
the same things I know
but knows them differently
the constant useless
barrage of information
songs that only I could know
songs from my childhood
things we did at school
forties pop songs
rise unbidden from my head
erasing all other thoughts
Is it always like this?

Inside that total stranger
I am the withered stranger
they have taken away
They left this poor pathetic fragment
in disguise, in replacement
Who are you?
Why are you watching?
What are you thinking?
I only know that I am
becoming you, that your body
is slowly taking over my mind
my body taking over your body

I am not you
I am me somewhere
somewhere in the darkness
lying, abandoned
until then, it is just you
Je est un autre
Je suis un autre.

IO SONO UN ALTRO

Io, è un altro
Arthur Rimbaud

Questa non è la mia faccia
gli occhi
dallo sguardo da gufo
questa non è la mia faccia
né il mio corpo
le mani nodose
mani di uno sconosciuto
il brandello di carne
che mi pende sotto la pancia
l’inutile rabbia

Questa non è la mia mente
la mente di qualcun altro
qualcuno che conosce
le stesse cose che conosco io
ma le conosce in modo diverso
l’inutile incessante
raffica di informazioni
canzoni che soltanto io potrei conoscere
canzoni della mia infanzia
cose che facevamo a scuola
canzoni pop anni quaranta
mi affiorano alla mente impensate
cancellando altri pensieri
E’ sempre così?

Dentro quello sconosciuto totale
sono lo sconosciuto decrepito
che hanno messo via
Hanno lasciato questo povero frammento patetico
sotto altre spoglie, come sostituto
Chi sei?
Perché stai guardando?
A cosa stai pensando?
So soltanto che sto
diventando te, che il tuo corpo
sta prendendo potere sulla mia mente
il mio prendendo potere sul tuo

non sono te
sono io da qualche parte
in un posto al buio
disteso, abbandonato
fino a quel momento, sei proprio tu
io, è un altro
io sono un altro.

Traduzione a cura di Bernardino Nera

Carol Ann Duffy

Pubblichiamo infine, due poesie di Carol Ann Duffy, Death and the Moon (2002), scritta per commemorare la morte del poeta e Little Red-Cap (1999), nel cui contesto la poetessa rivisita la favola classica di Cappuccetto Rosso dei Fratelli Grimm e descrive simbolicamente la sua esperienza di iniziazione e formazione attraverso il passaggio dall’infanzia alla maturità, che segna il raggiungimento dell’emancipazione e indipendenza sessuale e artistica dal Lupo, nella poesia maschio e poeta, nella cui figura i critici hanno ravvisato il poeta Henri, suo mentore.

Entrambe le traduzioni in italiano sono a cura di Bernardino Nera e Floriana Marinzuli e sono tratte dall’antologia Lo splendore del tempio: poesie d’amore di Carol Ann Duffy, pubblicata nel 2012 e edita da Crocetti.

Death and the Moon
(for Catherine Marcangeli)

The moon is nearer than where death took you
at the end of the old year. Cold as cash
in the sky’s dark pocket, its hard old face
is gold as a mask tonight. I break the ice
over the fish in my frozen pond, look up
as the ghosts of my wordless breath reach
for the stars. If I stood on the tip of my toes
and stretched, I could touch the edge of the moon.

I stooped at the lip of your open grave
to gather a fistful of earth, hard rain,
tough confetti, and tossed it down. It stuttered
like morse on the wood over your eyes, your tongue,
your soundless ears. Then as I slept my living sleep
the ground gulped you, swallowed you whole,
and though I was there when you died,
in the red cave of your widow’s unbearable cry,

and measured the space between last words
and silence, I cannot say where you are. Unreachable
by prayer, even if poems are prayers. Unseeable
in the air, even if souls are stars. I turn
to the house, its windows tender with light, the moon,
surely, only as far again as the roof. The goldfish
are tongues in the water’s mouth. The black night
is huge, mute, and you are further forever than that.

La morte e la luna
(per Catherine Marcangeli) 1.

La luna è più vicina di quando la morte ti ha portato via
sul finire dell’anno vecchio. Fredda come una moneta
nella buia tasca del cielo, la vecchia faccia dura
è d’oro come una maschera stanotte. Rompo il ghiaccio
sopra i pesci nel mio stagno gelato, guardo in su
mentre gli spiriti del mio respiro tacito tendono
alle stelle. Se mi mettessi in punta di piedi
e mi allungassi, potrei toccare i lembi della luna.

Mi sono chinata sul bordo della tua tomba aperta
a raccogliere un pugno di terra, pioggia dura,
coriandoli compatti, e l’ho lanciato. Tartagliante
come un codice Morse sul legno, sui tuoi occhi, la tua lingua,
le tue orecchie sorde. E mentre dormivo di un sonno vivo
il suolo ti ha inghiottito, per intero ti ha ingoiato,
e sebbene fossi lì quando sei morto,
nella grotta rossa del pianto insostenibile della tua vedova,

e avessi misurato lo spazio tre le ultime parole
e il silenzio, non so dire dove tu sia. Irraggiungibile
con le preghiere, nonostante le poesie siano preghiere. Inaccessibile
alla vista, nonostante le anime siano stelle. Mi volgo
verso la casa, le finestre tenere di luce, la luna,
ovvio, ancora una volta lontana al limite del tetto. I pesci rossi
sono lingue nella bocca dell’acqua. La notte buia
è immensa, muta, e tu sei sempre più lontano di così, per sempre.

1. Vedova del poeta Adrian Henri

Little Red-Cap

At childhood’s end, the houses petered out
into playing fields, the factory, allotments
kept, like mistresses, by kneeling married men,
the silent railway line, the hermit’s caravan,
till you came at last to the edge of the woods.
It was there that I first clapped eyes on the wolf.

He stood in a clearing, reading his verse out loud
in his wolfy drawl, a paperback in his hairy paw,
red wine staining his bearded jaw. What big ear
he had! What big eyes he had! What teeth!
In the interval, I made quite sure he spotted me,
sweet sixteen, never been, babe, waif, and bought me a drink,

my first. You might ask why. Here’s why. Poetry.
The wolf, I knew, would lead me deep into the woods,
away from home, to a dark tangled thorny place
lit by the eyes of owls. I crawled in his wake,
my stockings ripped to shreds, scraps of red from my blazer
snagged on twig and branch, murder clues. I lost both shoes

but got there, wolf’s lair, better beware. Lesson one that night,
breath of the wolf in my ear, was the love poem.
I clung till dawn to his thrashing fur, for
what little girl doesn’t dearly love a wolf?
Then I slid from between his heavy matted paws
and went in search of a living bird- white dove-

which flew, straight, from my hands to his open mouth.
One bite, dead. How nice, breakfast in bed, he said,
licking his chops. As soon as he slept, I crept to the back
of the lair, where a whole wall was crimson, gold, aglow with books.
Words, words were truly alive on the tongue, in the head,
warm, beating, frantic, winged; music and blood.

But then I was young- and it took ten years
in the woods to tell that a mushroom
stoppers the mouth of a buried corpse, that birds
are the uttered thoughts of trees, that a greying wolf
howls the same song at the moon, year in, year out,
season after season, same rhyme, same reason. I took an axe

to a willow to see how it wept. I took an axe to a salmon
to see how it leapt. I took an axe to the wolf
as he slept, one chop, scrotum to throat, and saw
the glistening, virgin white of my grandmother’s bones.
I filled his old belly with stones. I stitched him up.
Out of the forest I come with my flowers, singing, all alone.

Berretto rosso

Sul finire dell’infanzia, le case si erano dissolte
in campi da gioco, la fabbrica, gli orti
mantenuti, come amanti, da uomini sposati in ginocchio,
il tratto silenzioso della ferrovia, la roulotte dell’eremita,
finché non si arrivava ai margini del bosco.
E’ stato lì che per la prima volta ho adocchiato il lupo.

Se ne stava in una radura a leggersi versi con voce grossa
nel suo biascicare lupesco, un libro nella zampa pelosa,
vino rosso che gli macchiava le fauci irsute. Che orecchie
grandi aveva! E che occhi grandi! Che denti!
Nell’intervallo, mi sono accertata che mi notasse
verginella, mai stata una bimba abbandonata, e che mi offrisse un drink,

il primo. Mi chiederete perché. Ecco il perché. La poesia.
Sapevo che il lupo mi avrebbe condotta in fondo al bosco,
lontano da casa, in un luogo buio, tra grovigli di spine,
acceso dagli occhi delle civette. Ho seguito carponi le sue orme,
le calze ridotte a brandelli, frammenti della mia giacca rossa
impigliati a rami e rametti, indizi di un omicidio. Avevo perso le scarpe

ma sono arrivata lì, nella tana del lupo, bene attenta. Lezione n° 1 quella sera,
l’alito del lupo nell’orecchio era una poesia d’amore.
Sono rimasta aggrappata fino all’alba al suo manto pesante, d’altronde
quale ragazzina non desidera con ardore un lupo?
Sono sgusciata dalle pesanti zampe arruffate
E andata alla ricerca di un uccello vivo – una colomba bianca—

Che volasse, dritta, dalle mie mani alla sua bocca aperta.
Un morso, morta. Che bella la colazione a letto, ha detto,
leccandosi i baffi. Non appena s’è addormentato, sono strisciata nel retro
della tana, dove c’era un’intera parete cremisi, oro, accesa di libri.
Parole, parole, parole vive sulla lingua, in testa,
calde, pulsanti, convulse, alate; musica e sangue.

Ma ero giovane allora – e ci sono voluti dieci anni
nel bosco per dire che un fungo
tampona la bocca di un cadavere sepolto, che gli uccelli
sono i pensieri espressi dagli alberi, che un lupo grigio
ulula la stessa canzone alla luna, anno dopo anno,
stagione dopo stagione, stessa rima, stessa causa. Ho portato un’ascia

ad un salice per vedere come piangeva. Ho portato un’ascia ad un salmone
per vedere come saltava. Ho portato un’ascia al lupo
mentre dormiva, un taglio netto, dallo scroto alla gola, e scorto
il bianco scintillio verginale delle ossa di mia nonna.
Gli ho riempito la vecchia pancia di pietre. L’ho ricucito.
Mi allontano dal bosco con dei fiori, canticchiando, tutta sola.

Adrian Henri e Carol Ann Duffy

Bibliografia delle opere poetiche di Adrian Henri

-The Mersey Sound: Penguin Modern Poets 10, with Roger McGough and Brian Patten. London, Penguin, 1967; revised edition, 1974, 1983.
-Tonight at Noon. London, Rapp and Whiting, 1968; New York, McKay, 1969.
-City. London, Rapp and Whiting, 1969.
-Talking after Christmas Blues, music by Wallace Southam. London, Turret, 1969.
-Poems for Wales and Six Landscapes for Susan. Gillingham, Kent, ARC, 1970.
-Autobiography. London, Cape, 1971.
-America. London, Turret, 1972.
-The Best of Henri: Selected Poems 1960–70. London, Cape, 1975.
-One Year. Todmorden, Lancashire, ARC, 1976.
-City Hedges: Poems 1970–76. London, Cape, 1977.
-Beauty and the Beast, with Carol Ann Duffy. Liverpool, Glasshouse Press, 1977.
-Words Without a Story. Liverpool, Glasshouse Press, 1979.
-From the Loveless Motel: Poems 1976–1979. London, Cape, 1980.
-Harbour. London, Ambit, 1982.
-Penny Arcade: Poems 1978–1982. London, Cape, 1983.
-New Volume, with Roger McGough and Brian Patten. London, Penguin, 1983.
Holiday Snaps. Liverpool, Windows, 1985.
-Collected Poems 1967–1985. London, Allison and Busby, 1986.
-Wish You Were Here. London, Cape, 1990.
-Not Fade Away. Newcastle upon Tyne, Bloodaxe, 1994.
-Selected and Unpublished: poems 1965-2000, edited by Catherine Marcangeli,
Liverpool University Press, 2007.

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