Bruno Di Pietro, da “Colpa del mare”

Bruno Di Pietro

Amici morti per il fuoco
se l’acqua è inizio
ora interrogare il dopo
conoscete lo scopo
del pensare.
la cenere ha confuso il mare
deluso il cielo.
Il nostro era un viaggio terreno
e questa è terra di ulivi
di tramonto
terra di sale
da Elea a Metaponto.

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ora la finestra ha vetri infranti
e la ruggine assale le fontane
segnano il tempo, stanche meridiane
filari di occasioni e di rimpianti

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quando la fine non ha mai inizio
è come il tempo che arranca ingobbito
e si stanca della facile misura
di chi il tempo lo concede a usura.

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Bruno di Pietro (1954) vive e lavora a Napoli. Ha pubblicato: Colpa del mare (Oedipus Salerno-Milano, 2002); SMS e una quartina scostumata (D’If, Napoli, 2003); Futuri lillà (id., 2003); Acque-dotti. Frammenti di Massimiano (Bibliopolis, Napoli, 2007); Della stessa sostanza del figlio (Evaluna, Napoli, 2008); Il fiore del Danubio (id., 2010); Il Merlo​ maschio (Laboratorio di Nola, 2011); Minuscole (id., 2016). Impero (Oedipus, 2017). È presente nelle antologie Mundus. Poesia per un’etica del rifiuto (Valtrend, Napoli, 2008); Alter Ego, Poeti al MANN (Napoli, Errico Ruotolo, 2012); Opere 1961 – 2007 (Fondazione Morra, Napoli, 2012). Con Gabriele Frasca, Mariano Bàino e Nietta Caridei ha fondato la casa editrice d’If. È stato socio delle edizioni Cronopio.

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