Nella Collana Gialla della Memoria, Giovanna Sicari

La notte romana getta nell’acqua della madre dopo le madri
ma la cosa è ugualmente fragile e orfana:
i fiori, le statue di giugno, i giorni
caldi gravi di via Merulana
dove solo qui si è poveri in pace
e la ragazza con sandali ferma il tempo
sull’agenda stracciata, non è signora
né puttana né fiore all’occhiello
della serata ufficiale, mostra versi
al parlatoio dove il pianto del neonato
è quello di sempre
dove il pianto cresce e muore e poi ancora rinasce in un‟altra
rondine sul glicine al tempo balordo
con accento stonato. Lì il bambino cinese, Ahmed
o Mustafà raccolgono fiori e fortuna di derelitti
senza ritorno come abbandonati pellegrini
a cui nessuno chiede veramente se importa morire
rapiti e rapinati immersi in un sonno lieve straniero.

Torna in libreria dopo vent’anni nella Collana Gialla della Memoria Roma della vigilia, di Giovanna Sicari pubblicato in prima edizione con Il labirinto, nel 1999, uno dei testi “più perfetti e ispirati” dichiara Milo De Angelis nel Post-scriptum. In uno scritto che compare nel libro Giancarlo Pontiggia scrive: : “Riletto a vent’anni esatti dalla sua apparizione (Il Labirinto, 1999), Roma della vigilia ci appare, quasi fatalmente, come il libro in cui si devono fare i conti con la vita, una volta per tutte, e con l’urgenza di chi sa che i giorni sono davvero contati, che il tempo non è più nostro, se mai un giorno lo è stato”.

Giovanna Sicari (Taranto, 1954 – Roma, 2003) è stata poetessa e scrittrice. Dal 1962, con la famiglia, si trasferisce a Roma, nel quartiere Monteverde. Le sue prime poesie escono a partire dal 1982 sulla rivista Le Porte, quindi su Alfabeta, Linea d’Ombra, Nuovi Argomenti.

Dal 1985 al 1989 è redattrice della rivista Arsenale. A partire dagli anni Ottanta, inizia inoltre a lavorare come insegnante nel penitenziario di Rebibbia, a Roma, incarico che mantiene fino al 1997, quando si ammala gravemente. Dopo essersi sottoposta a interventi e cure prima a Roma, poi a Milano – dove nel frattempo si era trasferita col marito Milo De Angelis e il figlio Daniele – torna a Roma nell’estate del 2003, dove muore nella notte tra il 30 e il 31 dicembre. La raccolta di poesie di Milo De Angelis Tema dell’addio è a lei dedicata.

PUBBLICAZIONI DI POESIA

Viaggio clandestino, Siena, Quaderni di Barbablù, 1984.
Decisioni, Siena, Quaderni di Barbablù, 1986.
Ponte d’ingresso, Roma, Rossi & Spera, 1988.
Sigillo, Milano, Crocetti, 1989.
Non solo creato (insieme a Milo De Angelis), Milano, Crocetti, 1990.
Uno stadio del respiro, Milano, Scheiwiller, 1995.
Nudo e misero trionfi l’umano, Roma, Empirìa, 1998.
Roma della vigilia, Roma, Il Labirinto, 1999.
Epoca immobile, Milano, Jaca Book, 2004.
Naked Humanity. Poems 1981-2003, Stony Brook, NY, Gradiva Publications, 2004.
Poesie 1984-2003, a cura di R. Deidier, Roma, Empirìa, 2006.

Dal 1985 al 1989 è redattrice della rivista Arsenale. A partire dagli anni „80 inizia inoltre a lavorare come insegnante nel penitenziario di Rebibbia, a Roma, incarico che mantiene fino al 1997, quando si ammala gravemente. Dopo essersi sottoposta a interventi e cure prima a Roma, poi a Milano – dove nel frattempo si era trasferita col marito Milo De Angelis e il figlio Daniele – torna a Roma nell’estate del 2003, dove muore nella notte tra il 30 e il 31 dicembre. La raccolta di poesie di Milo De Angelis Tema dell’addio è a lei dedicata.

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La Gialla della Memoria vuole rappresentare il saldo di un debito tra l‟attualità della parola poetica – espressa nelle collane La Gialla e La Gialla Oro, frutto della collaborazione tra LietoColle e pordenonelegge – e una contemporaneità legata a figure del Novecento capaci di segnare, con la propria testimonianza, uno spazio originale – riconoscibile e riconosciuto – nel panorama della scrittura e delle scritture in poesia del nostro Paese.

Tracce, queste, che si sostanziano nel recupero di componimenti e sillogi altrimenti perduti, per introvabilità delle opere o per loro condizione inedita, e perciò meritevoli di vasta attenzione per gli appassionati e i lettori di poesia: un modo, tra gli altri, per suggerire ai giovani di leggere allargando quanto possibile il perimetro della conoscenza, specie prima di avventurarsi nella voglia (e nell‟ansia) di pubblicare le proprie produzioni.

Un modo che, per chi ha conosciuto gli autori che partecipano e parteciperanno a La Gialla della Memoria, costituisce occasione per tornare “a un proprio tempo nel tempo dell‟altro”, nel recupero di un sé specchiato nei versi di chi ha scritto e letto prima di loro.

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