Kathleen Jamie, “Accettare l’albero”

Kathleen Jamie

ALBERO SULLA COLLINA
KATHLEEN  JAMIE

C’era una volta una collina su cui cresceva un albero. Nel corso del tempo il vento l’aveva talmente assottigliato che, come un apostolo in un dipinto, sembrava allargare le braccia in un ampio gesto verso una gloria più grande, in questo caso il paesaggio sottostante.

A questo albero ti potevi appoggiare e osservare il fiume che diventava un fiordo, che si allargava per miglia e miglia mentre si preparava a incontrare il mare. Potevi osservarlo mentre si portava via non solo la pioggia invernale – addio! addio! ma tutto ciò che era necessario perdere.

E di quello ce n’era in abbondanza, ma sembrava che l’albero insistesse su qualcosa ancora più in là: oltre il ‘Braes of the Carse’ e le turbine eoliche, perfino oltre le montagne – un raggio di – cosa?

Beh, questo può funzionare in un modo o nell’altro. Potremmo restare quaggiù e sostenere che non è esistito né l’albero né, sicuramente, la distante consolazione. O forse accettare l’albero, un larice, essendo i larici tra gli oggetti di questa Terra. Ma la premonizione – no.

Concesso l’albero, tuttavia, chi può dirlo? Per quel che ne sappiamo potrebbe essere ancora là, un albero solo sulla collina. E se non un albero, allora una celidonia, che si ridesta al giallo. O una pietra che sprofonda. O il canto di un’allodola. O una lepre con i suoi occhi di mondo, in ascolto.

24/03/20

Traduzione di Giorgia Sensi

TREE ON THE HILL
KATHLEEN  JAMIE

Once upon a hill there grew a tree. Because it had been so long honed by the wind, it appeared, like an apostle in a painting, to gesture beyond itself toward some greater glory, in this case the landscape far below.

You could lean against the tree and watch the river become a firth, widening over miles as it prepared to meet the sea. You could watch as it bore away not just the winter’s rain – goodbye! goodbye! but whatever one needed to lose.

And that was plenty, but the tree seemed to insist upon something even further: beyond the Braes of the Carse and wind turbines, beyond even the mountains – a gleam of – what?

Well. This could go either way. We might stay down here and opine that neither ever existed, not the tree and certainly not the distant consolation. Or perhaps we’d accept the tree, a larch, larch-trees being numbered among the objects of this Earth. But the intimation – no.

Given the tree, though, who can say? It might be there still, for all we know, an isolate on the hill. And if not a tree, then a celandine, awakening into yellow. Or a depthless stone. Or lark-song. Or a hare with its world eyes, listening.

24/03/20

1 pensiero su “Kathleen Jamie, “Accettare l’albero”

  1. Un delicato pezzo di prosa poetica. Un paesaggio in movimento magico fra presenza e assenza. Le intimazioni della natura che non riusciamo più a cogliere.

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