Dylan Thomas, “Do not go gentle into that good night”

Dylan Thomas

Non andartene remissivo in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e impazzire al sipario del giorno;
infuriati, infuriati contro la luce che muore.

Benché i saggi sappiano che alla fine anche la tenebra è giusta
poiché le parole non scatenarono temporali
non se ne vanno remissivi in quella buona notte.

I giusti, dall’ultimo segno, piangendo il miracolo
delle loro fragili membra che danzano in una verde baia
s’infuriano, s’infuriano contro la luce che muore.

I gretti che ghermirono il sole e nel volo cantarono il sole
e troppo tardi s’accorsero d’averlo piegato
non se ne vanno remissivi in quella buona notte.

Gli stremati e ormai prossimi alla morte che con cieca vista
intuirono che occhi spenti potevano splendere
come meteore e sostare nella gioia
s’infuriano, s’infuriano contro la luce che muore.

E tu, padre mio, che sei lì sull’altare triste, ti prego,
maledicimi, benedicimi con le tue lacrime di tempesta.
Non andartene remissivo in quella buona notte
Infuriati, infuriati, contro la luce che muore.

Traduzione di Giovanni Ibello

*

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.

Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.

Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.

Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on the sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

Dylan Thomas, da Collected poems 1934-1952, Dent, 1952

Dylan Thomas (Swansea, 27 ottobre 1914 – New York, 9 novembre 1953) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo gallese. Nel corso di una vita straordinariamente intensa, per quanto breve, Dylan Thomas ha scritto poesie, saggi, sceneggiature, racconti (molti a sfondo autobiografico) e un dramma teatrale dal titolo Sotto il bosco di latte la cui versione radiofonica ha vinto il Prix Italia nel 1954. Figlio di un professore della grammar school di Swansea, Dylan Thomas mostra sin dall’infanzia i segni di una vocazione sicura. A soli vent’anni scuote l’ambiente letterario londinese con Diciotto poesie (Eighteen poems, 1934), nel quale afferma lo stile di una poesia naturale e istintiva, per quanto pervasa da un’inquietudine oscura. Insieme a un gruppo di giovanissimi poeti e scrittori, s’impone come alfiere di un cosiddetto “nuovo romanticismo”, sorto in reazione all’intellettualismo e al classicismo di cui erano accusati Auden, e i poeti del suo gruppo. Al 1936 risalgono le Venticinque poesie (Twenty-five poems), cui seguono Il mondo che respiro (The world I breathe, 1939), e La mappa d’amore (The map of love, 1939) che comprende liriche e prose. Il libro che raccoglie le sue poesia più note è Morti e ingressi (Deaths and entrances,1946). Le varie raccolte di poesie apparse tra il 1934 e il 1952 sono state poi ripubblicate nel volume Poesie scelte 1934-1952 (Collected poems 1934-1952, 1952).Poco prima della morte pubblica Il medico e i diavoli (The doctor and the devils, 1953).

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