Piero Bigongiari (1914-1997)

Piero Bigongiari

Pescia-Lucca

Ho vissuto
nelle città più dolci della terra
come una rondine passeggera.
Lucca era
un nido difficile tra le vigne
impolverate in fondo a bianche strade,
donde sarebbe traboccata
con ali troppo folli
pe’ tuoi cieli molli, Toscana,
antica giovinezza.
Malcerta ebbrezza, malcerta infanzia
lungo le case di Lunata
sfiorate in tram accanto al guidatore,
la morte è questa
occhiata fissa ai tuoi cortili
che una dice sorpresa
facendosi solecchio dalla soglia :
è nata primavera,
sono tornate le rondini.

Piero Bigongiari, da Le Mura di Pistoia, Mondadori, 1989.

Vetrata

O memoria, la terra è il tuo ritorno
negli occhi, le magnolie
in un torno di gridi dai cortili
traboccano, sui lividi ginocchi
spunta l’età più grande come un’alba.
Una febbre rimuove dagli stipiti
la madre dolcemente: là trasporta
simile a luce le vele dal porto:
afosa muove sulle braccia a chi
non scorda. Mentre un lampo rosa inonda
la finestra, l’attesa: una tempesta
di caldo, un bacio che fa vana ressa.
E i cani spenti di una festa delirano
di viola se grappoli di nulla
pendono già a un oriente.

Piero Bigongiari, una poesia tratta dal volume Autoritratto poetico, Firenze, Sansoni Editore, 1985.

Piero Bigongiari, nato in provincia di Pisa nel 1914, è morto a Firenze nel 1997. Critico, scrittore, docente, poeta ed intellettuale eclettico, la sua copiosa produzione poetica e saggistica (e, in un certo senso, gran parte della sua esperienza individuale) è nata e si è sviluppata nell’alveo dell’ermetismo fiorentino, insieme a Luzi, Parronchi, Macrì, Gatto e altri, diventandone forse la voce più densa, tesa e complessa. Sempre in questo contesto prende forma la sua collaborazione con alcune delle grandi riviste letterarie del ventesimo secolo («Il Frontespizio», «Letteratura», «Campo di Marte»). Profondo conoscitore – tra le altre cose – di Leopardi, del barocco e del novecento poetico francese, è stato anche prolifico traduttore (Conrad, Rilke, Ponge, Thomas, René Char).

La scelta dei testi qui pubblicati è di Giovanni Ibello

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