Giorgio Manganelli da “Poesie”


Io mi divido

in giacca e calzoni e cintura
e ancora mi disgiungo
in cravatta e camicia
e mi scindo in cranio, in polmoni,
in visceri e pube,
e mi distinguo
in ogni cellula
che senz’amore s’accosta
ad altra cellula.
Così, casualmente, sussisto:
poi chiedo in prestito
la forza che congiunge
l’uno all’altro i miei volti possibili
all’improvviso sacramento
d’una chitarra,
al riso dell’amico,
allo squillo consueto del telefono,
nell’attesa distratta
d’una voce che perdoni la mia spalla,
la mia gamba, la mia dolce cravatta:
nell’oziosa attesa

del sacramento della nascita.

*
Usa la tua morte: la gentilezza
grafica gotica dei tuoi vermi,
le pause elette del nulla
che scandiscono le tue parole
rantolanti e cerimoniose;
usa il sudario, usa i candelabri,
e delle litanie puoi fare
un bordone alla melodia – improbabile –
delle sfere.
*

Ogni cosa permane –

ogni cosa rimane –
ogni cosa sussiste –
ogni cosa resiste –
guarda niente è mutato, immagino da che tu partisti
tu, femmina, mutande, mestrui,
tu, io, morremo, morremo
la vecchiaia ci singhiozza
nella spina dorsale,
la gomma attorno agli occhi,
moriamo, morremo, andiamo
a puttane, finiamo in niente,
consumati, cenere, cenere
ci dimentichiamo
c’è sul calendario il giorno
che non ricorderò il tuo nome
c’è il giorno dell’addio
più integrale
quando di tutto il tuo furore
nell’utero, il mio amore
resterà solo una storiella un poco
sudicia, cosa per adolescenti.

Ci amammo, ugh! ci amammo

Giorgio Manganelli
da “Poesie”, Crocetti Editore, 2006 (a cura di Daniele Piccini)
Giorgio Manganelli (1922-1990) è stato scrittore, critico letterario e poeta. Autore di numerose opere in prosa, Manganelli affermò che, a suo modo di vedere, il compito della letteratura è quello di trasformare la realtà in menzogna. Un’apologia dello scandalo e della mistificazione. Un esercizio ozioso, un  gioco di pure forme. Le sue interviste sono state raccolte nel 2001 a cura di Roberto Deidier, con il titolo La penombra mentale (vedi Bibliografia). La sua opera poetica è stata pubblicata sotto il titolo di Poesie, a cura e con uno scritto di Daniele Piccini da Crocetti nel 2006.
La scelta dei testi pubblicati è di Giovanni Ibello

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