Patrizia Cavalli, cinque poesie

Patrizia Cavalli

Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

Da “Il cielo”, in Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992

*
Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è piú ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

da “Il Cielo”, in Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992

*
Il cuore non è mai al sicuro e dunque,
fosse pure in silenzio, non vantarti
della vittoria o dell’indifferenza.
Rendi comunque onore a ciò che hai amato
anche quando ti sembra di non amarlo piú.
Te ne stai lí tranquilla? Ti senti soddisfatta?
Potresti finalmente dopo anni
d’ingloriosa incertezza, di smanie e umiliazioni,
rovesciare le parti, essere tu che umili e che comandi? No, non farlo,
fingi piuttosto, fingi l’amore che sentivi
vero, fingi perfettamente e vinci
la natura. L’amore stanco
forse è l’unico perfetto.

Da “Datura”, Einaudi, Torino, 2013

*
Il destino figurato

Poco fa me ne stavo rannicchiata
dentro un mezzo sogno coscienzioso
quando mi è apparso il mio destino figurato,
non visibile al presente o nel futuro
ma sicura proprietà del mio passato:
qualcosa che era lì con me al mio inizio
e che mi equipaggiava, come una maglia nuova,
bella compatta, che poi, non si sa quando,
s’è disfatta. Sì, avevo il mio destino
e si è sciupato. Ma a quale duro ferro
mi si è impigliato il filo? Ecco, lo vedo
che se lo tira via mentre io incosciente
senza girarmi mai per liberarlo
per distrazione mia continuo sempre
a muovermi in avanti, avanti non davvero
che ero in un cerchio dove però molto
mi muovevo con la mia maglia ormai
tutta un groviglio. O dio, o dio,
dunque è così, più avanzo e più mi spoglio!
Avrei dovuto far la balia al mio destino,
tenermelo vicino, buono, al caldo,
ma quel feroce gancio che mi ha strappato
il filo, cosa sarà quel gancio
scostumato per cui ora striscio nuda
dietro al tempo? Ah che stupida idea
questo destino! Rinuncio al suo corredo,
non lo voglio, sarò comunque nuda
quando verrà il momento. Ma come
mi presento, come faccio
con questo assurdo malloppetto sfatto!

Da “Datura”, Einaudi, Torino, 2013

*
Dolcissimo è rimanere
e guardare nella immobilità
sovrana la bellezza di una parete
dove il filo della luce e la lampada
esistono da sempre
a garantire la loro permanenza.
Montagna di luce ventaglio,
paesaggi paesaggi! come potrò
sciogliere i miei piedi, come
discendere – regina delle rupi
e degli abissi – al passo involontario,
alla mano che apre una porta, alla voce
che chiede dove andrò a mangiare?

Da “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, in Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992.

Patrizia Cavalli è una delle più autorevoli poetesse contemporanee. In poesia ha pubblicato: “Le mie poesie non cambieranno il mondo” (1974), dedicato a Elsa Morante. A questo lavoro seguono altre raccolte di successo come: “Il cielo” (1981), “Poesie 1974-1992” (1992), “L’io singolare proprio mio” (1992), “Sempre aperto teatro” (1999) con cui vince il Premio Letterario Viareggio-Repaci, e “Pigre divinità e pigra sorte” (2006) vincitore tra l’altro del Premio Dessì e “Datura” (2013).

3 pensieri su “Patrizia Cavalli, cinque poesie

  1. Molto, molto brava. E’ una poesia che giunge al cuore. Anch’io scrivo poesie, dopo una storia di malattia del 2007. Complimenti, poetessa.

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