La vocazione lirica di Maurizio Brusa

Periferia del Domino

(da Grammatica del Silenzio, Manni, 2008)

ad Alessandro B.

L’uomo tace.
Si ferisce dormendo:
alla terra quel ch’è dovuto.
Al cielo l’ordine di restare sospeso.

*

Non è compito mio
il tubo dell’acqua.
Quel che c’era da fare l’ho fatto.
Ho venduto il vendibile:
a moneta di scambio il disegno di Ruth.

*

in breve
le incomprensioni
i buffi litigi
(capì
quel suo modo
di aderire alla luce
di opporsi
inevitabile
nella perenne vigilia del corpo)

*

più debole
insidiosa
la goccia
ferendo le ossa
muovendo la terra
(l’erba velenosa
ti dico
è più saggia)

______

Maurizio Brusa è nato nel 1951 a Imola, dove è risieduto pressoché tutta la vita. Dal 1977 al 1988 ha dato alle stampe poesie sparse in rivista e raccolte con Guanda, Mondadori ed Electa. Ha collaborato a numerose riviste fra le quali «Rendiconti» (rivista alla quale è legato l’esordio in poesia nel 1977), «Prato Pagano», «Arsenale». Come traduttore ha curato gli Scritti d’arte di Paul Gauguin (Guanda, 1983) e alcune poesie del ‘500 francese in una fortunata antologia collettiva (Mondadori, 1984). A Imola, negli anni Ottanta diede vita e diresse la libreria “La Fenice”, punto di riferimento della vita cultura della cittadina romagnola, grazie all’organizzazione di letture pubbliche, presentazioni di libri e varie mostre d’arte. Lavorò anche come consulente editoriale. Dopo anni di silenzio nel novembre 2002 fece uscire la plaquette I Disagi dell’ombra (La Mandragora), cui seguì Grammatica del silenzio (Manni, 2008). La vita scalza, sua ultima raccolta , è uscita lo scorso giugno per i tipi di Stampa. Il 29 settembre 2017 si è spento a Imola.

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