25 poesie per l’infanzia e non solo

Evelina De Signoribus

Creare un incontro

Poeti in classe” nasce dall’idea di creare un incontro: quello tra i bambini, la poesia e chi la scrive. Per creare questa possibilità ciascuna sezione del libro corrisponde alla voce di un poeta che prima, in prosa, si presenta e racconta il modo in cui ha incontrato la poesia; poi dona al lettore/ascoltatore alcuni suoi versi, anticipati da un breve commento, che funziona come continuazione del dialogo e possibile guida alla lettura del testo. Le voci dei poeti, tra loro assai diverse tanto nelle parti in prosa quanto nei versi donati, sono accomunate dall’idea di rivolgersi al pubblico bambino quale è: meritevole di vera letteratura, esigente, curioso e desideroso spesso di sperimentare quel che fa la buona poesia: crea infatti un legame tra chi legge e chi ascolta, inizia al suono delle parole e al ritmo del verso o della frase, apre ad un linguaggio che è anche e non solo interiore, aiuta a conoscere se stessi e gli altri.

Pin pidin e oltre…

Tra i padri nobili di “Poeti in classe” c’è l’esperimento condotto da Porta e Raboni nell’antologia “Pin pidin. Poeti per i bambini di oggi”, pubblicata nel 1978. I curatori dell’antologia insistevano sull’autenticità e sulla “sincerità” della parola poetica come condizione necessaria alla comunicazione della poesia, lontana da modelli artificiosi: “La premessa di fondo dalla quale siamo partiti”, scrivevano “è quella di un totale, radicale rifiuto della poesia per bambini come genere a sé stante, coltivato in esclusiva da ‘specialisti’ che non siano anche, e prima di tutto, dei poeti”. Naturalmente l’antologia di Porta e Raboni era fortemente caratterizzata dalle istanze ideologiche di quei tempi. “Poeti in classe”, invece, è la voce di singoli autori (non immediatamente rubricabili come “autori per l’infanzia”) provenienti un po’ da tutta Italia e che parlano per se stessi e di se stessi. Una scelta (come altre possibili) inclusiva e letteralmente singolare, per andare incontro alle varie sensibilità e alle diverse modalità ricettive dei bambini: in modo che ciascuno possa scegliere il testo a lui più congeniale, più rispondente cioè alla sua immaginazione o alla sua curiosità, o al suo bisogno di significato o di suono.

Gli esempi di Giorgio Caproni e Giovanni Giudici

Nel volume, sono inserite anche una testimonianza inedita su Giorgio Caproni maestro elementare e il referto di un incontro tra Giovanni Giudici e una classe di scuola primaria. La scelta nasce da un’idea di fondo: lo scrittore non dovrebbe solo farsi ascoltare ma anche mettersi in ascolto. Per questo la pratica della presenza autoriale a scuola sembra necessaria, sempre significativa e fertile di possibilità di sviluppo e gratificazione. I testi proposti sostengono e documentano questo convincimento: Giorgio Caproni si afferma nella testimonianza della figlia come protagonista di un magistero di insegnamento alla scuola elementare, nel quale la poesia è sempre stata presente, sia come forma viva dell’esperienza, sia come indicazione e proposta di poesie e di autori, vicini alla sua sensibilità e atti a far maturare quella dei suoi alunni. Giorgio Caproni tra l’altro non ha pubblicato poesia per bambini ma con i bambini ha sempre trattato la poesia nella sua lunga carriera di insegnante elementare, lasciando spesso ad essa la parola per illustrare sia la bellezza della vita che i problemi o i fatti quotidiani. La cronaca dell’incontro di Sarzana ci mostra un Giovanni Giudici protagonista di un dialogo appassionato e partecipe con i bambini di una classe quinta di una scuola primaria di Sarzana.

 

 

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