Gianfranco Lauretano, “Rinascere da vecchi”

Ho risalito il fiume fino alla casa
dell’infanzia, alla ghiaia nel cortile
alle valli profumate di terra e frutta
ho camminato a lungo sostando poco
e quasi a caso nei giardini sulle rive
verdi e stretti tra la strada e il fiume.

Arrivato ho aperto le mani, rilasciato
le storie, le opere dei miei giorni
e avrei voluto farti un rapporto dettagliato
ma un nodo mi serrava la gola.

Perché tutto ciò che ho fatto e volevo dire
aspettava la tua approvazione
padre, tutto consisteva in quella
ma ho sbagliato, il figlio che vive
glorifica il padre. Così la smetto
di aspettare e torno nel presente
dove l’acqua del fiume scende pigra o svelta
l’erba rinverdisce e secca nei giardini
i fiori spuntano brevemente sulla riva.

*

Ponte di parole

Oggi ho sognato la mia giovinezza
nella figura premurosa dl Svetlana
la guida-amica, il ponte di parole.
La mia giovinezza mi conduceva
dentro una terra senza confini apparenti
liquida e vasta, una Russia delle età
e trovava parole per tracciare un limite
disegnare le case, un ritratto invisibile.

E mentre Svetlana mi portava
di definizione in definizione
io la proteggevo per rinnovare
l’ascolto di me stesso in lei.

Per troppi anni ti ho trascurato
mia giovinezza, unico ritratto
sola chance di non morire
data alle mie parole, tu c’eri
anche se giocavo a fare il vecchio
vivificando i racconti antichi
in una resurrezione di parole
fioritura stupefacente di mandarini
in un giardino di Russia.

*

Tu sei per me una città che oltrepassa il presente
e si avvia ad un futuro incerto di costruzione
e distruzione della propria storia: architetti smemorati
dimenticano progressivamente l’ abisso di tempo
da cui provengono le erbacce
e non sentono quali racconti bisbiglino
oggi di nuovo, più fiocamente, gli alberi
dei giardini e dei viali e quali ombre si stanchino
di riandare sempre per le stesse strade e progettino
di trasferirsi altrove, di visitare altri fantasmi.
Tu sei per me una città così. Nessuna malattia
sta guarendo, nessuno problema si risolve
nessun dolore viene risarcito, nessun evento
nessun fatto gesto circostanza passa.

Da: Gianfranco Lauretano, Rinascere da vecchi, Punto a capo Editrice, Quaderni di poesia contemporanea, Collana diretta da Giancarlo Pontiggia, 2017.

 

Gianfranco Lauretano è nato nel 1962 a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Vive  a Cesena dove insegna in una scuola di primo grado.

Ha pubblicato i volumi di poesia: La quarta lettera (Foum, Forlì, 1987), Preghiera nel corpo (NCE, Forlì 1997 – ristampa: Ellerani, San Vito al Tagliamento 2011), Ortus exitiosus (ora nel’antologia “Bona vox”, Jaca Book, Milano 2010) Occorreva che nascessi (Marietti, Milano 2004), Sonetti a Cesena (Il Vicolo, Cesena, 2007), Racconto della Riviera (Raffaelli, Rimini, 2012).

Ha pubblicato il volume di prose liriche Diario finto (L’Obliquo, Brescia 2001). Sempre in prosa i volumi monografici La traccia di Cesare Pavese, (Rizzoli, Milano 2008) e Incontri con Clemente Rebora (Rizzoli, Milano 2013).

 

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