Piera Oppezzo

Piera Oppezzo

Piera Oppezzo è nata a Torino il 2 agosto del 1934 ed è morta in solitudine il 19 dicembre 2009 nell’Eremo di Miazzina, sul lago Maggiore. È stata sarta e commessa della Standa da ragazza, poi dattilografa e collaboratrice editoriale (Einaudi, Rai, Feltrinelli, Guanda, SE). Negli anni sessanta è stata militante extraparlamentare e ha partecipato a un gruppo di autocoscienza femminista, organizzando negli anni settanta il collettivo “Pentole e fornelli”.

Passeggiata

Più in là
ci aspettano le foglie morte;
fermiamoci:
qui c’è profumo di rose.
Basta che tu non respiri
perché il futuro muoia.
Così tutto finisce
prima d’aver pianto.
Neanch’io respiro più.

 

Come

Felice,
come il figlio
Che non avrai.

Dolcissimo
come l’amore
che non puoi.

Più puro
come l’uomo
che non sei.

Perfetto
come il volo
della tua tristezza.

 

Consenso

Nel nostro spazio sempre interamente presenti
non soggiogati dalla memoria
non affranti da alcuna tensione

il dramma può accadere
se per una connessione di fatti accadrà
ci investirà completamente
completi acconsentiamo a ogni cosa.

Avevamo possibilità di essere felici
lo siamo con sicurezza
oltre l’aspettativa anche se brevemente

questo perché la realtà
può superare qualunque immagine
in tutti i suoi momenti
offrirci una sintesi.

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Opere pubblicate
Romanzi
Minuto per minuto (La Tartaruga, Milano 1978)
A note legate (Corpo 10, Milano 1991)

Raccolte di poesie
L’uomo qui presente (Einaudi, Torino 1966)
1967 Sì a una reale interruzione (Geiger, Torino 1976)
Le strade di Melanchta (Editrice Nuovi autori, Milano 1987)
Andare qui (Manni, Lecce 2003)
È stata traduttrice di Kahlil Gibrain, Jules Renard e Gisèle Freund.
Una lucida disperazione è il volume antologico di Interlinea che raccoglie le poesie di Piera Oppezzo, a cura di Luciano Martinengo e con introduzione di Giancarlo Majorino, pubblicato nel 2016.

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