Arnaut Daniel di Pietro Tripodo venti anni dopo

Pietro Tripodo

A distanza di venti anni si ripubblicano le traduzioni del corpus poetico del trovatore provenzale Arnaut Daniel eseguite dal poeta Pietro Tripodo.

di Carlo Pulsoni

Ho conosciuto Pietro tanti anni fa grazie a Paolo Canettieri. Mi capitava di assistere alle loro infinite discussioni su come tradurre quel verso o quel lemma arnaldiano. A volte vi intervenivo. All’epoca studiavo i problemi attributivi della lirica provenzale, e credo di essere il responsabile dell’inserimento nel volume anche del corpus apocrifo del ‘miglior fabbro’. Mi piace ricordare una conversazione che ebbi con Pietro su Dante e sul numero 9. Pietro era affascinato da questa costruzione dantesca: il 9 come massima espressione dell’amore divino, in quanto ha come radice quadrata il numero tre, la Trinità. Gli replicai a mo’ di gioco che Dante aveva preso una cantonata: avrebbe dovuto scegliere il 27 come triplice prodotto del 3 che moltiplica se stesso (33 = 3 x 3 x 3). Si sa che ai numeri si può far dire di tutto e non mi esimo perciò dal farlo, riproponendo queste stupende traduzioni di Pietro a 18 anni dalla sua scomparsa (9 x 2 o anche 3 x 3 x 2), nella speranza che contribuiscano a ricordare l’uomo e il poeta. Nel licenziare queste pagine, desidero ringraziare Paolo, Raffaele, Enrico che hanno accolto con entusiasmo la mia idea di riproporre l’Arnaut di Pietro; ma soprattutto ci tengo a ricordare Giulia, Valerio e Patrizia Tripodo, senza i quali questa operazione non avrebbe avuto luogo.

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