Addio a Jannis Kounellis

E’ morto a Roma Jannis Kounellis, pittore e scultore, tra i massimi esponenti dell’arte povera. Aveva 80, era nato in Grecia ma si era trasferito in Italia negli anni Cinquanta, da quando aveva 20 anni. Qui esordì nel 1960 con la sua prima mostra personale alla galleria “La Tartaruga”.

Nel 1972 Kounellis partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia e divenne poi un artista noto in tutto il mondo, esponendo in diversi continenti.


L’ultima mostra in Italia, “Dodecafonia” l’artista greco l’aveva tenuta a Roma a settembre del 2016 nella chiesa sconsacrata di Sant’Andrea de Scaphis, con i suoi ultimi lavori, realizzati con la fusione dei materiali dell’archeologia industriale e di quella classica. “Dodecafonia”. Una denominazione acustica per un numero che in musica, ad esempio, indica una rotondità ritrovata che avvicina al divino, al sacro.

Kounellis, nell’estate 2013 aveva realizzato e pensato e pensato per gli spazi della Fondazione VOLUME! di Via Dan Francesco di Sales e poi esposti in una mostra curata da per questo spazio da Danilo Eccher.

In quella occasione per la prima volta il maestro si lascia ritrarre in alcuni scatti fotografici, alcuni dei quali affidati ai giovani Auro e Celso Ceccobelli, Simon d’Exéa, Guido Gazzilli, Federico Ridolfi, Valeria Sapienza, Damiano Tullio, Francesco Viscuso, Fabrizio Fantoni.

Fondazione VOLUME! 2013 Jeannis Kounellis e Luigia Sorrentino ph. credits / Fabrizio Fantoni

Nella mostra della Fondazione VOLUME! del 2013 ancora una volta Kounellis si è confermato pittore, come aveva affermato Eccher nel suo testo critico: “l’installazione per l’autore non è sinonimo di scultura, quanto di forme disegnate, dipinte nello spazio. Le lastre di ferro non sono a terra, sono allestite a parete, come fossero quadri. Il tempo veloce del viaggiare (le lamiere utilizzate nelle ferrovie, il carbone) si alterna al tempo lento della tessitura (filo intrecciato sul ferro), che riporta alla dimensione dell’attesa di Penelope, costruendo un equilibrio fra l’andare e il tornare, fra il partire e il restare”.

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