Maurizio Cucchi: “Con Valentino Zeichen se ne va una delle voci più acute della poesia italiana”

val_zeichendi Maurizio Cucchi

Con Valentino Zeichen perdiamo una delle voci più estrose e originali della nostra poesia. I suoi versi, i suoi libri, raccolti in un volume Oscar Mondadori (Poesie 1963-2014), costituiscono un esempio di acuta leggerezza nell’osservazione del mondo e della storia, della realtà di questi ultimi decenni. Un’acutezza, quella di Zeichen, sempre sostenuta dall’ironia, dalla capacità di coinvolgere elementi del reale anche minimo, ma con la brillantezza e lo humour di un vitalissimo comunicatore. Lo si vede anche dai titoli delle sue opere, da Area di rigore fino a Casa di rieducazione.

Insieme al poeta è giusto ricordare il personaggio che Zeichen è stato, nella sua inconfondibile eleganza, nel tratto raffinato di un affabulatore cortese e disincantato, nel suo modo di condurre una vita oscillante tra marginalità e mondanità. Un uomo generoso e affabile, anticonformista e signorile, che nel prosastico gioco dei suoi versi ci lascia un’opera destinata a durare nel tempo e che del tempo da lui vissuto potrà essere in futuro una delle nostre testimonianze letterarie più attendibili.

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