Chiunque voglia rendere omaggio e il proprio saluto al poeta Valentino Zeichen, può raggiungere l’Ospedale Santa Lucia in Via Ardeatina 306, a Roma, dove è stata allestita la camera ardente.
Le visite sono consentite dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00 di oggi, 6 luglio e domani, 7 luglio, dalle 8:00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00.
I funerali di Valentino Zeichen si terranno venerdì 8 luglio alle 11.00 alla Chiesa di Santa Maria del Popolo, a Piazza del Popolo.
ADDIO, VALENTINO
di Giulio Ferroni
C’è stato sempre qualcosa di aereo, di inafferrabile nella poesia e nella vita di Valentino: una frequentazione della marginalità senza il mito, la retorica, la rivendicazione della marginalità; una passione dell’eleganza, senza il riflesso borghese e il sussiego economico dell’eleganza. La sua poesia e la sua vita si sono dispiegate sempre in un’attenzione a tutto l’essere del mondo, alle occorrenze del quotidiano, alle forme della cultura, delle scienze e delle arti, all’universo della comunicazione, a tutto ciò che attraversa la scena del presente, ai suoi orizzonti storici e geopolitici: di tutto questo egli ha inseguito i molteplici volti, proiettandoli in infiniti punti di fuga, sentendone tutto il rilievo e l’urgenza e nel contempo la sostanza aerea, sfuggente, l’indefinita evanescenza. In fondo ha sempre guardato a questa scena del mondo, come da un suo inafferrabile altrove: presente e altrove è la sua Roma il cui cuore continuava a percorrere, in una sottile auscultazione del respiro delle sue pietre e dei suoi giardini, del suo dispiegato apparire, della sua trasandata bellezza.
Valentino c’era e non c’era: sfuggiva a se stesso e alla vita che amava, alle tante cose di cui soppesava il valore, alle amicizie a agli amori, alle passioni e agli entusiasmi a cui non si negava; e registrava splendidamente la finale futilità della nostra cultura, delle ideologie e delle filosofie, del movimento del mondo, delle parole che lo interpretano e che lo catalogano, del nostro stesso esserci. Che dire delle tante ostinazioni, delle tante pretese di sufficienza e delle tante ostentate illusioni, che costituiscono il paesaggio pubblico, l’orizzonte dei media e della cultura diffusa? Di tutto questo Valentino, vero angelo libertino, ha disegnato l’inconsistenza, con la sua leggerezza alimentata da una vibrante tensione esistenziale: con le sue parole tracciate in fuga verso il nulla, che continuano a risuonare nel loro luminoso, impalpabile accendersi e svanire. Angelo in fuga, con la sua poesia in fuga che come poche ha saputo illuminare le orbite irregolari, i percorsi eterogenei di questo mondo che fugge.