Enzo Cappucci, “Impressioni marine”

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Impressioni Marine è un giro del mondo attraverso il mare, raccontato con la passione del viaggiatore e del fotografo insieme. Sono porzioni di mondo fermate in una sensazione, più che in uno scatto. Sono colori e spiragli di luce che illuminano angoli nascosti, paesaggi che sembrano rivelarsi soltanto all’obiettivo del fotografo, la cui capacità sta nel saperceli mostrare, nel saperci risvegliare dal torpore, rimuovendo i veli che impediscono di ri-vedere il bello di un universo che pre-re-esiste. E’ un libro dedicato al mare, all’elemento che è l’inizio e la fine di tutto, che più di ogni altro, e sempre, affascinerà l’uomo libero, come canta il poeta Charles Baudelaire: perché è lo specchio della nostra anima, l’abisso infinito in cui fondersi, nella quiete come nella tempesta.

 

Enzo Cappucci è un giornalista della Rai.
 La fotografia è stata sempre una sua passione, iniziata quasi parallelamente a quella per i viaggi e per il mare.
 A dodici anni maneggia maldestramente una Minolta 101, un regalo del padre, ancor oggi accuratamente conservato, con cui fotografa i paesaggi del Nord Africa in una delle sue prime esperienze di viaggio, al seguito dei genitori. 
Le pubblicazioni sulla carta stampata arrivano dieci anni più tardi, con un servizio sulla Somalia che rivela uno stile fatto d’amore per le linee geometriche dei paesaggi, i tagli d’orizzonte, le prospettive di luce. 
Gli anni successivi sono quelli dei viaggi frequenti e delle pubblicazioni con le migliori riviste italiane e straniere, quindi della ricerca della pulizia d’immagine. 
Ha tenuto mostre di fotografia a Roma e a Urbino, presso l’Accademia Raffaello, nella casa natale del pittore, negli spazi della bottega di Giovanni Santi, padre di Raffaello.

In vendita al prezzo di 5,00 € in formato digitale (pdf) su lulu.com al link :

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Dalla Prefazione di Folco Quilici

Sino alla fine degli anni Ottanta, sono tornato più volte a scrivere di mare, a fotografarne paesaggi, profondità, a fare ricerche. Avevo iniziato sin dal 1946, e a quanto mi risulta credo d’esser stato, nella caccia alle immagini sottomarine, uno tra i primi: la fotografia subacquea “dal vivo” nasceva infatti in Francia e in Italia subito dopo la fine della seconda Guerra Mondiale.  Lungo varie stagioni fu un’ entusiasmante carrellata nei nostri fondali, poi – passando dagli Aro agli Ara – in quelli più lontani, tropicali e glaciali.  “Sesto Continente” che realizzai nel Mar Rosso tra il ’51 e il ’52 resta il primo film subacqueo a colori realizzato al mondo. Annoto in breve sintesi questi dati per due motivi.
Innanzitutto per orgoglio personale, se mi è concesso, ma soprattutto per ricord3are quanto fu breve quella “stagione” della scoperta. In tre decenni, sino al 1980/’85, fotografi subacquei d’ogni paese – soprattutto americani e noi mediterranei – abbiamo, per così dire, “esaurita la novità”. A parte le meraviglie della macrofotografia, universo interminabile di soggetti colti a ogni profondità, la “grande stagione” la caccia alle immagini marine si è da tempo conclusa.
Lasciando il campo a chi imperversa con petulante arroganza, neo professionisti che dotati di attrezzature sofisticate e mirabolanti, riescono a ripetere quanto già visto e ammirato una cinquantina d’anni fa.  Con tutto il rispetto per il loro lavoro, incontro spesso questi entusiasti e mi sottopongo a lunghe visioni del “già visto”. Improvvisamente in questi giorni del 2015, mi giunge un pacco e una lettera dove mi si chiedeva se avevo la cortesia di sfogliare la raccolta di foto, già selezionate e impaginate, che il latore dell’invio Enzo Cappucci mi aveva fatto recapitare, “desideroso d’un giudizio”. Sin qui niente di nuovo… “Il nuovo” era tutto nelle immagini. Chi aveva scattato e impaginato quelle foto, ha seguito una sua ispirazione – poetica e tecnica – del tutto personale. Ho ammirato e poi ascoltato. E adesso felice per quella sorpresa, accetto con gioia di “tenere a battesimo”, per così dire, questo libro, figlio di grande passione ma anche di un riuscito desiderio di novità e di diversità.  Cappucci restituisce – a chi ne conosce il valore – la gioia di scoprire quanto ancora ci sia da raccontare e fotografare in mare, se si posseggono costanza e bravura di individuare e percorrere strade nuove attraverso una mappa che si poteva credere già tutta nota.
Non è così.
A chi ha la forza e la volontà di affrontare nuove rotte, il mare offre ancora l’emozione di luci e misteri.                                                     

 

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