A cura
di Luigia Sorrentino
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Marco Pavoni, nato a Chieti nel 1984, laureato in Lettere Classiche, vive e lavora a Pescara. L’amore per la scrittura poetica risale agli anni del Liceo. Ha esordito nel 2009 con Immagini, Edizioni Tracce, Pescara, raccolta di poesie ricavata dagli esercizi di scrittura degli anni 2006, 2007 e 2008. Del 2014 è Permanenza del sogno, Edizioni Tracce, Pescara. Si sono interessati alla sua opera: Giorgio Bárberi Squarotti, Simone Gambacorta, Valerio Magrelli, Daniela Quieti, Anna Ruotolo, Benito Sablone e altri. Si ricordano, per la poesia, i premi Poesie… in cammino, Fondazione Pescarabruzzo – Edizioni Tracce, I Pensieri del Poeta.
ESTRATTI
Da “Immagini” di Marco Pavoni (Edizioni Tracce, Pescara, 2009).
LA TORRE
a Giorgio de Chirico
Svetta la torre degli eroi
nei pensili giardini del Male:
punteggiata d’assenzi mirifici,
sollecita lo sguardo.
Sparuti lacerti si librano,
s’attaccano ad essa:
di garrula vita pago,
volo lieto sul mio Enigma.
MALINCONIA
Fili d’erba tra le dita
così stringo i capezzoli
della mia Malinconia
Arazzi d’oro
tessono lucciole immemori
frugali avanzi di luce
in una notte stellata
indimenticabile
È GIÀ DOMANI
È già domani:
scampoli di notti coprono l’aurora
nelle cave ostriche sonanti…
Sfuggi all’inganno della vita!
E non vedrai torme di anime
evanescenti nello stillicidio
dell’Attesa lungisaettante,
né i miracoli attesi
dai muti recessi della Memoria.
RINASCITA
È di momenti lontani
il nero squillo incessante
a coprire d’affanno l’estasi
della cinciallegra che trionfa
sulla lubrica notte trascorsa.
S’accende ora un portento nelle fibre
del tempo mistico e bugiardo insieme
e la terra vomita simboli
d’immagini evocati dall’angoscia:
non sono le spire d’un giorno nuovo
ma i volteggi impazziti
d’una trottola bruciata dal caos.
AMORE
D’un ineffabile segreto
maturi i riflessi d’oro,
come brillio di foglie cadenti
stendi bagliori d’ire ipocrite
sui letti dell’insolubile Nulla.
Amore ch’evadi
dalle fauci della morte insaziata
guardami: sono una zolla,
incolta splendo nel ventre del mondo.
IL VATICINATORE
a Giorgio de Chirico
Se il suono si smemora nel silenzio
e raggia di pause l’istante
nel vago colore dell’autunno
di certo vedi il Vaticinatore
che nel vuoto estende dimensioni
di composta armonia e assaggia
la luce col suo sguardo ciclopico.
Bellezza d’incanti sparge
come balsamo sulla ferita,
all’onda che sa di schiume amare
e nell’ombra genera la Bugia,
un sorriso egli rivolge
quando muto affiora il Sogno.