Addio al grande fotografo Mario Dondero

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La leggenda del fotogiornalismo mondiale, Mario Dondero, era nato a Milano il 6 maggio 1928 ma aveva deciso di vivere a Fermo. Dondero è stata una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo. Tra le sue foto più celebri, quella del gruppo degli scrittori del Nouveau roman scattata a Parigi nell’ottobre del 1959 davanti alla sede delle Editions de Minuit (Nathalie Sarraute, Samuel Beckett, Alain Robbe-Grillet, Claude Mauriac, Claude Simon, Jérôme Lindon, Robert Pinget, Claude Ollier).

Il suo interesse per l’Africa si è manifestato attraverso la collaborazione alle riviste Jeune Afrique, Afrique-Asie, Demain l’Afrique, Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Jeshar Kemal.

LA VITA
Giovanissimo partigiano nella Val d’Ossola, si è accostato molto presto al giornalismo. Frequenta il famoso Bar Jamaica, dove si incontravano intellettuali, artisti e fotografi . Frequenta e ritrae scrittori e intellettuali francesi (Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Jeshar Kemal). Assunto come cronista a “Milano Sera”, diventò inviato del settimanale “Le Ore”, rivista d’avanguardia per il rilievo che dà alle fotografie e decide di diventare fotoreporter. Si trasferisce a Parigi nel 1954 dove è rimasto fino al 1999, con lunghi soggiorni anche a Londra e a Roma, collaborando con la migliore stampa europea. Fotografa vari conflitti e molte conferenze internazionali, realizzando reportage che mostrano il suo impegno politico e sociale.

Da Fermo, nelle Marche, continua a girare il mondo e a ritrarre gli uomini e la loro storia, per giornali, riviste e associazioni umanitarie come Emergency. Ha esposto le sue fotografie in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Il fotografo in più occasioni ha elogiato le Marche che ebbe modo di conoscere per la prima volta durante il servizio militare a Falconara Marittima e di cui ricorda i balli a Carnevale. In seguito ad una mostra fotografica nella zona di Fermo, Dondero decise poi di trasferircisi con la moglie, attratta a sua volta dalla biblioteca cittadina.

La prima grande monografia dedicata al suo lavoro si è tenuta nel 2015, a Roma, con l’esposizione di circa 250 fotografie nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano, una mostra che ha portato semplicemente il suo nome.

Uno sguardo partecipe alle storie della vita ha da sempre caratterizzato le fotografie di Mario Dondero. Il suo interesse ai destini degli esseri umani ha creato intorno al suo lavoro un’aura di simpatia, affetto e allegria.  Le sue più famose fotografie in nero e una discreta quantità di scatti a colore inediti, insieme alle sentite testimonianze di chi l’ha conosciuto e amato, aiutano a comporre così il libro della vita. La qualità e la ricchezza dei contributi delle più autorevoli firme del giornalismo e della cultura e la vasta, accurata selezione delle fotografie, che testimoniano oltre sessanta anni di attività, rendono il volume il primo catalogo esauriente della straordinaria opera dell’autore.

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