Gianni D’Elia, “Fiori del mare”

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Il “canzoniere adriatico” del poeta pesarese.

Una nuova raccolta molto diversa dai libri precedenti dell’autore, piú portata alla sonorità attraverso una ricerca di rime e assonanze. Non che l’indignazione politica sia dimenticata, ma dal tono generale sembra che il risentimento venga superato in una superiore meditazione.

Con i suoi versi Gianni D’Elia disegna i luoghi della costa marchigiana rielaborati fra il ricordo, il sogno e la storia. E l’idea di un “canzoniere adriatico”, anticipata ai tempi di “Notte privata” ma mai compiutamente realizzata prima d’ora. E la parafrasi baudelairiana del titolo non è un gioco gratuito, dato che l’aura della Riviera Adriatica, nella scrittura poetica di D’Elia, tende allo spleen.

La sonorità delle rime fa invece pensare a una riscoperta di Saba (anch’egli poeta adriatico) ma non alleggerisce la trama filosofica delle meditazioni, che sembrano in dialogo nel tempo con un altro marchigiano: Giacomo Leopardi.

Soprattutto nell’ultima parte del libro si addensano riflessioni in cui D’Elia sembra un mistico laico, che non ha certo rinnegato le radici politiche e pasoliniane della sua poesia, ma che le ha arricchite con l’approfondimento della tradizione poetica italiana e con l’esperienza di vita.

Sirena

Nell’aria del tuo lento respiro
di una città della terra,
e nel trémio del traffico stride,
no, sfanfara ovattato un crepuscolo…

Oltre i vetri ha gridato un uccello
d’amore, forse, e improvvidso sui fari,
come lo zingaro ti sorprese
per l’oro di anelli rotondi…

Scandendo oltre il tempo, frusciando
in semilibere briciole l’oggi,
serri monili salvifici, passi
e ti accosti sfiorandoci un poco…

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Gianni D’Elia è nato a Pesaro nel 1953. Nella Collezione di poesia Einaudi ha pubblicato le raccolte Segreta (1989), Notte privata (1993), Congedo della vecchia Olivetti (1996), Sulla riva dell’epoca (2000), Bassa stagione (2003), Trovatori (2007) eTrentennio. Versi scelti e inediti 1977-2007 (2010). Per Einaudi ha inoltre tradotto Gide, I nutrimenti terrestri (1994) e Baudelaire, Lo Spleen di Parigi (1997).

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