Nota di Silvana Lazzarino
L’Italia, con le sue bellezze artistiche: tra chiese, monumenti, palazzi, paesaggi, l’Italia Paese da sogno con la usa storia, letteratura e poesia è stata meta obbligata e fonte di ispirazione di scrittori, poeti, pensatori, e artisti giunti da ogni parte d’Europa. Da Montaigne a Rubens, da Montesquieu a De Sade, da Goya a Winckelmann, da Bayron a Dickens, da Flaubert a Turner fino a Goethe e Proust, ciascuno si è avventurato in questa terra fra le più belle al mondo per approfondire i propri studi, e trovare ispirazione e fortuna.
Il paesaggio italiano e in particolare quello di Roma con le sue vedute che spaziano dalle riviere agli scenari collinari, dalle pianure alle distese di boschi fino ai siti archeologici e ai monumenti che testimoniano un passato ancora presente e vivo, ha sempre suscitato interesse negli artisti che in esso hanno trovato una fonte di ispirazione privilegiata. Nel corso del Settecento e Ottocento il sentimento della natura, espresso nelle sue diverse sfumature, ha caratterizzato non solo la corrente dei “paesaggisti romantici” e dei realisti, ma anche quella dei vedutisti che hanno fatto delle vedute di luoghi caratteristici, il soggetto indiscusso dei loro dipinti. Tra il XVIII e il XIX secolo i Vedutisti tedeschi in modo particolare hanno nutrito per Roma una passione profonda tanto da immortalare nei loro dipinti non solo il fascino delle antichità e la luminosità mediterranea di questa città eterna, ma anche le sue campagne e i borghi circostanti.
A ripercorrere queste atmosfere dagli intensi colori mediterranei in cui all’alternarsi delle vedute con i monumenti storici e le ville di Roma, si susseguono scorci e visioni delle aree fuori città tra Nemi, Tivoli e Albano, è la mostra “Luoghi comuni. Vedutisti tedeschi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo” in corso presso il Museo di Roma di Palazzo Braschi in Piazza Navona, fino al prossimo 28 settembre 2014.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Simonetta Tozzi, la mostra conclude il ciclo “Luoghi comuni” iniziato nel 2012 e nel 2013 con due esposizioni dedicate ai vedutisti francesi e inglesi.
Le ottanta opere in mostra tra incisioni e acquerelli, provenienti dalla ricca raccolta di opere grafiche del Museo di Roma, sono state realizzate per la maggior parte da pittori che gravitavano nella cerchia di Angelika Kauffmann, artista tedesca che aveva fatto della sua dimora in Via Sistina un vero e proprio cenacolo all’avanguardia per intellettuali e personaggi stranieri di passaggio nella città. Tra questi spicca Jacob Philipp Hackert, pittore di paesaggi tra i più quotati e meglio remunerati dell’epoca che ricevette committenze da Caterina di Russia e da Ferdinando IV e fu amico e maestro di disegno di Goethe. Accanto a lui sono Richard Cooper, maestro scozzese dell’acquatinta, in Italia dal 1770, Edward Lear, Vogel James Northcote, Samuel Prout, Johann Christian Reinhart, Jakob Wilhelm Mechau e ancora Joseph Anton Koch, Richard Bridgens e John Ruskin che, diversamente dagli accademici solitamente intenti a lavorare al chiuso, uscivano fuori all’aperto per cogliere “d’apres nature” figure, scorci, paesaggi, Con cappello a tesa larga, seggiolini pieghevoli, leggeri quaderni, tele, scatola dei colori questi artisti sperimentavano un nuovo modo di studiare e riprodurre la realtà legata ai paesaggi attraverso incisioni e acquerelli, all’epoca molto richiesti anche per via delle immagini che arricchivano i volumi destinati ai turisti.
Roma in poco tempo diventa centro d’attrazione, città cosmopolita le cui vedute recuperano la riscoperta della classicità e l’interesse per l’antico, ma anche l’armonia legata agli scenari offerti dal paesaggio della campagna. Ecco allora Gli scavi al Tempio di Castore e Polluce di Richard Bridgens, Il Tempio di Apollo a Tivoli di James Northcote, ecco la Veduta del Foro Romano e Veduta della campagna romana vista da Villa d’Este di Richard Cooper,, Piazza di Santa Maria del Pianto di John Ruskin, le Grandi cascate di Tivoli di Pjilipp Hackert e le vedute sul Lago di Albano e del Lago di Nemi di Dubourg Middleton.
Dipinti e incisioni che testimoniano la storia e gloria di una città sempre eterna con le vedute del Foro Romano, del Colosseo, la magnificenza del complesso di Castel Sant’Angelo e di Ponte Milvio e il fascino delle sue ville come Villa Borghese,. E poi le atmosfere della campagna fuori città, tra Nemi, Tivoli e il lago di Albano. Sono proprio questi scenari suggestivi e diversi tra loro a raccontare la bellezza tra passato e presente di una città in cui scorgere il lato campestre e urbano, ma anche il volto elegiaco di un angolo di storia dove affiorano presenze archeologiche tra mito e leggenda.
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Luoghi comuni.
Vedutisti tedeschi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo
Museo di Roma di Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2
e Piazza San Pantaleo, 10 – Roma
Orario: 10.00-20.00.
Lunedì chiuso
fino al 28 settembre 2014