Nelly Sachs, Grabschriften in die Luft geschrieben

Letture

Epitaffi scritti sull’aria” (Grabschriften in die Luft geschrieben) di Nelly Sachs, a cura Chiara Conterno, con un saggio di Walter Busch e una nota introduttiva di Ferruccio D’Angeli (Ed. Progedit Collana Ecart/trace 2013).

Il ciclo di Epitaffi scritti sull’aria raccolti in questo libro sono stati scritti da Nelly Sachs tra il 1943 e il 1946 e appartengono al nucleo più antico della lirica d’esilio dell’autrice. Nascono dallo sconvolgente turbamento della Shoah. In una lettera, riferendo della madre, la Sachs scrive che si era “ammalata di spavento e orrore” per tutto quello che il popolo ebraico aveva dovuto sopportare durante le persecuzioni nazional-socialistiche, perché di notte percepiva il morire e il soffrire dei perseguitati. Sono fragilissime le composizioni di Nelly Sachs. Accanto ai titoli delle singole composizioni, quasi sempre, compaiono soltanto le iniziali di un nome, che  caricano la poesia di un significato assoluto. Nessun-nome-tutti-i-nomi, saranno ricordati nella sofferenza comune, collettiva, del popolo ebraico.

QUELLA CHE SCAVO’ LA FOSSA AL SUO BAMBINO [M. A.]

Con le mai hai scavato la fossa al tuo bambino,
e fu allora che il tuo sonno si staccò e fluì giù nelle dita.

quelli cantarono il canto che era come il sonno più
cupo.
Uno vide la tua morte che ti colse come suono che
sveglia.

LA PAZZA [M. M.]

Giravi in cerchio
come gira la terra.

In viaggio cantavi
ora forte, ora piano

la tua preghiera della sera.
Chi ti chiede il sonno,

sia salvo da pena.
“Chi ha trovato, sta in piedi.”

IL GIARDINIERE [E. B.]

Tutta la scienza ti disse: “No!”
Il manufatto continuava a dormire nel suo scrigno
dorato!

Ma che cosa è affine
a capo dormiente e a mano dormiente?

Il seme bruno della mela
che vuole viaggiare fino al suo Signore?

E la quiete,
che la luce scalfisce come il grillo:
“Vieni aprimi
la porta d’ingresso!”

Così sei diventato un giardiniere che apre le porte
che conducono tutte a viste beate.

Nelly Sachs (Schöneberg nel 1891- Stoccolma 1970) è stata una poetessa e scrittrice tedesca. Apparteneva a una famiglia ebraica, si rifugiò a Stoccolma nel 1940 con l’aiuto di Selma Lagerlöf. Rimase a Stoccolma sino alla morte. Nel 1966 le fu assegnato il premio Nobel con la seguente motivazione: for her outstanding lyrical and dramatic writing, which interprets Israel’s destiny with touching strength (“per la sua lirica notevole e la scrittura drammatica, che interpreta il destino di Israele con forza toccante”).

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