Antonio Preziosi, “Radiocronaca di una crisi”

Appuntamento

“Radiocronaca di una crisi” di Antonio Preziosi, Rai Eri 2013, Presentazione a Roma, mercoledì 4 settembre 2013 ore 19.00, all’isola Tiberina, con Antonio Catricalà

Qual è il ruolo giocato dall’informazione negli ultimi anni? È questa la domanda da cui si parte per capire il peso dei media in campo economico. Vizi e virtù di una professione che si propone di raccontare i fatti in modo chiaro e completo, in grado di condizionare i comportamenti sociali. Se l’occhio di bue dell’informazione non avesse illuminato la crisi e non l’avesse spiegata ad ogni cittadino, questa sarebbe finita nell’oblio e sarebbe diventata ancora più drammatica e pericolosa. L’informazione è dunque, anche e soprattutto, uno strumento di alfabetizzazione per rendere consapevoli i cittadini e i loro comportamenti. Offrire la “cassetta degli attrezzi” per comprendere e utilizzare le misure che possono aiutare a superare la crisi significa incidere sulla realtà, sul passaggio dalla crisi finanziaria alla ripresa economica.Un’analisi che ci porta verso una nuova Europa: riorganizzazione della politica, della pubblica amministrazione, del bilancio dello Stato, delle attività produttive pubbliche e private e soprattutto di un sistema di welfare “europeo” che non viva l’interesse nazionale come un limite. Un’agenda politica che supera i confini nazionali e che, scavalcando le barriere delle ideologie, guarda davvero al bene comune di tutti.

1 pensiero su “Antonio Preziosi, “Radiocronaca di una crisi”

  1. Certi giornalisti cercano di informare onestamente i cittadini, purtroppo sempre a posteriori. Non hanno alcun potere di decisione ed anche il voto, il piu’ grande diritto conquistato da tutti i cittadini non e’ capace di far cambiare la politica. C’e’ l’ingordigia umana che domina… esserne coscienti rende il compito ancora piu’ difficile, piu’ amaro, piu’ illusorio.
    Ad esempio, da piu’ di 40 anni si parla di salvare Venezia, un sistema di dighe disegnate da ingegneri italiani estremamente competenti gia’ nel 1970, e nonostante cio’ i veneziani vedono l’acqua alta aumentare ogni autunno. La Fiat che chiude dimenticando l’orgoglio, il sogno dei fondatori, il lavoro creato per gli italiani da italiani, il benessere dell’Italia messo in gioco per chi? Per che cosa? Per portare facili guadagni nelle Cayman Islands dove ci sono solo orrori, orribili architetture… per distruggere anche quelle acque pure? Chi ci guadagna in tutto questo ingannare l’un l’altro?

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