I poeti leggono i poeti, “Come musica la poesia”

Appuntamento

Dal 23 aprile al 20 maggio il Teatro Argentina di Roma apre le sue porte alla grande poesia del Novecento, raccontata attraverso cinque incontri che compongono la rassegna COME MUSICA, LA POESIA, un progetto a cura di Franco Marcoaldi, che rinnova la tradizione e l’impegno del Teatro di Roma di far incontrare poesia e teatro, due mondi in dialogo profondo tra di loro. Un itinerario poetico lungo un mese per rintracciare sul palcoscenico i volti e le voci, e riscoprire le personalita’, che hanno attraversato la stagione poetica del secolo scorso, da Attilio Bertolucci a Sandro Penna, da Giorgio Caproni a Elsa Morante, ed ancora tanti altri come Zanzotto, Montale, Saba, Ungaretti, Eliot, Szymborska, Pasolini, Pound, Bishop, Walcott.

Nomi celebri della poesia moderna e contemporanea che – attraverso interviste, letture d’autore, proiezioni video, immagini suggestive e duetti musicali – saranno rievocati e raccontati da altrettanti poeti e autori illustri del nostro panorama culturale italiano tra cui segnaliamo Valerio Magrelli, Silvia Bre, Elio Pecora, Franco Marcoaldi, Patrizia Cavalli, oltre che da artisti di grande prestigio come Gabriele Lavia, Peppe e Toni Servillo, Fabrizio Falco, Nicoletta Braschi e tanti altri. Tutti insieme per offrire al pubblico la possibilità di riportare al centro della scena la parola primaria della poesia, quel “suono del senso” di cui parlava Robert Frost, spesso tenuta ai margini della societa’ che, proprio in virtù di questa posizione periferica, può svolgere una salutare funzione contagiosa di allarme e speranza (secondo Zanzotto), rispetto alla Babele del presente.

Durante l’intero mese della poesia, il Teatro Argentina si offre come spazio aperto alla città, lasciandosi abitare e attraversare dal pubblico che sarà accompagnato e introdotto nel percorso artistico da attori-banditori che leggeranno e regaleranno testi poetici ai passanti, e da studenti di alcune scuole superiori romane che parteciperanno con attivita’ laboratoriali, per favorire l’accoglienza e l’ingresso alle quattro serate iniziali programmate alla Sala Squarzina (a partire dalle ore 18.30) dal titolo POETI LEGGONO POETI.


Primo appuntamento martedì 23 aprile 2013 con Attilio Bertolucci restituito attraverso la lettura e il commento di Valerio Magrelli; si continua martedì 30 aprile con Sandro Penna protagonista della serata condotta da Silvia Bre e Elio Pecora; mentre mercoledì 8 maggio Franco Marcoaldi propone Giorgio Caproni; ed infine, martedì 14 maggio Patrizia Cavalli legge e commenta Elsa Morante.

Versi e musica invaderanno gli spazi esterni del Teatro Argentina nella lunga notte conclusiva di lunedì 20 maggio, LA NOTTE DELLA POESIA, che a partire dalle ore 21.00 offrirà nella Sala Squarzina un momento magico per ripercorrere le vite, le storie e la produzione artistica dei grandi poeti attraverso video letture di Bertolucci, Penna, Caproni, Zanzotto, Montale, Saba, Ungaretti, Eliot, Szymborska, Pasolini, Pound, Bishop, Walcott.

Un viaggio suggestivo che dalle ore 22.30 trasferirà la grande poesia del Novecento sul palcoscenico del Teatro Argentina per duettare con le voci, le note, le performance di poeti, attori e musicisti, come Ivano Battiston, Fabio Battistelli, Nicoletta Braschi, Silvia Bre, Patrizia Cavalli, Roberto Deidier, Gabriele Lavia, Elio Pecora, Franco Marcoaldi, Natalio Mangalavite, Jolanda Insana, Gino Trucillo, Peppe Servillo, Diana Tejera, Toni Servillo, Betti Pedrazzi, Valerio Magrelli, Filippo Strumia, Fabrizio Falco, Gabriele Frasca, Gilberto Sacerdoti, Valentino Zeichen e altri ancora.


Rai Radio 3 seguirà l’intera manifestazione attraverso interviste e approfondimenti con i protagonisti dei singoli incontri.

6 pensieri su “I poeti leggono i poeti, “Come musica la poesia”

  1. Bella iniziativa il leggere e regalare poesie! Anch’io seguiro’ su radio 3. Sempre generosissimi gli italiani. Non posso negare un sentimento di perplessita’ nel constatare che in Italia si leggono gli autori stranieri con avidita’, mentre all’estero per gli scritori italiani vivi e morti rimangono solo le universita’, i pigrissimi istituti culturali e le poverissime Societa’ Dante Alighieri.
    Vedete com’e’ felice Papa Francesco di poter parlare l’italiano.
    Una rara eccezione di figlio di emigranti che la lingua della nonna non ha dimenticato! Qui negli Stati Uniti quando si apre l’elenco telefonico in citta’ e in campagna, le pagine son piene di cognomi italiani, leggendone una potrei farne “Un esercizio superficiale” che porterebbe un messaggio grave agli italiani d’Italia. Gli articoli inviati alla Stampa, al Corriere della Sera, non sono mai stati pubblicati. Si cestinano le storie delle vite durissime di tanti connazionali che hanno riempito giovanissimi i cimiteri americani…ai giornali piace ricordare i successi e confondere l’opinione pubblica. Ma come vivremmo senza muratori, tagliatori di pietra, minatori, operai e tutti i lavori durissimi dei campi?

  2. esiste anche una poesia delle sei del mattino, ma non quelle di quando si rientra, quelle di quando ci si sveglia e si affronta la giornata dall’inizio. dare un appuntamento alle 22.30 dove si intende dalle 22.30 all’alba, è davvero elitario. irritante. se volessi partecipare, se volessi annusare i poeti da vicino, ad esempio, che faccio, prendo un giorno di ferie per il giorno dopo martedi 21 maggio? siamo comunque molti di più ad aver scelto la follia consapevole del sobrio quotidiano che l’etilica eletta conventicola elite che presume libertà al chiuso e senza sole diffondendola ecumenica e didattica via etere anche altrove.

    dovrò aspettare che il mio corpo smunga
    per la pubblicità dei miei fonemi
    passato nel remoto il bunga bunga
    quando la forza sembrerà che scemi

    o saranno smarriti negli insiemi
    dove l’ape rallentata punga
    e renda gonfi ponfi gli stilemi
    quando a evidente resa l’uomo giunga

    eppure eccomi qua ad argomentare
    un tempo che d’arroganza parla
    distanzia chi non può partecipare

    ma resiste con forza a chi lo tarla
    preda di quell’inerzia capitale
    casta nel suo cliché e non se ne parla

  3. Rispondo a Urbano.
    Oggi siamo poeti diversi da quelli che si sono consumati nei sentimenti. Mattina, sera, pomeriggio, notte non conta. Dobbiamo felicitarci per ogni avvenimento che diffonde la poesia con noi e senza perche’ in realta’ siamo sempre presenti, attivi e grati.
    Non dobbiamo prendercela con i tarli, sono insetti dinamici che conoscono la metamorfosi…poi di legno morto ce n’e’ in abbondanza e la vita e’ generosa ed ingiusta in tutte le sue manifestazioni.

  4. Farò di tutto per esserci, la poesia come ogni forma d’arte, appartiene alla fine, a chi la legge e l’ascolta, come in questo meraviglioso evento, cura dell’anima…

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