Paola Santucci, Interno 12

Nello scaffale, Paola Santucci
a cura di Luigia Sorrentino

Le poesie che leggeremo oggi sono di Paola Santucci. Napoletana, la Santucci ha al suo attivo numerosi volumi di saggistica d’arte (pubblicati in Italia e all’estero), una lunga consulenza storico-artistico-letteraria per RAI Educational e una intensa attività di promozione culturale ed editoriale.

La sua prima raccolta di versi INTERNO 12, (pubblicata da Manni, Lecce 2010), è stata finalista al concorso intitolato a Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo promosso dalle Edizioni d’If (Napoli, 2008). Lo stesso volue è stato finalista e segnalato per merito da Giorgio Barberi Squarotti al Concorso letterario nazionale Beppe Manfredi per la poesia edita, Opera prima. INTERNO 12 verrà rappresentato a Napoli dalla Compagnia L’imprenditore di sogni nell’aprile 2013.

A Lucio Fontana
.
Mi ritraggo
dai margini
con un gesto
senza rimando
irripetibile
com’è coscienza.

Taglio lo spazio plastico
Rendo concetto il gesto.
Perforo l’universo.
Accedi con me.
Ignora lo schermo.
Attraversa il confine.
Percorri l’esperienza.
Condividi l’attimo.
Lo spazio nero.

Mentre agisco sono.
L’assoluto è relativo
nel peso di ogni uomo.
 
(Novembre 2009)

a Piet Mondrian
.
stiamo sulla sospesa
geometria astratta
della sezione aurea
uno a tre:: :
ci posiamo nella
stesura piatta del colore
– campitura – diciamo
separati da rigide
linee nere, binari
a percorrenza limitata

MADRE
.
(carnificare i ricordi
quando la mente li scalza
frazionarli in radici
non elevate a potenza
rendere il cuore una vagina
calda)

1.

ti rendo immagine su carta
perché tu non possa cucirmi
nella tua tela, diaframma
che ti allontana, fragile
schermo dove proietto
l’attesa del tuo volto

 

2.

ripongo in scatole quadrate
la mia offerta votiva:
essere donna, cibo, natura
madre di me stessa

 

3.

totemica dei tuoi resti
li rendo perle oblique
nel rosso del mio sangue
come fossero semi

 

4.

dea, tabù distante
a te offro la mia fame
per te apro la mia culla
5.
resta in pareti chiuse
la volontà di esserti.
nello specchio di carta
mi ritraggo, restituisco
il tuo utero vuoto

 

6.
schiudo la mia vagina
il seme cade sulla terra
perla di verità rifratta
che rendo ornamento
carezza ovale sulle pareti

7.

mi riempio del tuo digiuno
mi metto in posizione
genero la mia bambina
incarno le tue mani
per accarezzarmi
8.

Accabadora
Matrix
Terra

su cui rinvengo

 
9.

Madre
quando tutto il dolore
sarà ingoiato e annegato
il desiderio delle tue mani
sul mio sterile ventre
sarò io il tuo grembo

– 

di Paola Santucci
maggio 2012

– 

PAOLA SANTUCCI
È nata e vive a Napoli dove, fino al 2007, è stata Ordinaria di Storia dell’Arte moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II. Nel 2012 partecipa ad appArtissima, Napoli,19-20 ottobre con testo poetico Madre di accompagnamento al Trittico delle Grazie, progetto Grande Madre-Contenere dell’artista Cristina Cianci su progetto sonoro del compositore Luigi Stazio e della performer Paola Ricciardi. Attualmente si occupa di foto-scritture in versi

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