Addio al romanzo, Philip Roth: basta, non scriverò più

Philip Roth non scriverà più. Lo ha confermato il suo editore Houghton Mifflin, in quella che è scoppiata come una ‘bomba’ nel mondo letterario americano.

L’autore di ‘Pastorale americana’, 79 anni, ha al suo attivo oltre 25 romanzi tra cui ‘Goodbye, Columbus’ e ‘Lamento di Portnoy’: opere famossissime che però non gli hanno mai fatto
vincere il premio Nobel dove più volte era stato considerato candidato che avrebbe vinto di sicuro il prestigioso riconoscimento. La rivelazione subito è rimbalzata sui principali siti statunitensi.

The New Yorker dedica un devoto pezzo a Roth, http://www.newyorker.com/magazine/bios/david_remnick/search?contributorName=david%20remnick  ricordando che “il suo livello di produzione letteraria da quando era un ventenne fino ai 75 anni è stato straordinario quanto i libri in sé”. Per gran parte della vita, ricorda la rivista statunitense, “Roth ha vissuto da solo, a Manhattan e nelle campagne del Connecticut, passando lunghe giornate alla sua scrivania, un podio alto per risparmiare la schiena, e i romanzi, da “Goodbye Columbus” a “nemesis”, arrivavano quasi ogni anno, senza cali di qualità, solo cambiamenti”.

Una continua tensione per la scrittura: sul New Yorker, David Remnick ricorda di quando Roth, che aveva da poco pubblicato “La macchia umana”, gli raccontò che aveva ridato a un amico un gattino dopo un paio di giorni perchè “lo distraeva troppo”. E che quattro anni fa gli aveva confidato di aver cercato di spezzare questa “fanatica abitudine” di scrivere, per cercare uno stile di vita alternativo. “Sono andato al metropolitan e ho visto una bellissima mostra. Fantastica. Quadri incredibili. Ci sono tornato il giorno dopo. Bellissimo. Ma poi cosa avrei dovuto fare, tornarci una terza volta? E quindi ho ricominciato a scrivere”. Forse, Philip Roth adesso ha trovato dei sostituti alla scrittura. Di certo, il suo silenzio peserà sulle schiere – milioni e milioni – dei suoi affascinati lettori.

3 pensieri su “Addio al romanzo, Philip Roth: basta, non scriverò più

  1. Non sono d’accordo! Una “grande” voce avrà sempre qualcosa da dire e il suo silenzio non può far altro che rattristarci. Spero soltanto che Roth ci ripensi e riprenda al più presto la sua “fanatica abitudine”.

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