La notte fra l’uno e il due novembre Pier Paolo Pasolini fu assassinato in un piazzale sabbioso all’Idroscalo di Ostia, vicino Roma. Nei giorni precedenti alla sua morte Pasolini andò prima in Svezia, poi a Parigi per curare l’edizione francese di Salò. In un’intervista rilasciata alla radio svedese Pasolini fa il punto sulla sua produzione filmica offrendo la sua chiave di lettura: “Adesso io ho fatto un film che non so bene perché l’ho fatto che si chiama Salò o le 120 giornate di Sodoma tratto da De Sade e ambientato nella Repubblica di Salò, che sono gli ultimi mesi di vita di Mussolini […] Fatto sta che qui il sesso è ancora usato, ma anziché essere usato, come nella trilogia della vita, come qualcosa di gioioso, di bello e di perduto, è usato come qualcosa di terribile, è diventato la metafora di quella che Marx chiama la mercificazione del corpo. Quello che ha fatto Hitler brutalmente, distruggendo i corpi, la civiltà consumistica… l’ha fatto sul piano culturale, ma in realtà è la stessa cosa.”
IL VIDEO-SERVIZIO di Luigia Sorrentino è stato girato alla mostra d’arte contemporanea in corso a Roma al Palazzo Incontro della Libreria Fandango (Via dei Prefetti, 22) ispirata alla poesia di Pier Paolo Pasolini dal titolo “PPP Una polemica inversa” a cura di Flavio Alivernini: 22 artisti elaborano creativamente, pur provenendo da generazioni diverse, 11 poesie di Pasolini. Fra di loro alcuni fra i più importanti pittori, scultori e fotografi operanti nel panorama italiano e internazionale.
E’ opportuno segnalare che la voce fuori campo che nel video-servizio legge la poesia “Marilyn” di Pier Paolo Pasolini è di Giorgio Bassani.
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(Ombra di Sofocle)
Tuo figlio è già in un palcoscenico,
non te ne sei accorto? In un palcoscenico vivente
che ha per fondali paesaggi veri dell’alta Lombardia.,
e le mura della tua bella villa di campagna.
Egli si rappresenta a te.
Ma tu, anziché contemplarlo, lo insegui per
prenderlo.
Ah, vecchia, maledetta abitudine al possesso!
Te lo dico bonariamente, con la tua ironia
che ti distacca dalla violenza della vita
e della tua coscienza: ma questa
tua vecchia abitudine al possesso è la tua morte.
Morte che nessuno, mai, in nessun luogo, piangerà.
.
Pier Paolo Pasolini, da “Affabulazione”, volume edito da Garzanti nel 1977
.
Il testo fu messo in scena nel dicembre del 1977 da Vittorio Gassman a Roma, al Teatro Tenda. Tra gli interpreti, Corrado Gaipa, Silvia Monelli, Luca Dal Fabbro.
Il continuo dedicare parte della nostra memoria all’artista PPP è un modo di attraversare la limitazione della morte. Grazie anche per la poesia che hai scelto per noi.
Un approfondimento su Pasolini chiaro e interessante e senza retorica.