Fototessera del Realismo Terminale

Guido Oldani, (nella foto di Dino Ignani).

Cosa succede a far tempo dall’inizio del terzo millennio? Accade che si rendono riconoscibili macroscopicamente i termini della poetica, o forse della legge del realismo terminale.

Nelle città, gli oggetti che le colmano, attraggono risucchiandoli, come una legge di Newton antropologica, tutti i popoli della terra, progressivamente, a rovesciarsi dentro l’urbe, su di loro oggetti e a distanza zero. Nasce un realismo fatto di accatastate mescolanze di corpi umani viventi e prodotti. Il viaggio democratico di tutte le razze, a buttarsi sulle cose in città, è quasi concluso (4 miliardi di umani su 7), cioè è terminale e va completandosi a rotta di collo. Ciò, mentre gli oggetti divengono i nuovi soggetti e noi siamo divenuti gli oggetti novelli. A furia di amarli, ( come i mistici fanno con Dio), ci siamo identificati con loro definitivamente,lasciandogli una sorta di precedenza ed essi ci hanno scalzati. Tutto diviene a immagine e somiglianza dei prodotti, che rappresentano il termine di paragone e addirittura l’origine della parola. Ne deriva che la figura retorica della similitudine, che rende rappresentabile tutto ciò che esiste, ora si è rovesciata e così il gabbiano somiglierà, modestamente, ad un aeroplano e non più viceversa. Si inizia un nuovo linguaggio preponderante con una sua semantica “mutata”. Un periodo temporale e quindi una poetica, destinati ad una durata ragguardevole, si sono messi in moto. Nessuna nostalgia o linea difensiva Maginot ci tratterrà dal tuffarci nelle metropoli abitate da utensili e corpi. L’oggettofilia, è la legge che tiene prono e servizievole questo mondo. In un simile contesto, l’obbedienza (alle cose), a dispetto di quanto invalso nel secondo 900, è così tornata ad essere una indiscutibile virtù.

Guido Oldani

1 pensiero su “Fototessera del Realismo Terminale

  1. Sottoscrivo queste “oggettive” riflessioni di Guido Oldani. Nutro solo qualche salutare dubbio sulla “durata ragguardevole” di una poetica fondata sull’oggettofilia. Le poetiche possono ancora dipendere dai poeti e non solo dai contesti storici! E quale sfida più terribile e affascinante per un Poeta di quella di ribaltare orizzonti noti, di annullare realtà tangibili e di indicare realtà invisibili?

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