La vostra voce, Lettere dalla crisi n.4

La vostra voce
a cura di Luigia Sorrentino


Chi ha cancellato il romanzo popolare!

Quando ho letto dell’iniziativa “La vostra voce” mi sono detta: ecco la possibilità di poter dire il vero. Perché il problema è che sui giornali, nelle televisioni e sui media in genere si parla delle questioni “governative” o per dirla con parole popolari “di cose alte” mentre di quanto succede nelle case degli italiani, del popolo, non se ne sa niente, o meglio non se ne parla per niente. E mi chiedo se non sia stata messa in atto una operazione letteraria che ci ha riportato a prima di Manzoni quando il popolo non aveva diritto ad avere l’attenzione degli scrittori in quanto poco edificante moralmente e fisicamente! È con Manzoni che scopriamo le virtù di una ragazza non certamente ricca come Lucia ma anche l’etica di Renzo e soprattutto i ricchi vengono descritti come immorali! Successe anche perché Manzoni si rese conto che il popolo stava imparando a scrivere e di conseguenza poteva leggere, leggere i libri e dunque comprare i libri! Non so se fu più un ragionamento interessato o la capacità e la volontà di sottrarsi ai compromessi dettati dai potenti, so solo che fu una rivoluzione. Oggi cosa sta succedendo? Perché gli scrittori ma anche la televisione e i giornalisti quando parlano del popolo si limitano a dichiarare che ” quest’anno nelle tasche delle famiglie verranno a mancare tot euro” e poi? Delle conseguenze chi ne parla? Chi entra nelle case per far conoscere che i soldi mancanti vogliono dire: mangiare di meno o mangiare male cioè alimenti scadenti, meno cure, più travagli, più litigi, a volte perdita della casa? A volte perdita della vita! Ma anche l’impossibilità di costruirsi una famiglia! Nessuno, vediamo invece, sovente, i faccioni dei politici che addirittura tentano di spacciarsi per vittime!!! Invece grazie alla pressione mediatica le vere vittime hanno paura a parlare dei drammi che sono costretti, obbligati, a vivere, quasi come una donna violentata che ha paura a parlare perché sa bene il prezzo che pagherà e che forse in fondo sarebbe meglio tacere e quando non tace è solo perché crede disperatamente nella giustizia! Ecco mi chiedo il paese in cui viviamo a quella donna, oggi, saprebbe dare giustizia? E quella giustizia parlerebbe di lei con rispetto e condannerebbe chi l’ha stuprata? E se chi l’ha stuprata fosse potente, e lei solo una popolana, sarebbe in grado di condannare ma anche far eseguire la condanna? E in tutta onestà noi cosa consiglieremmo alla ragazza: di denunciare o stare zitta? E se la ragazza fosse il popolo e lo stupratore i potenti che lo sfruttano e lo stato piuttosto che salvaguardare la giustizia emanasse leggi che privilegiano i ricchi e pongono in condizioni di sofferenza il popolo? Ecco in questo caso consiglieremmo al popolo di denunciare i potenti? Chissà Manzoni cosa scriverebbe? Potrebbe ancora parlare con disprezzo di un signorotto che cerca di portar via la virtù alla giovane popolana? Oppure ci mostrerebbe come vincente una Minetti, antitesi di Lucia, e rispettabile il signorotto Berlusconi? Ma soprattutto qualcuno si indignerebbe ancora?

Maria Dilucia

(Nella foto il massacro nel villaggio di Hula del 26 maggio 2012, in Siria, in cui sono state uccise da un presunto attacco terroristico più di 90 persone, 32 delle quali erano bambini. Foto Ansa).

1 pensiero su “La vostra voce, Lettere dalla crisi n.4

  1. Mia cara, ciò che esprimi corrisponde al disagio che da mesi vado denunciando…con tutti i mezzi a disposizione!!!. Quando ho letto l’introduzione di questa rubrica “la vostra voce”, ho avuto delle contestazioni da parte di alcuni, perchè vi ho partecipato ed ho rivelato in primis, ciò che provo. Non volevo entrare in un blog letterario per divagare e se sono stata ascoltata, per me è stato un grande passo. Quando tu parli della mancanza di danaro, che non si mangia…questa è la realtà dura della crisi. Il risvolto peggiore è quando si è malati in follow-up e non si hanno le possibilità per curarsi. Non si può vivere isolandosi nell’incubo della malattia, non si può subire mobbing sul lavoro, non si può subire il disprezzo di chi ti circonda, non si può essere invitati a tacere. Ecco: mi hanno accusato di affermare delle amenità e che i malati hanno la solidarietà. Non è così. Ho accolto tante lamentele e di amici, miei compagni di avventura, che non hanno il coraggio di esporsi. La crisi non è solo economica…la crisi è anche mancanza di valori. I politici li abbiamo eletti noi italiani e se nel quotidiano noi non abbiamo regole morali…come si pretende che chi governa le abbia? Alcuni malati di cancro mi hanno ignorato dicendo che racconto cose non vere…Noi non abbiamo una coscienza civile e quando un popolo è in queste condizioni…cosa può chiedere? Occorre partecipare in prima linea con educazione, con cultura, con coraggio. Rosa Mannetta

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