Festival dell’Inedito, polemiche su costi iscrizione

Dal 26 al 28 ottobre si terrà a Firenze il ‘Festival dell’Inedito’, dedicato a scrittori esordienti e allo scouting letterario. Ma non mancano critiche, anche da parte di un gruppo di intellettuali e di scrittori invece già affermati, per vari aspetti della manifestazione. In particolare, un appello firmato da Marco Vichi, Francesco Recami e Michela Murgia, tra gli altri, prende di mira le “cospicue quote di iscrizione” che devono pagare i partecipanti.

“A nostro avviso – recita l’appello- l’obiettivo non dichiarato del concorso è fare cassa sui sogni e le aspirazioni di chi scrive: ai 130 euro richiesti per la prima fase di selezione, con i quali i concorrenti acquistano una scheda di lettura della loro opera, se ne aggiungono altri 400 per il noleggio di uno stand di cui non si capisce l’utilità”.

L’appello è stato ripreso da numerosi blog e siti dedicati alla letteratura. Alberto Acciari, presidente dell’agenzia ideatrice del festival si difende spiegando che “il nostro è un evento unico in Italia, originale e
di alto valore letterario. Ed è una manifestazione privata. Noi garantiamo agli autori un contatto con editori e produttori che investiranno sui loro testi. E l’organizzazione ha dei costi”.

4 pensieri su “Festival dell’Inedito, polemiche su costi iscrizione

  1. Se capisco correttamente:
    10 iscritti euro5,300.00
    100 iscritti euro53,000.00
    1000 iscritti euro530,000.00
    quindi i partecipanti pagano per la pubblicazione dei libri che verranno pubblicati, ed anche la paga degli agenti letterari e di coloro che leggono e scelgono. I miracoli non esistono in nessun dominio! Un modo di aiutarsi in un mondo capitalista!
    I vincitori saranno certamente contenti di aver avuto questa opportunita’… gli altri penseranno di aver perduto 530 euro.

  2. L’iscrizione a questo premio costa 92.27 euro in più dell’iscrizione per competere al Premio Pulitzer, secondo il cambio odierno. L’iscrizione al Pulitzer è di 50 dollari (37.73 dollari al cambio odierno) ed è un premio poverissimo, che non paga neanche un centesimo ai membri fissi della prestigiosissima Commissione che assegna i premi, dà 3000 dollari di rimborso spese ai mebri delle giurie annuali (fatti di personaggi d’eccellenza, Pulitzer, Nobel ecc.) per leggersi circa 300 opere ciascuno in sei mesi (romanzi per la giuria del romanzo, articoli per i giornalisti ecc.).
    Se uno vuole fare un premio serio, non chiede neanche una centesimo, segue dettami improntati al valore della cultura liberale e democratica. E fa volontariato. Se lo fa gratis gente che ha vinto due o tre Pulitzer, lo può fare davvero chiunque abbia a cuore la letteratura. I premi seri servono per scoprire autori d’eccellenza e farli conoscere. Altre ragioni non ne hanno.

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