Addio a Antonio Tabucchi

E’ morto a Lisbona Antonio Tabucchi, il maggior conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi.

Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943 ed è morto a Lisbona oggi, 25 marzo 2012.

Tabucchi era il maggior conoscitore dell’opera di Pessoa fin dagli anni sessanta, del quale era un estimatore. Lo aveva conosciuto alla Sorbona, e ne era rimasto affascinato al punto tale che, tornato in Italia, aveva frequentato  un corso di lingua portoghese per conoscere meglio l’opera del poeta portoghese.

I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano la maggior parte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore.

IL SERVIZIO DI LUIGIA SORRENTINO

Troppo presto ci ha lasciato Antonio Tabucchi, scrittore italiano di fama internazionale. Se ne va il 25 marzo 2012 a soli 68 anni il maggiore conoscitore e divulgatore dell’opera di Fernando Pessoa. La morte a causa di una ‘brutta’ malattia, come si usa dire, a Lisbona, la città che amava di un amore viscerale e nella quale verrà sepolto.

Tabucchi ci lascia un patrimonio prezioso di romanzi, traduzioni e saggi.

Il successo editoriale arriva nel 1994 con il libro”Sostiene Pereira” edito da Feltrinelli con il quale lo scrittore vinse il Premio Campiello. Solo un anno più tardi il romanzo diventò un film diretto da Roberto Faenza e interpretato da Marcello Mastroianni. Il romanzo – che racconta la solitudine dell’uomo – è ambientato a Lisbona durante la dittatura di Salazar: ci ha trasmesso il coraggio della verità e il valore della libertà.Tabucchi era nato a Pisa il 24 settembre del 1943. Aveva iniziato l’attività di scrittore nel 1975 con il romanzo “Piazza d’Italia”, cui fecero seguito varie raccolte di racconti, “Il gioco del rovescio” e “Piccoli equivoci senza importanza”. Poi “Notturno indiano”, “Requiem” e ancora, “Tristano muore”.

Sono moltissime le sue opere: del 2003 “Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori”, sette testi di poetica, per la maggior parte inediti in Italia. E ancora “L’oca al passo”, “Il tempo invecchia in fretta” e infine “Racconti con figure”, del 2011.

Nel suo famoso romanzo epistolare, “Si sta facendo sempre più tardi“, Tabucchi scrive: “Le persone sono lontane quando ci stanno accanto, figurarsi quando sono lontane davvero […] Ma ciò che inquieta di più e che rode come un tarlo testardo infilato in una vecchia tavola e impossibile da far tacere se non con un veleno che avvelenerebbe anche noi, è la lettera che non abbiamo mai scritto. ‘Quella’ lettera.”[…]

Ciao Antonio, ho preso il tuo biglietto, sono entrata nel mare, l’ho depositato sulla superficie dell’acqua. Addio, e scusa… “le partenze causano sempre un po’ d’ansia”…

5 pensieri su “Addio a Antonio Tabucchi

  1. Ho letto tutto quello che hai scritto, ti dò del tu, anche se non ti ho mai conosciuto. Ti ringrazio di essere esistito, e spero che adesso tu sia accanto a Fernando.
    O poeta è um fingidor,
    finge tao completamente
    que chega a fingir que è a dor
    a dor que deveras sente.

  2. “Nessun uomo è un’isola”, ogni uomo è una parte del tutto che è l’umanità. E Antonio Tabucchi che ha fuso scrittura e società in un successo come Sostiene Pereira lo sapeva bene.

    Ciao Antonio.

  3. Il lavoro dei vivi costa poco; spesso non chiedono altro in cambio di poterlo fare!…. sospesa in quella conversazione con Antonio a Torino alla Feltrinelli, con Carlo e tanti ammiratori…ed è in quella occasione che mi scrisse questa pagina e mi diede il permesso di raccontare una sua bellissima storia tratta dalla raccolta :’ il beato angelico’.
    Ricomincerò di cucina in cucina a portare i suoi volatili terrestri. Racconto mentre preparo gli gnocchi di fronte ad un pubblico stupito che vede patate e farina , ma soprattutto dalle parole che descrivono quegli angeli caduti negli orti… . Con affetto ed estrema gratitudine, terrò vivo il ricordo, vicino…sotto la luce della luna che passa dal riquadro della finestra e rischiara il pavimento della stanza profumata di farina e di basilico….,,, Mariella Fabbris

  4. Strano pensare ad un morto come se fosse vivo.
    Anche per accettare e riconoscere la morte si deve volere. Poi vivendo lontano la vita si immagina eterna, ma veloci si corre per non perderne neanche un istante e ci si inciampa nei libri. Addio! Un saluto antico che suona come un arrivederci.
    Adriana

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *