I volti e i nomi dei “nuovi martiri” & video

Nell’anniversario della fallita rivoluzione contro la Cina del 1959 in cui un altro, giovane monaco tibetano si è dato fuoco in segno di ribellione al regime cinese, Poesia, di Luigia Sorrentino si unisce alla protesta dei sostenitori del Tibet libero e decide di far conoscere i nomi e di far vedere i volti dei giovani martiri del terzo millennio.

Nel video si vede un giovane monaco tibetano che si è dato fuoco. Le immagini sono molto forti. 
 
Una precisazione
Poesia, di Luigia Sorrentino non condivide le auto-immolazioni. Considera il gesto di una violenza inaudita e di inaudito coraggio. Poesia, sostiene la causa dei diritti civili della popolazione tibetana. Vorrebbe, insomma, che la minoranza tibetana avesse libertà di vivere nel proprio Paese, il Tibet, non vorrebbe la loro persecuzione.  

Lo ha fatto sapere il gruppo di attivisti Free Tibet con sede a Londra, precisando che il 18enne Gepey è morto dopo aver compiuto il gesto estremo sabato ad Aba. Il monaco viveva nel monastero di Kirti. Oltre 24 tibetani, tra cui alcuni adolescenti, si sono dati fuoco nell’arco dell’ultimo anno in Cina per protestare contro le politiche di Pechino nella loro terra d’origine e per chiedere il ritorno nel Paese del Dalai Lama. Alcuni abitanti di Aba, ha riferito Free Tibet, hanno cercato di portare via il corpo di Gepey, ma i resti del giovane sono stati rimossi dalle forze di sicurezza. Un funzionario del locale dipartimento di propaganda del Partito comunista ha detto di non avere informazioni riguardo all’incidente.

Tre domande a Claudio Cardelli, Presidente dell’Associazione Italia Tibet
(di Luigia Sorrentino)

Quanti sono i monaci tibetani che finora si sono tolti la vita?
Oltre 24 tibetani, tra cui alcuni adolescenti, si sono dati fuoco nell’arco dell’ultimo anno in Cina per protestare contro le politiche di Pechino nella loro terra d’origine e per chiedere il ritorno nel Paese del Dalai Lama. Alcuni abitanti di Aba, ha riferito Free Tibet,  hanno cercato di portare via il corpo di Gepey, ma i resti del giovane sono stati rimossi dalle forze di sicurezza. Un funzionario del locale dipartimento di propaganda del Partito comunista ha detto di non avere informazioni riguardo all’incidente.

Quanti sono in Tibet i monaci?
I monaci in Tibet sono diminuiti drasticamente  – del 90 per cento dal 1959 ad oggi -. Vivono nei monastrei distribuiti sul territorio tibetano (prima del ’59 ne erano censiti 6 mila tra templi e monasteri). Subito dopo la rivoluzione culturale di Mao se contavano una dozzina in tutta la regione. Il Tibet è diventato una terra di sfruttamento coloniale. Oggi il numero dei cinesi in Tibet supera di gran lunga la popolazione tibetana che è marginalizzata: circa una decina di monasteri tra i più importanti sono stati ricostruiti, ma  l’attività e l’accesso è rigidamente controllato dal regime dal Partito comunista cinese. Da qualche anno in ogni monastero c’è una  stazione di polizia.

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Ma perché il governo di Pechino ostacola i monaci tibetani?
Il Dalai Lama è il Tibet, quindi non solo un leader spirituale, ma il simbolo stesso del Tibet. Il Tibet, un territorio grande come l’Europa occidentale, costituisce per la Cina un immenso serbatoio di risorse ideriche energetiche, minerarie, demografiche uranuiio oro. Inoltre, la Cina dal Tibet controlla una decina di frontiere tra le quali le più importanti sono:  Taihandia, Birmania, Butan, Nepal, India, Pakistan.
[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/03/luigia1_13032012.mp4[/flv]

 
Questi i volti (e i nomi) dei tibetani che si sono dati fuoco dall’inizio della protesta, nel 2009.

Nome: Dorjee
Età: 18 anni
Laico
Data della protesta: 5 marzo 2012
Località: Cha Shang (Prefettura di Ngaba)
Deceduto all’istante


Nome: Tserin Kyi
Età: 18 anni
Studentessa
Data della protesta: 3 marzo 2012
Località: Nyima (Contea di Machu)
Deceduta all’istante


Nome: Rinchen
Età: 33 anni
Laica – madre di 4 figli
Data della protesta: 4 marzo 2012
Località: Ngaba
Deceduta all’istante

Nome: Nya Drul
Età: 18 anni
Monaco del monastero di Dzomthum (Ngaba)
Data della protesta: 19 febbraio 2012
Località: Ngaba
Deceduto

Nome: Dhamchoe Sangpo
Età: 38 anni
Monaco del monastero di Ewam Tare Shedrup Dhargey Ling (Amdo)
Data della protesta: 17 febbraio 2012
Località: Bongthak
Deceduto


Nome: Lobsang Gyatso
Età: 19 anni
Monaco del monastero di Kirti
Data della protesta: 13 febbraio 2012
Località: Ngaba
Non sono note le sue condizioni


Nome: Tenzin Choedron
Età: 18 anni
Monaca del monastero di Mamae Dechen Choekhorling (Ngaba)
Data della protesta: 11 febbraio 2012
Località: Ngaba
Deceduta il 12 febbraio 2012

Nome: Sonam Rabyang
Età: meno di 40 anni
Monaco
Data della protesta: 9 febbraio 2012
Località: La – Contea di Tridu (Prefettura di Keygudo)
In gravi codizioni

Nome: Rinzin Dorjee
Età: 19 anni
Laico: ex monaco di Kirti
Data della protesta: 8 febbraio 2012
Località: Ngaba
In condizioni gravissime – forse deceduto

Nome: Lobsang Jamyang
Età: 21 anni
Laico
Data della protesta: 14 gennaio 2012
Località: Ngaba
Morto all’istante

Nome: Sonam Wangyal (detto Lama Sopa)
Età: 42 anni
Monastero: Nyanmo – Dharlang – Tibet orientale
Data della protesta: 8 gennaio 2012
Località: Dharlang
Morto all’istante

Nome: Pawo Tsultrim
Età: 20 anni
Monastero: ex monaco di Kirti (Ngaba)
Data della protesta: 6 gennaio 2012
Località: Ngaba
Deceduto il 7 gennaio

Nome: Pawo Tenyi
Età: 20 anni
Monastero: Kirti (Ngaba)
Data della protesta: 6 gennaio 2012
Località: Ngaba
Morto all’istante

ANNO 2011

Nome: Tenzin Phuntsog
Età: 46 anni
Monastero: ex monaco del monastero di Karma
Data della protesta: 1 dicembre 2011
Località: Chamdo – Regione Autonoma Tibetana
Morto il 6 dicembre 2011


Nome: Palden Choetso
Età: 35 anni
Monastero: Gaden Choeling
Data della protesta: 3 novembre 2011
Località: Kham Tawo
Morta all’istante

Nome: Dawa Tsering
Età: 38 anni
Monastero: Kardze Monastery
Data della protesta: 25 ottobre 2011
Località: Kardze
In condizioni gravissime

Nome: Tenzin Wangmo
Età: 20 anni
Monastero: Dechen Choekorling nunnery
Data della protesta: 17 Ottobre 2011
Località: Ngaba
Morta in loco

Nome: Norbu Damdrul
Età: 19 anni
Monastero: ex Monaco di Kirti
Data della protesta: 15 Ottobre 2011
Località: Ngaba
Deceduto il 5 gennaio 2012

Nome: Kayang (Aka Lhungyang)
Monastero: ex Monaco di Kirti
Età: 18 anni
Data della protesta: 7 Ottobre 2011
Località: Ngaba
Morto l’8 Ottobre

Nome: Choephel
Monastero: ex Monaco di Kirti
Età: 19 anni
Data della protesta: 7 Ottobre 2011
Località: Ngaba
Morto l’11 Ottobre


Nome: Kelsang Wangchuk
Monastero: Kirti monastery
Età: 17 anni
Data della protesta: 3 Ottobre 2011
Località: Ngaba
Ricoverato in ospedale

 Nome: Lobsang Kunchok
Monastero: Kirti monastery
Età: 18 o 19 anni
Data della protesta: 26 Settembre 2011
Località: Ngaba
Ricoverato in ospedale

Nome: Lobsang Kelsang
Monastero: Kirti monastery
Età: 18 o 19 anni
Data della protesta: 26 Settembre 2011
Località: Ngaba
Ricoverato in ospedale

Nome: Tsewang Norbu
Monastero: Nyitso monastery, Tawu county, Kardze, Sichuan
Età: 29 anni
Data della protesta: 15 August 2011
Località: Tawu
Morto all’istante

Nome: Phuntsok
Monastero: Kirti monastery
Età: 21 anni
Data della protesta: 16 March 2011
Località: Ngaba
Morto il 17 marzo

20 pensieri su “I volti e i nomi dei “nuovi martiri” & video

  1. Solo silenzio, ogni parola è inadeguata a esprimere l’estremo sacrificio di questi giovani e l’ingiustizia che,comunque, perdura

  2. L’unico modo per fare qualcosa di efficace per la tutela dei diritti umani in Cina, sarebbe quello di boicottare ogni prodotto realizzato in Cina, da aziende cinesi e non, su scala planetaria.

  3. Grazie per aver pubblicato questo articolo. Troppo spesso la questione tibetana viene sottaciuta, trascurata, dimenticata tanto che, per far conoscere al mondo il dramma di un popolo,monaci uomini e donne di quel popolo sono costretti ad una forma estrema di denuncia: l’autoimmolazione. Contemporaneamente a New York altri tibetani stanno attuando uno sciopero della fame per gli stessi motivi davanti all’ONU. Grazie quindi per aver sollevato la grave situazione, mi auguro che quest’attenzione continui anche in futuro.

  4. E’ assurdo e orribile che rimanga ancora il silenzio su questi fatti.
    Tutto gli esseri umani con una coscienza dovrebbero indignarsi e far sentire la propria voce! l’indifferenza di ognuno di noi fa sì che in tutto il mondo continuano a svolgersi inesorabilmente tragedie simili.
    Ma siamo tutti cittadini del mondo, è bene che la voce ed il pensiero delle persone venga fuori. Non c’è più tempo per l’indifferenza.

  5. Grazie, sono molto interessata all’argomento e faccio fatica a trovare notizie sui giornali nazionali, quindi ben vengano articoli come questo che danno la possibilità a quante più persone possibile di conoscere fatti altrimenti nascosti o che passano in secondo piano. E’ naturale che in cuor mio preferirei non leggere notizie simili perchè fatti come questi non dovrebbero accadere in un mondo realmente libero.

  6. In questo ultimo periodo stanno aumentando le immolazioni dei Tibetani per rendere visibile all’opinione pubblica il “problema “Tibet….. È devastante vedere dei filmati con dei giovanni avvolti dalle fiamme, ancore più terrificante sapere che queste azioni sono per tutti un sacrificio ” utile ” per smuovere le coscienze….Free Tibet

  7. Sul sito http://www.italiatibet.org/ sono disponibili notizie aggiornate e si possono firmare diverse petizioni, tra le quali una diretta alla nazioni uniti.
    Ci sono troppe persone che nemmeno sanno che il tibetani esistono e ancor meno cosa succede in Cina. Le atrocità sono terribili ed è terribile doverli subire nell’indifferenza del resto del mondo.
    Certo non saremo noi cittadini comuni a risolvere il problema, ma almeno esprimiamo il nostro dissenso e mettiamoci almeno virtualmente a fianco di chi viene annientato sistematicamente.

  8. Grazie per aver dato voce alla tragedia del Tibet troppo spesso dimenticata e ancora di più ignorata. Condivido questo prezioso documento soprattutto per tutti gli amici italiani che ahimè non riescono a leggere gli articoli inglesi e hanno difficoltà a trovare notizie aggiornate e approfondite nella nostra lingua. TIBET LIBERO!

  9. Il Tibet è geograficamente lontano? la questione tibetana è confinata tra le vette himalayane?

    Per le democrazie occidentali e per tutti i paesi liberi è un dovere morale e un’emergenza affrontare OGGI la questione tibetana. Che questo possa arrivare attraverso scossoni politico-economici è materia che devono velocemente affrontare i dirigenti politici dei paesi liberi ma procastinare significa rendere sempre piu’ complesso un intervento, ignorare la storia nazifascista del secolo scorso, lasciarsi fagocitare da una politica espansionistica e incontrollabile del governo cinese che produrrà effetti deleteri in molti, sempre di piu’, paesi oggi liberi. Voglio difendere la mia cultura, la mia tradizione e l’economia del mio paese, voglio difendere la meravigliosa cultura del popolo tibetano, il suo credo, la bellezza “Tetto del Mondo”. Non ignoriamo oggi, non pensiamo ad un problema lontano. SIAMO TUTTI TIBETANI!

  10. Per le democrazie occidentali e per tutti i paesi liberi è un dovere morale e un’emergenza affrontare OGGI la questione tibetana. Che questo possa arrivare attraverso scossoni politico-economici è materia che devono velocemente affrontare i dirigenti politici dei paesi liberi ma procastinare significa rendere sempre piu’ complesso un intervento, ignorare la storia nazifascista del secolo scorso, lasciarsi fagocitare da una politica espansionistica e incontrollabile del governo cinese che produrrà effetti deleteri in molti, sempre di piu’, paesi oggi liberi. Voglio difendere la mia cultura, la mia tradizione e l’economia del mio paese, voglio difendere la meravigliosa cultura del popolo tibetano, il suo credo, la bellezza “Tetto del Mondo”. Non ignoriamo oggi, non pensiamo ad un problema lontano. SIAMO TUTTI TIBETANI!

  11. Ad oggi 27 Tibetani, uomini e donne, monaci e laici si sono autoimmolati. Il loro sacrificio è la morte di ciascuno di noi. E la loro esasperazione estrema è un sentimento che va, per forza, condiviso. Presto il numero di questi eroi – che sembra destinato ad aumentare – sarà raggiunto dal numero dei giorni del digiuno (ad oggi 21) che, a New York, rende di dominio pubblico, di fronte alle Istituzioni e di fronte al mondo la vergogna di un genocidio lento. Inesauribile e progressivo. Nessuno deve, o dovrebbe, chiudere gli occhi di fronte all’entità del danno, non solo in termini di vite perdute ma anche storico e culturale. Nessuno deve, o dovrebbe, smetter di lottare accanto a chi incarna, davvero, lo spirito di una “resilienza” estrema. Monito ed esempio per tutti gli umani che abitano questo pianeta. Mai come adesso è necessario continuare nel nostro lavoro – quotidiano – di affiancamento, di denuncia e di sostegno. Ciascuno con le proprie modalità strumenti e armi. Mai come adesso è obbligatorio percorrere tutte le strade a noi note per boicottare e combattere, a tutti i livelli, chi ha fatto del sopruso e della menzogna il proprio linguaggio e il proprio progetto. Senza dimenticare che il tormento di un popolo di fronte ai despoti, ai dominatori e ai tiranni riguarda la storia passata di tanti Popoli e potrebbe riguardare ancora, a breve, la realtà del nostro presente e del nostro futuro.

  12. Grazie per pubblicare questo articolo. L’omertà dei mass media sulla situazione in Tibet è direttamente proporzionale agl’ ingenti interessi delle grandi multinazionali nel mantenere i loro proficui scambi commerciali con la Cina . Una delle cause principali dell’attuale crisi economica in Occidente. Ma loro, le grandi Corporations, non voglio altro che continuare con il loro” buiseness as usual” infischiandosene se in Tibet sia in atto un omicidio o se un premio Nobel , come Liu XiaBO,sia ancora in un campo di concentramento. I cittadini Europei e Italiani sono ancora assopiti nella convinzione che il TIbet sia un paese remoto , lontano e la sua tragedia non li riguardi, mentre invece il regime cinese sta già ora esportando le sue pratiche repressive anche nelle nostre città. L’ho potuto sperimentare sulla mia pelle essendo stato malmenato per aver portato un foulard del Tibet il 10 Marzo all’ ingresso di una mostra collettiva di artisti cinesi e italiani. Giornalisti Rai svegliatevi! Italiani aprite gli occhi!

  13. Non ho parole,trovo assurdo che ancora non si parli di questi fatti cosi orribili,ma la cosa più assurda è la completa indifferenza del resto del mondo.

  14. Il Tibet occupato dalla cina e stuprata fino all’ossa dal regime cinese cosi aggressivo è la causa principale di questi sacrifici, l’occidente il fatto di essere cosi dipendente della economia cinese sleale non necessariamente significa che bisogna condividere tutto cio che fa la Cina e tutto quello che pretendono. Oggi il mondo occidentale ha quasi timore di criticare anche a parole gravissimi crimine che sono in corso perchè la cina è economicamente importante. Questo è molto grave, L’occidente che è la culla di democrazia, dove è nato principi di libertà e diritti umani non devono rischiare di diventare ridicoli davanti regime brutali come la Cina. Sono sicuro che gran parte del mondo dei giornalismi in occidente sono complice con la cina riguarda poco informazione sul Tibet. Paolo longo cosa fa in Cina, mi fa ridere quando parla raramente su Tibet, lo fa con un collegamento da pechino con filmati di TV di stato cinese o di altri enti come BBC e CNN, perchè non si va di persona in Tibet a documentare di persona, è li a due passi. In somma giornalisti ne sono fin troppi bisogna che siano più seri e veri. Come tibetano mi meraviglio cosi tanto che maggiore parte dei italiani hanno idea fantastici mistici sul Tibet e quando spiego la situazione reale del Tibet è solito sentire più delle volte, ” non sapevo, non ne parlano in giornali e TV”.

  15. Ognuno di noi è importante e rappresentativo, la popolazione tibetana e chiunque sia umiliato, invaso, sfruttato, ucciso, schiacciato, oppresso, devastato da una dittatura barbara e contro i principi di civiltà MERITA la nostra massima attenzione, perché ci riguarda, anche se, per ora, non in prima persona, GIA’ sicuramente a molti, moltissimi livelli, sicuramente sarà importante quando ci troveremo in condizioni di difficoltà, e aver fatto sentire quello che VALE, il rispetto almeno dei diritti umani, farà si che non ci pentiremo neppure quando lasceremo questo pianeta, per aver contribuitov positivamente per far cessare la violenza e la barbarie umana e aver contribuito a costituire e dare sostegno a una cultura di pace che ci nutre e sostiene da subito, proprio ORA, e lascerà delle tracce benefiche anche ai nostri figli/e e ai loro figli/e e ai figli/e dei loro figli/e … ormai siamo un pianeta dove tutto quello che accade in una zona influenza quell’altra, non siamo entità separate e assolutamente indipendenti, a nessun livello, da quello ambientale, a quello commerciale, a quello spirituale e culturale … nessuno è né mai lo potrà essere SEPARATO o ISOLABILE, però succede che la noncuranza consenta alla barbarie di rimanere operativa, di TRIONFARE su chi non ha investito negli armamenti, e faccia rimanere oppressi anche a lungo, nell’indifferenza di chi teme di perdere alleati potenti che esercitano ogni sorta di abuso, su minori e chiunque non abbia potere di difendersi, e distrugga ogni risorsa e ricchezza esterna … fino ad arrivare a molestare anche la speranza e il senso della vita … in quelle condizioni … l’ESASPERAZIONE ci sta CHIAMANDO … è ACCESA … IN TIBET E NEL MONDO STANNO ESPORTANDO E IMPONENDO VIOLENZA, ALCOLISMO, DROGA E OGNI SORTA DI BARBARIE E VALORE IMMORALE NEL COMMERCIO E IN TUTTI I CAMPI…VOGLIAMO IGNORARE ANCORA????? NE VALE LA PENA???? VOGLIAMO CONSENTIRE ED ESSER COMPLICI?????? Ignorare non è pazientare, si chiamerebbe ‘BARBARA CODARDìA’, UN SEGNO DI PROFONDA INCIVILTA’ .. DISSOCIAMOCI E SOSTENIAMO ATTIVAMENTE CIò CHE VALE E CREA IL BENESSERE, ALTRIMENTI, A CHE SCOPO VIVERE 60-70 o + ANNI? Per apparire ‘carini’ a mettere una ‘bella foto’ sulla tomba? Lasciamo TRACCE di INTELLIGENZA e UMANITA’ evoluta, profonda e responsabile … Sul sito http://www.italiatibet.org/ sono disponibili notizie aggiornate e si possono firmare diverse petizioni, tra le quali una diretta alla nazioni unite.
    Ci sono troppe persone che nemmeno sanno che il tibetani esistono e ancor meno cosa succede in Cina. Le atrocità sono terribili ed è terribile doverli subire nell’indifferenza del resto del mondo.
    Certo non saremo noi cittadini comuni a risolvere il problema, ma almeno esprimiamo il nostro dissenso e mettiamoci almeno virtualmente a fianco di chi viene annientato sistematicamente.
    “To meet the challenge of our times, human beings will have to develop a greater sense of universal responsibility. Each of us must learn to work not just for his or her own self, family or nation, but for the benefit of all.”
    -His Holiness the Dalai Lama

  16. Un silenzio assordante ha avvolto il sacrificio di queste persone… è ora che il mondo impari ad ascoltare la voce del Tibet.
    La coscienza di ognuno di noi deve sanguinare, di fronte a tragedie simili…

  17. Quanto sono ‘piccole’ le parole di coloro che, di fronte a questa immensa e devastante prova di amore, non sanno fare altro che commentare “… si ma pensiamo ai problemi di casa nostra, che ci importa di questi morti …!” come se la nostra sia una umanità ‘diversa’ dalla loro, come se la nostra coscienza civile si sia ormai (o sia stata) appiattita in ragione di modelli fondati sulla più bieca insania individualista … E i giornali (pochi) che scrivono ‘… i monaci tibetani si danno fuoco …’: NON SONO TUTTI MONACI (ma esserlo giustifica forse l’auto-immolarsi?), sono ragazzi e ragazze tali e quali ai nostri figli, ma perdio per loro i valori sono la propria libertà, cultura, tradizione, la terra che li ha partoriti … Sono valori che dovremmo non solo condividere tutti, ma anteporli ai contenuti di una cultura diversamente umanizzante.
    Piango gli eroi della resistenza pacifica tibetana, così come tutti gli eroi che rinunciano alla vita in nome dell’affrancamento proprio e della propria gente dall’invasione e dal predominio altrui, abbraccio idealmente le loro famiglie, e guardo con tristezza la personale miseria umana di chi, come me, sembra aver dimenticato altrove la propria anima, la propria essenza.

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  20. E’ incredibile che ci debbano essere così tante morti per poter ottenere un briciolo di informazione pubblica. L’unica spiegazione che mi riesco a dare è che la Cina, avendo in mano il debito pubblico di mezzo mondo, la faccia da padrone però……
    La questione che mi preme sottolineare che tutte queste persone che si sono immolate hanno preferito una via pacifica, anche se estrema, di protesta, esattamente in accordo con la religione e filosofia di vita. Speriamo che, per ottenere maggiore visibilità, non debbano essere costretti a prendere iniziative altrettanto drastiche ma che coinvolgano altre persone. Nel caso accadesse una cosa del genere sarebbe colpa della nostra indifferenza!

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