Festival delle Scienze 2012, “Il tempo” & Programma

Al via la settima edizione del Festival delle Scienze : ‘Il tempo’, dal 19 al 22 gennaio 2012 a Roma, (Auditorium Parco della Musica).

Il tempo è ciò che accade quando non accade nient’altro.
(Richard Feynman)

Si fa presto a dire tempo. Perché proprio il concetto più pervasivo dell’indagine umana, la parte integrante della nostra realtà e della nostra quotidianità, resta uno dei misteri più insondabili. Da sempre. Tempus fugit, dicevano i latini. E infatti il tempo fugge e ci sfugge, nonostante l’uomo cerchi di afferrarne l’essenza. Indagandolo, misurandolo, spezzettandolo in ore, giorni e mesi: l’idea del tempo, infatti, è il risultato dell’intrecciarsi di una molteplicità di storie. Da quella dell’astronomia a quella della fisica, della biologia e della psicologia, da quella religiosa a quella delle invenzioni tecniche. E poi l’arte, la musica, la poesia, l’economia, la storia: il tempo le pervade, oggetto di indagine e soggetto, burattinaio che si fa beffe di calcoli e indagini filosofiche. Lasciandoci ancora, nell’era degli esperimenti con i neutrini e degli studi sul teletrasporto, mentre frughiamo nella nostra mente, nei neuroni e nell’universo, con la stessa identica domanda: cos’è, davvero, il tempo?

Tra analisi scientifica, indagine filosofica e qualche visionaria incursione nella fantascienza che è già qui, prende il via la settima edizione del Festival delle Scienze, in programma da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012 all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura, il Festival sarà un viaggio attraverso lectio magistralis, incontri, dibattiti, caffè scientifici, eventi per le scuole, mostre, spettacoli, con i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale. Ma anche con filosofi, storici e scrittori, che indagheranno il significato profondo di questa quarta dimensione che trascende quello che possiamo vedere e toccare. E che va a coinvolgere la nostra essenza più profonda.

Saranno le domande, tante e insolute, a pervadere questa edizione della manifestazione: il futuro e il passato sono reali come il presente? Passa il tempo quando nulla cambia? È possibile viaggiare nel tempo? Esisteva il tempo prima del Big Bang? Quali meccanismi neuronali spiegano la nostra esperienza del tempo? È, il tempo, infinito? Concepiamo tutti il tempo allo stesso modo?
Come parliamo del tempo nei nostri linguaggi? Quali formalismi logico-matematici modellano adeguatamente il ruolo che il tempo svolge nei nostri ragionamenti?

Ad affrontare questi e altri quesiti si alterneranno, tra gli altri, l’antropologo statunitense Ian Tattersall che parlerà del tempo profondo dell’evoluzione. Julian Barbour, fisico britannico che ha teorizzato in La fine del tempo (Einaudi, 2003) che, in realtà, il tempo non esiste affatto. John Richard Gott III, professore di astrofisica all’Università di Princeton che nel ’91 teorizzò la possibilità di creare una macchina del tempo basata sulle corde cosmiche. Peter Ludlow, professore di filosofia alla Northwestern University, che nei suoi studi spazia dalla linguistica al cyberspazio. O Carlo Rovelli, fisico che ha teorizzato la “gravitazione quantistica a loop” per descrivere le proprietà quantistiche del tempo e dello spazio. Fino a scrittori come Stefano Benni, che il tempo lo riescono a mettere in parole. E in musica.

L’inganno del tempo. Conferenze, dibattiti, laboratori tra teletrasporto, metafisica e cervello. Per rispondere alla domanda: ma il tempo esiste fuori o dentro di noi?

Ad inaugurare il programma di conferenze del Festival, giovedì 19 gennaio alle 19 in Sala Petrassi, sarà l’astrofisico, scrittore e poeta francese Jean Pierre Luminet, esperto di fama mondiale di cosmologia e buchi neri e autore di testi come L’invenzione del Big Bang. Storia dell’origine dell’Universo (Dedalo, 2006) e di La parrucca di Newton (La Lepre edizioni, 2011). Introdotti da Vittorio Bo, si svolgeranno anche gli interventi di Francesco Profumo, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di Aurelio Regina, Presidente della Fondazione Musica per Roma e di Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma.

Se il tempo, nel cosmo, diventa un concetto relativo e flessibile, ci si domanda: il tempo è dunque morto? Si può teorizzare una “fine del tempo”, proprio come Francis Fukuyama proclamava la “fine della storia”? Il più convinto teorico della fine del tempo, Julian Barbour, sarà domenica 22 gennaio alle 21 in Sala Petrassi per dialogare con il filosofo, matematico ed epistemologo Giulio Giorello durante l’incontro Esiste il Tempo?. E aprire uno squarcio verso concetti come i mondi multipli, i viaggi nel tempo, l’immortalità, l’illusione del moto. Perché con il tempo si può giocare, in un certo senso. Andare oltre, con uno sguardo alla metafisica, come farà Ned Markosian, professore alla Western Washington University in È possibile viaggiare nel Tempo?, venerdì 20 gennaio alle 16 in Sala Petrassi, introdotto da Vittorio Bo. O sfidarlo, apertamente. Aprendo spiragli che sanno di fantascienza. Come Il viaggio nel Tempo nell’universo di Einstein, lectio magistralis di John Richard Gott III, che domenica 22 gennaio alle 12 in Sala Petrassi introdotto da Amedeo Balbi spiegherà la sua teoria di macchina del tempo, che funzionerebbe grazie alla tensione antigravitazionale delle ipotetiche corde presenti nell’universo.

Ma il tempo, allora, è un concetto “flessibile”, “violabile” in un certo senso, oppure oggettivo e misurabile? Come si fissano, allora, le “convenzioni” che lo riguardano? Lo spiegherà Dava Sobel, divulgatrice scientifica statunitense, nella lectio Come il Tempo è riuscito a mettere il mondo al suo posto sabato 21 gennaio alle 11 in Sala Petrassi, con un’introduzione di Armando Massarenti. E cosa resterebbe del “nostro” tempo se non ci fosse nessuna oggettiva nozione di simultaneità? Sulle diverse nozioni del concetto di tempo interverrà Giovanni Amelino Camelia, uno dei principali studiosi italiani di gravità quantistica, proponente della “Doubly Special Relativity”, nell’incontro Una breve storia del Tempo: prima, durante e (forse) dopo Einstein sabato 21 gennaio alle 17, con un’introduzione di Giovanni Spataro. Ma il tempo, oltre a essere un concetto matematico, è tutt’altro che astratto. Imprime i segni del suo passaggio, sul nostro pianeta e negli esseri viventi. Sarà l’antropologo statunitense Ian Tattersall – autore di Il cammino dell’uomo (Garzanti, 2004), con cui ha vinto il prestigioso premio “W. W. Howells” dell’American Anthropologican Association – sabato 21 gennaio alle 16 in Sala Petrassi a parlare de Il Tempo profondo dell’Evoluzione introdotto da Telmo Pievani.

Ma il tempo è anche velocità, capacità di andare oltre, di spingersi sempre al di là dei propri limiti. A Tempo: record e limiti umani è dedicata il dialogo di sabato 21 alle 21 in Sala Sinopoli tra il giornalista Oliviero Beha, l’atleta Andrew Howe, detentore del record italiano di salto in lungo e Stefano Tamorri, presidente dell’Associazione Italiana Psicologia dello Sport. Tempo e Stress sarà invece l’argomento della lectio magistralis di Ronald D. Siegel, psichiatra americano docente presso la Harvard Medical School ed esperto di mindfulness meditation, che si terrà domenica 22 gennaio alle 16 in Sala Petrassi introdotto da Letizia Gabaglio. Mentre domenica alle 18 in Sala Petrassi si scoprirà che il tempo è sì relativo. Ma anche a seconda delle diverse latitudini: a discutere di Geografia del Tempo: la concezione del tempo tra le culture e tra gli individui saranno Robert V. Levine (autore di Una geografia del tempo, Fioriti, 1998) e l’antropologo Marco Aime, con una animazione video di Philip Zimbardo e introduzione di Vittorio Bo.

Se il modo di percepire il tempo cambia da individuo a individuo, l’indagine ci porta sempre più lontano. Non nel cosmo, verso nuovi mondi. Ma dentro di noi. Come percepiamo l’esperienza del tempo? Come ne parliamo? Il professore di filosofia Peter Ludlow e Yael Sharvit, professore di Linguistica all’Ucla University, venerdì 20 gennaio alle 18 in Sala Petrassi discuteranno di Il tempo nel linguaggio e il linguaggio del Tempo, introduce Sandro Zucchi. Mentre sabato alle 18 in Sala Petrassi si entrerà nei recessi profondi della psiche, con Il Tempo nella mente e il Tempo nel cervello, con Lera Boroditsky, studiosa di linguistica cognitiva, introdotta da Alberto Oliverio. Fino ad affermare: Il Tempo non esiste, domenica 22 gennaio alle 17 al Teatro Studio con il fisico Carlo Rovelli introdotto da Jacopo Romoli.

Proprio sul concetto di relatività, sull’antinomia tra il “tempo della scienza” e il tempo percepito, si basa il Caffè Scientifico (Bart) Tempi della scienza e Tempi dell’uomo: una conversazione sul concetto di Tempo, a cura di Giunti Editore, sabato 21 gennaio alle 18.30 con Mauro Dorato, docente di Filosofia della Scienza all’Università di Roma 3, e Sergio Doplicher, docente alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali all’Università La Sapienza di Roma, introduce Emiliano Ricci. Il tempo si fa dunque racconto, narrato da chi, attraverso registri diversi, ne comunica al grande pubblico la complessità: domenica 22 gennaio alle 19 al Teatro Studio lo scrittore e giornalista Bruno Arpaia, il genetista e antropologo Francesco Cavalli Sforza e la sociologa Stefania Polvani (modera Elisa Manacorda) dialogheranno sul tema Raccontare il Tempo e i Tempi della scienza, a cura del Master SGP – Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico istituzionali – Università La Sapienza, Roma, in collaborazione con Pfizer.
Il tempo si fa spettacolo. Tra record, metronomi e sinfonie. Con brio.

Il tempo come sinfonia. Larghissimo, lento, andante, allegro. L’Auditorium si trasformerà in un grande metronomo, dove si girerà il mondo a suon di fischi e tic tac, si ripercorrerà il secolo “breve” e ci si chiederà Che ore sono attraverso le parole di Stefano Benni. Messe in musica, per scoprire che il tempo delle lettere d’amore è variabile e che certe tragedie hanno l’orologio. Perché il tempo non è solo questione di record e di cronometri. Ma (anche) di ritmo. Non resta che farsi trasportare.

La sera dell’inaugurazione del Festival, giovedì 19 alle 21, in Sala Sinopoli ci sarà il reading musicale di e con Stefano Benni Che ore sono, accompagnato al pianoforte da Umberto Petrin (suono di Fabio Vignaroli e luci di Viviana Dominici). Protagonista sarà la musica anche sabato 21 alle 19.30 nello Spazio Ascolto Studio 3, dove verrà presentato Lezioni di Tenebra di Lucia Ronchetti, primo disco della serie Contemporanea del Parco della Musica Records: con la compositrice interverranno Stefano Catucci e Oscar Pizzo.

Il senso del tempo e del suo scorrere sarà reso anche attraverso suggestive performance, video, racconti visionari e voci dilatate trasformate in memoria. Come il video-concerto Three Tales (video di Beryl Korot; musiche di Steve Reich) interpretato dal PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble con la direzione di Tonino Battista, che si terrà venerdì 20 gennaio alle 21 in Sala Sinopoli. Mentre dalle 18 di sabato 21 fino alle 18 di domenica 22 gennaio nello Spazio Risonanze sarà possibile assistere alla performance no stop Vexations 24 ore di musica perpetua di Erik Satie. Inoltre domenica 22 gennaio alle 11 presso il Teatro Studio il pubblico potrà partecipare al laboratorio/concerto Lab in time, a cura di Antonio Caggiano con i percussionisti del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble.

Per tutta la durata del Festival, poi, nella Sala Ospiti sarà possibile vedere il video continuo Hatsu-Yume (First Dream), (1981, per Daien Tanaka) di Bill Viola, mentre nel Guardaroba della Sala Sinopoli ci sarà il video Bikini di Steve Korot & Steve Reich. Nel Foyer della Sala Petrassi il pubblico potrà vedere le installazioni I am sitting in a Room di Alvin Lucier e Cerimoniale musicale per 100 metronomi, il Poéme Symphonique di György Ligeti (in collaborazione con CIAMPI). Non mancheranno gli exhibit: nel Foyer della Sala Sinopoli ci saranno infatti L’uomo e il tempo. Una gara eterna: lo startometro a cura di ScienzAttiva e Cronografie: alla ricerca di una definizione di Tempo a cura di dmostra. Presso AuditoriumArte ci sarà la videoinstallazione Serie Panorama di ZimmerFrei e l’installazione La Macchina che Produce il Tempo di Valentina Vetturi.

Anche per questa settima edizione del Festival delle Scienze, infine, i microfoni di Radio3 Scienza tornano all’Auditorium Parco della Musica di Roma per dare voce, con collegamenti quotidiani dal 19 al 22 gennaio, ai suoi protagonisti.

PROGRAMMA

L’ingresso agli eventi, salvo dove diversamente indicato, è a pagamento al costo di 2 euro.

GIOVEDÌ 19 GENNAIO – GIORNATA DI APERTURA

Ore 9.30 – 11.30
Teatro Studio

Evento riservato alle scuole elementari
Scuole
Spettacoli di numeri sonori. Matematica, musica e Tempo.
Spettacolo di Michael Bradke, educatore e musicista

Questo progetto interattivo combina musica e matematica con umorismo, mani, cuore e mente. Con l’aiuto delle mani, dei piedi e della voce, consideriamo le regolarità musicali matematiche che troviamo nel nostro corpo: battiti cardiaci, tempi regolari e irregolari, ordine e caos, numeri cardinali e ritmi percussivi. Attraverso i magici Dozen in the Hand e Mystery of the Landeleberwurst spieghiamo le occorrenze polimetriche. Osserviamo l'”onda stazionaria” e i numeri interi, i suoni armonici e le formanti con l’aiuto della voce e di una tromba, di tubi, flessibili, seghe e giunti. Esploriamo i pattern musicali che emergono quando stravolgiamo i nostri nomi mettendoli al contrario o sottosopra. Insegniamo alle nostre voci a salire scale e a scivolare su glissando, scoprendo come il “Meraviglioso trasformatore della voce” può prendere qualsiasi nota noi cantiamo e dividerla a metà o moltiplicarla per due.

Ore 10
Sala Petrassi

Evento riservato alle scuole medie superiori
Scuole
Proiezione del film Primer
Di Shane Carruth (USA, 2004, 79′)
Interviene Amedeo Balbi, astrofisico

Primer è un film indipendente del 2004. Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Shane Carruth, è un thriller di fantascienza sui viaggi nel tempo. Ha vinto il Gran Premio della giuria per il miglior film drammatico al Sundance Film Festival nel 2004. Due giovani ingegneri, Aaron (Shane Carruth, anche regista, sceneggiatore e produttore del film) e Abe (David Sullivan), dipendenti di una ditta privata di informatica, realizzano con elementi presi a prestito dal laboratorio, con del palladio ricavato dalle marmitte catalitiche delle loro auto e con tubi di rame ricavati dal frigorifero di casa, un dispositivo che si rivelerà essere una macchina del tempo…

Ore 9.30 – 12.30
Spazio Risonanze

Evento riservato alle scuole
Scuole
Laboratorio Lab in Time
A cura di Antonio Caggiano, percussionista
Con i percussionisti del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble

Questo laboratorio tenuto dai giovani percussionisti del PMCE vuole esplorare alcuni concetti del tempo musicale: Tempo metrico, Tempo come ritmo nello spazio, Tempo come memoria e il Tempo presente, con un viaggio nel mondo colorato dei timbri e dei ritmi degli strumenti a percussione, attraverso opere di importanti compositori del Novecento tra i quali: J. Cage, S. Reich, E. Toch. I partecipanti saranno coinvolti attivamente, con attività interattive e ludiche, in un gioco di suoni e ritmi e avranno la possibilità di esplorare e di riconoscere innumerevoli suoni del paesaggio sonoro che li circonda attraverso performance in cui sono utilizzati oggetti di uso quotidiano come: tavoli, sedie bicchieri, posate, posacenere ecc… Il laboratorio prevede tre fasi: nella prima il pubblico, guidato dai percussionisti con giochi musicali nel mondo magico delle percussioni, eseguirà piccoli pezzi composti per l’occasione. Nella seconda fase il pubblico collaborerà all’esecuzione di brani eseguiti dai percussionisti e nella terza saranno spettatori di un piccolo concerto per strumenti a percussione e voce.

Ore 19
Sala Petrassi Inaugurazione
Lectio Magistralis di Jean Pierre Luminet, astrofisico, scrittore e poeta
Intervengono
Francesco Profumo, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Aurelio Regina, Presidente Fondazione Musica per Roma
Carlo Fuortes, Amministratore delegato Fondazione Musica per Roma
Introduce Vittorio Bo, Direttore Scientifico Festival delle Scienze

Il passaggio dal tempo rigido e assoluto ipotizzato dalla meccanica classica a quello elastico e relativistico scoperto da Einstein ha comportato lo sconvolgimento della fisica. La teoria generale della relatività ha messo in luce l’abbinamento di spazio e tempo in una stessa struttura geometrica: uno spazio-tempo piegato dalla distribuzione della materia e dell’energia. Essa ha rivelato aspetti affascinanti come il paradosso dei gemelli, il tempo congelato dei buchi neri o l’inizio del tempo in modelli come il big bang. Gli sviluppi recenti nella fisica fondamentale pongono tuttavia una serie di sfide nuove sul tempo.

Ore 21
Sala Sinopoli Spettacolo
Che ore sono
Reading musicale di e con Stefano Benni, scrittore
Al piano Umberto Petrin, pianista e compositore
Suono Fabio Vignaroli
Luci Viviana Dominici

Stefano Benni si confronta con il tema del tempo in cui testi inediti si alternano a brani noti della sua scrittura. Conosceremo Il segreto del saggio cinese, il tempo “variabile” delle lettere d’amore, saremo spettatori di due brevi tragedie con orologio. Infine incontreremo il tempo della morte in un brano paradossale tratto da Elianto. Sul palco insieme a Stefano Benni, il pianista Umberto Petrin, che lo accompagnerà con le sue ricche invenzioni jazzistiche.

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VENERDÌ 20 GENNAIO 2012
Ore 9.30 – 11.30
Teatro Studio

Evento riservato alle scuole medie

Replica
Scuole
Spettacoli di numeri sonori. Matematica, musica e Tempo.
Spettacolo di Michael Bradke, musicista ed educatore

Ore 9.30 – 12.30
Peduncolo

Evento riservato alle scuole

Replica
Scuole
Laboratorio Lab in Time
A cura di Antonio Caggiano, percussionista
Con i percussionisti del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble

Ore 10
Sala Petrassi

Evento riservato alle scuole medie superiori
Scuole
Proiezione film Un amore all’improvviso
Di Robert Schwentke (USA, 2009, 112′)
Interviene Alberto Oliverio, biologo

Tratto dal romanzo La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger (Mondadori, 2006), il film racconta la storia di Henry DeTamble e di sua moglie, Clare Abshire. Henry ha una rarissima malattia genetica a causa della quale si trova involontariamente a viaggiare nel tempo. È incapace di controllare il momento della partenza, il luogo di arrivo o quanto durerà il viaggio. Le sue destinazioni sono legate al suo subconscio; Clare Abshire proviene da una famiglia ricca, frequenta una scuola cattolica e poi si trasferisce a Chicago per frequentare un istituto d’arte. Henry viaggia nel tempo nell’infanzia di Clare molte volte, a partire da quando lei ha sei anni…

Ore 16
Sala Petrassi Lectio Magistralis
È possibile viaggiare nel tempo?
Interviene Ned Markosian, filosofo
Introduce Vittorio Bo, Direttore Scientifico Festival delle Scienze

Il filosofo Ned Markosian esplorerà la metafisica del tempo analizzando la possibilità di un viaggio nella dimensione temporale. Il tipo di viaggio che ci viene proposto è descritto spesso nei libri e nei film: un personaggio ripercorre il tempo a ritroso per rivivere eventi passati, o magari cambiare il corso della storia. Questo tipo di viaggio nel tempo ha sollevato varie questioni, ma come vedremo sono state proposte soluzioni intelligenti ai problemi tradizionalmente connessi a questo tema. L’intervento prevede anche un dibattito cui parteciperanno veri viaggiatori provenienti dal futuro, i quali avranno la possibilità di spiegare come sono riusciti a spostarsi indietro nel tempo.

Ore 18
Sala Petrassi Dialogo
Il Tempo nel Linguaggio e il Linguaggio del Tempo
Intervengono
Peter Ludlow, filosofo
Yael Sharvit, linguista
Introduce Sandro Zucchi, linguista e filosofo

Il tempo svolge un ruolo fondamentale nella nostra lingua. Attraverso strutture o parti di parole preposte a fornire informazioni di tipo temporale, possiamo non solo parlare di eventi collocandoli nel passato, presente o futuro, ma anche descrivere la complessa relazione tra la durata di eventi diversi. Come si esprimono queste informazioni nelle diverse lingue del mondo? Quali sono le caratteristiche universali e quelle che differiscono da una lingua all’altra? Il modo in cui parliamo del tempo può insegnarci qualcosa sul tempo stesso? Il filosofo Peter Ludlow e la linguista Yael Sharvit, insieme a Sandro Zucchi, ci accompagneranno in questa esplorazione dell’affascinante rapporto tra il tempo e le lingue.

Ore 21
Sala Sinopoli Spettacolo
Three Tales
Hindenburg + Bikini + Dolly
Video Beryl Korot, artista
Musiche Steve Reich, compositore e musicista
Interpreta PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Dirige Tonino Battista

Three Tales ripercorre la storia spesso violenta e tragica del “secolo breve” attraverso tre famosi momenti temporali irripetibili e incisi nel marmo del XX secolo: la tragedia del dirigibile Hildenburg, l’esperimento atomico dell’isola di Bikini e la clonazione artificiale della pecora Dolly. In ognuno di questi eventi si riflettono l’aspettativa e le implicazioni tecnologiche a volte amare, dal primo miracolo dei trasporti aerei intercontinentali al dibattito acceso sul futuro della nostra specie. Un dibattito circa la natura fisica, etica e religiosa della perfezione tecnologica che continua e cresce costantemente nel tempo fino a oggi.

 

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SABATO 21 GENNAIO 2012
Ore 11
Sala Petrassi Lectio Magistralis
Come il tempo è riuscito a mettere il mondo al suo posto
Interviene Dava Sobel, divulgatrice scientifica
Introduce Armando Massarenti, filosofo e giornalista

I movimenti della Terra e della Luna creano tre periodi temporali naturali: il giorno, il mese e l’anno. I tentativi di misurare questi periodi con precisione – e di capire perché e come variano – hanno plasmato il corso dell’astronomia sin dai tempi antichi. Nelle esplorazioni verso il Nuovo Mondo, i marinai scoprirono nuovi modi di usare l’astronomia nella navigazione, e insieme la necessità di misurare il tempo in maniera precisa. Copernico, il quale osò dichiarare che un giorno è il tempo della rotazione della Terra (e non dell’intero cosmo), si propose di determinare la durata esatta dell’anno: i suoi sforzi portarono alla riforma del calendario attuata dalla Chiesa cattolica. Mentre la posizione della Terra nello spazio era oggetto di dibattito, i contemporanei di Copernico, Johannes Werner e Gemma Frisius, opposero il tempo all’astronomia in una battaglia per il controllo degli oceani che durò 300 anni e portò a un mondo diviso in zone di fuso orario.

Ore 16
Sala Petrassi Lectio Magistralis
Il Tempo Profondo dell’Evoluzione
Interviene Ian Tattersall, antropologo
Introduce Telmo Pievani, filosofo della scienza

Come siamo diventati quelli che siamo? Ian Tattersall ricostruisce l’evoluzione umana dalla nascita della famiglia degli ominidi fino all’affermazione dell’Homo Sapiens. Le sue parole riportano il pubblico al mondo lontano di quelle bizzarre e molteplici scimmie antropomorfe da cui abbiamo avuto origine. Affrontando temi come la concezione darwiniana dell’evoluzione, la comparsa del genere Homo, i vantaggi del bipedismo, l’aumento progressivo del volume celebrale, la fabbricazione di strumenti, la nascita del linguaggio e del pensiero simbolico, Tattersall ricostruisce il tempo profondo dell’evoluzione attraverso la narrazione di una storia tra le più affascinanti che la scienza abbia saputo ricostruire in tempi recenti. Perché fino a poche migliaia di anni fa esistevano sulla Terra ben cinque specie umane? Perché poi siamo rimasti soli?

Ore 17
Teatro Studio Lectio Magistralis
Una breve storia del Tempo: prima, durante e (forse) dopo Einstein
Interviene Giovanni Amelino Camelia, fisico
Introduce Giovanni Spataro, giornalista scientifico

Diverse evoluzioni del concetto di tempo hanno caratterizzato le teorie fisiche emerse da diverse “rivoluzioni scientifiche”. La relatività Galileiana, in auge fino alla fine dell’Ottocento come parte integrante delle leggi di Newton, faceva riferimento a un “tempo assoluto” che tutti gli osservatori potevano usare come riferimento. Il tempo galileiano riflette pienamente la percezione del tempo che ci fornisce la nostra quotidianità. Ma la rivoluzione Einsteiniana, preparata dalla descrizione di Maxwell dei fenomeni elettromagnetici, ha come caratteristica centrale il controintuitivo “tempo relativo”, tale che la simultaneità di due eventi distanti non è più un fatto oggettivo indipendente dall’osservatore. Nell’ambito della moderna ricerca sulla cosiddetta “gravità quantistica” è emersa la possibilità che tutte le caratterizzazioni di simultaneità, anche per eventi vicini, potrebbero non essere oggettive. Ma cosa resterebbe del “nostro” tempo se davvero non ci fosse nessuna oggettiva nozione di simultaneità?

Ore 18
Sala Petrassi Lectio Magistralis
Il Tempo nella mente e il Tempo nel cervello
Interviene Lera Boroditsky, linguista
Introduce Alberto Oliverio, neurobiologo

Noi possiamo vedere i colori, udire i suoni e sentire consistenze diverse. Ma quale senso o sensi usiamo nella percezione del tempo? In effetti, a quanto pare non esiste un senso dedicato a questo, e sembra strano dire che “tocchiamo” o “sentiamo” il tempo. Ma se bloccassimo temporaneamente i nostri sensi, noteremmo comunque lo scorrere del tempo. Forse, allora, abbiamo davvero un senso speciale dedicato al tempo. O magari, più verosimilmente, notiamo il passare del tempo attraverso la nostra percezione della realtà. Ma come? Il rapporto tra la mente, il cervello e il tempo pone una serie di complessi e affascinanti interrogativi: in che modo percepiamo il tempo? Cosa percepiamo quando percepiamo il tempo? Siamo noi che lo costruiamo attivamente nella nostra mente? La percezione del tempo influisce sulle emozioni, sul livello della fatica o anche sull’età? E in che modo il cervello codifica le informazioni temporali? Lera Boroditsky e Alberto Oliverio ci accompagnano in un avvincente viaggio alla scoperta del tempo nella nostra mente e nel nostro cervello.

No stop dalle 18 di sabato 21 fino alle 18 di domenica 22 gennaio
Spazio Risonanze
Performance
Vexations
24 ore di musica perpetua
Di Erik Satie, compositore e pianista

Vexations di Erik Satie (1893) è una delle più straordinarie composizioni del musicista francese, non tanto dal punto di vista musicale, quanto per la performance che la sua esecuzione richiede: 35 battute ripetute sempre di continuo, da un alternarsi di 90 pianisti, tutto dal vivo e per la durata un giorno. Una sorta di meditazione temporale senza eventi.

Ore 18.30
Spazio Bart Caffè Scientifico
Tempi della scienza e Tempi dell’uomo: una conversazione sul concetto di Tempo
Intervengono
Sergio Doplicher, matematico
Mauro Dorato, filosofo
Introduce Emiliano Ricci, fisico e giornalista scientifico
A cura di Giunti Editore

Un giorno, parlando di relatività del tempo, Albert Einstein disse: “Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora”. Questa frase è ideale per riassumere l’antinomia che esiste fra il “tempo della scienza” e il tempo percepito. Il tempo misurato dagli orologi è ben diverso dal tempo che viviamo quotidianamente. Così, da un lato troviamo il tempo come parametro della evoluzione dinamica, da studiare nell’ambito della fisica; e, dall’altro, il tempo soggettivo, che è legato alla nostra percezione e alla nostra esperienza, da studiare e cercare di comprendere nell’ambito neurobiologico. Che relazione c’è fra questi due tempi? C’è conflitto tra il tempo della scienza e il tempo della nostra esperienza riguardo alla natura del presente?

Ore 19.30
Spazio Ascolto Studio 3 Ascolto e Presentazione
di Lezioni di Tenebra
Di Lucia Ronchetti
Primo disco della serie Contemporanea del Parco della Musica Records
Intervengono
Stefano Catucci, filosofo
Oscar Pizzo, musicista
Lucia Ronchetti, compositrice

Lezioni di Tenebra, opera da camera per soprano, controtenore, quartetto vocale ed ensemble strumentale, ha debuttato al Konzerthaus di Berlin e in Italia nell’ambito della rassegna Contemporanea della Fondazione Musica per Roma. È uno studio sulle metafore del buio e della cecità, basato sulla versione del mito di Giasone elaborata da Giacinto Andrea Cicognini per Francesco Cavalli nel 1649. La volontaria rinuncia al contatto visivo di Giasone e Medea, i loro incontri nell’ombra, il loro amarsi senza riconoscersi, il loro parlarsi senza comprendersi e la cecità del destino che li attende, sono l’oggetto della rivisitazione drammaturgica e musicale dell’opera. Il risultato è un teatro sonoro dove l’organizzazione musicale chiarifica le tensioni drammatiche e la progressione dell’intreccio testuale, quasi sostituendosi agli aspetti visivi. Questo ha suggerito la riduzione minimalista a due sole voci soliste che danno vita ai diversi personaggi avvolti dalla tenebra, dove si incontrano, e dalla quale costantemente emergono: un’intera galassia di personaggi assorbiti e concentrati nella tensione di un dialogo passionale e drammatico tra due persone sole in una camera buia.

Ore 21
Sala Sinopoli Dialogo
Tempo: Record e Limiti Umani
Intervengono
Oliviero Beha, giornalista
Andrew Howe, atleta
Stefano Tamorri, presidente dell’Associazione Italiana Psicologia dello Sport

Quando Usain Bolt nei 100 metri finali alle Olimpiadi di Pechino è diventato il primo uomo ad andare sotto 9.7sec, il mondo guardava con enorme stupore. Un anno dopo Bolt ha fatto di meglio, diventando il primo sotto 9,6, quando ha stabilito il record mondiale di 9,58. Le sue gesta atletiche hanno portato molti dei più illustri scienziati del mondo a riflettere su quanto velocemente un essere umano può correre. Tra le varie ipotesi, c’è quella che i muscoli dei velocisti semplicemente andrebbero in pezzi se spinti oltre un certo limite o che il cervello sarebbe il fattore decisivo, perché non sarebbe in grado di elaborare i segnali più velocemente di un certo limite. Ma qual è questo limite nella corsa? Quali sono I limiti in altri sport? Cosa ci dice la scienza su quanto possiamo spingere la performance umana verso I nostri limiti?

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DOMENICA 22 GENNAIO 2012
Ore 11
Teatro Studio
Laboratorio / concerto
Lab in Time
A cura di Antonio Caggiano, percussionista
Con i percussionisti del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble

Ore 12
Sala Petrassi Lectio Magistralis
Il viaggio nel Tempo nell’universo di Einstein
Interviene Richard Gott III, astrofisico
Introduce Amedeo Balbi, astrofisico

Quando nel 1895 H. G. Wells scrisse La macchina del tempo, le leggi della fisica decretavano che viaggiare nel tempo era impossibile. Nel 1905 però, Einstein dimostrò, accelerando il ticchettio degli orologi, che viaggiare nel futuro era possibile. A partire da ora, potete raggiungere la stella Betelgeuse al 99,995% della velocità della luce ed essere di ritorno sulla Terra nell’anno 3012, con soltanto dieci anni di vita in più. Le soluzioni alle equazioni della relatività generale di Einstein per le stringhe cosmiche e i wormhole sono abbastanza contorte da permetterci di tornare indietro nel tempo e visitare il passato. Un loop temporale simile all’inizio dell’universo potrebbe permettere a quest’ultimo di essere sua madre. Per capire come si possono creare queste macchine del tempo per visitare il passato, dovremmo conoscere le leggi della gravità quantistica e sapere come si comporta la gravità su scale ridotte: una delle ragioni per cui questo tema riveste tanto interesse per i fisici.

Ore 16
Sala Petrassi Lectio Magistralis
Tempo e Stress
Interviene Ronald D. Siegel, psichiatra
Introduce Letizia Gabaglio, giornalista scientifica

Lo “stress” è legato alle fantasie sul futuro: anche se in un dato momento proviamo un grande disagio, non ci sentiamo molto stressati a meno di non immaginare che il disagio si protrarrà nel tempo. Tre milioni di anni fa, i nostri antenati erano in competizione con altri animali selvatici nella savana africana. Essi sopravvissero perché ereditarono una risposta di “combattimento o fuga” che li aiutava ad affrontare l’emergenza con azioni tempestive in caso di minaccia, e perché svilupparono la capacità di pensare al passato, immaginare il futuro e pianificare azioni di conseguenza. Mentre questi sistemi, presi singolarmente, contribuivano in maniera efficace al miglioramento della sopravvivenza, operando insieme sono diventati una fonte di stress continuo. Fortunatamente molte culture umane hanno finito col trovare dei modi per allenare la mente a sospendere questa costante pianificazione della sopravvivenza, astrarsi dal flusso di pensieri e assaporare il momento presente. Ronald D. Siegel, racconterà al pubblico i modi in cui la scienza moderna sta adattando queste tecniche antiche per alleviare lo stress del mondo moderno.

Ore 17
Teatro Studio Lectio Magistralis
Il Tempo non esiste
Interviene Carlo Rovelli, fisico
Introduce Jacopo Romoli, linguista

La scienza ci insegna che il mondo spesso non è come ci appare a prima vista. Il cielo non è solo sopra la nostra testa, ma anche sotto di noi. La Terra non sta ferma, ma gira. Due gemelli possono re-incontrarsi, e scoprire di avere età diverse l’uno dall’altro. Oggi la fisica teorica ci insegna che il tempo ha una struttura diversa da quella che ci è familiare nella nostra limitata esperienza quotidiana. Anzi, addirittura che al livello più fondamentale del mondo, il tempo non esiste proprio. L’idea del tempo che passa è forse solo un’approssimazione grossolana che nasce dalla nostra personale esperienza di conoscenza molto limitata della realtà. Ma cosa vuol dire pensare al mondo senza il tempo? Che cos’è questa strana cosa, il tempo, che nasce dalla nostra ignoranza? Con parole semplici, Carlo Rovelli racconterà quello che oggi un fisico teorico capisce del tempo, e, ancora di più, quello che non capisce e le domande che si pone.

Ore 18
Sala Petrassi Dialogo
Geografia del Tempo: la concezione del tempo tra le culture e tra gli individui
Intervengono
Marco Aime, antropologo
Robert V. Levine, psicologo
Introduce Vittorio Bo, Direttore Scientifico Festival delle Scienze
Animazione video di Philip Zimbardo, psicologo

Quando dobbiamo recarci in un altro paese o anche in un’altra città, sappiamo che sarà necessario un certo grado di adattamento culturale, che si tratti di abituarsi a cibi o a una lingua nuovi, a uno stile di vita o a una moneta diversi. In realtà, ciò che contribuisce maggiormente al nostro disorientamento è il fatto di doverci adattare al senso del tempo di un’altra cultura. In questo dialogo, lo psicologo sociale Robert Levine e lo scrittore e antropologo Marco Aime esplorano una dimensione dell’esperienza che diamo per scontata: la nostra percezione del tempo. E sollevano alcuni affascinanti interrogativi: come usiamo il nostro tempo? L’orologio ci governa? Come incide tutto questo sulle nostre città, sui rapporti
interpersonali, sul corpo e sulla mente?

Ore 19
Teatro Studio

Ingresso libero Dialogo
Raccontare il Tempo e i tempi della scienza
Intervengono
Bruno Arpaia, scrittore e giornalista
Francesco Cavalli Sforza, genetista e antropologo
Stefania Polvani, sociologa
Modera Elisa Manacorda, giornalista scientifica

A cura del Master SGP – Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico istituzionali – Università La Sapienza, Roma, in collaborazione con Pfizer.

Un incontro con chi, attraverso registri diversi, comunica al grande pubblico la complessità della dimensione temporale. Il tempo è una sfida per la comunicazione scientifica. Rendere conto di questa complessa variabile nel racconto della scienza è un compito che i comunicatori sono chiamati a svolgere con chiarezza e rigore, senza mancare però di affascinare e coinvolgere il pubblico. Grazie alla partecipazione di esperti di comunicazione, l’incontro punterà l’attenzione sui diversi modi in cui è possibile parlare del tempo nella scienza, a partire da tre particolari aree di interesse così da offrire il più ampio scenario possibile: la fisica, con la teoria del Big Bang; l’evoluzione, con la storia del viaggio attraverso il tempo dell’essere umano; la medicina narrativa, che usa i tempi del racconto della malattia per migliorare la condizione del paziente.

Ore 21
Sala Petrassi Dialogo
Esiste il Tempo?
Intervengono
Julian Barbour, fisico
Giulio Giorello, filosofo della scienza

I moderni tentativi di unificare le due maggiori teorie della fisica del ventesimo secolo, la teoria generale della relatività di Einstein e la meccanica quantistica, in modo da creare una singola teoria dell’universo, ci indicano che il tempo non giocherebbe alcun ruolo in esso, ma sarebbe semplicemente una ben fondata illusione. Il fisico Julian Barbour e il filosofo della scienza Giulio Giorello ci accompagnano attraverso un’affascinante esplorazione del concetto di universo senza tempo. Dalle radici storiche di questa idea, già anticipata da Platone, che insisteva sulla realtà dell’essere e sull’illusione del divenire, all’equazione di Wheeler-DeWitt che rivela la natura senza tempo dell’universo quantistico, fino al mistero di come attraverso la nostra coscienza un universo senza tempo possa essere comunque percepito come profondamente temporale.

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