Opere Inedite, Giovanna Iorio

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino
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Giovanna Iorio: “Io scrivo e scriverò sempre per un motivo soprattutto: far rivivere quello che rischia di scomparire o è già scomparso. L’evento trauma della mia infanzia è stato il terremoto in Irpinia. E poi ci sono le persone della mia terra che non sono mai partite, che vivono prigioniere nel mio paese o nel mio passato, creature silenziose che desiderano parlare al mondo.
Credo in una poesia che non se ne stia sul piedistallo come un pappagallo pigro e svogliato. Credo in una poesia che cambi la chimica di chi legge. Credo nelle parole: dense, piene come pietre. Credo nelle voci che si uniscono e formano letti di fiumi sassosi dove chi legge non possa evitare di nuotare tra i sassi.
Credo nella poesia, e forse questa è la cosa più importante.
Vorrei che la poesia facesse parte dell’esperienza quotidiana della gente. Io pubblicherei sulle tovaglie dei ristoranti, sulla carta che avvolge il pane, sugli aquiloni dei bambini …” 

di Giovanna Iorio

DIVANO
Me lo sono trovato davanti
come il palmo di una mano
aperto e sporco
in un prato
ricoperto di lana.

Un divano senza memoria
un vecchio malato d’Alzheimer
che non sa
tornare a casa.

*** 

LA SCATOLA DI FIAMMIFERI

I fiammiferi d’inverno
se ne stanno nascosti
in una scatola
accanto a un lampione

riserva di luce
per la bambina di neve

accenderanno un tenue
lampo di fuoco

riscalderanno minuti
di sogno.

***

FILO SPINATO

Non pensavo
di trovarti qui
tra me e il cielo.

Chi di noi
è il prigioniero?

Punte di metallo
torturano l’aria
e io non ho fretta
le lascio fare

aspetterò
che la pioggia
ti faccia arrugginire

di vergogna.
***

LO SPECCHIO NEL PRATO

Non piove più.
Vedo una scheggia di luce
nell’erba bagnata.

 

***

 
LA NUVOLA IN GARAGE

Prima ho pensato
a un incendio
senza odore di bruciato

ma era una nuvola e basta
piccola in verità

scappata dal cielo
prima della pioggia.

 
***

 
LA SIGARETTA

Non vuole spegnersi

il tacco della donna che l’ha gettata
ha fallito
la ruota giovane dello scooter
ha fallito
la furia di un temporale improvviso
ha fallito

Non le resta che un centimetro di vita
arde lentamente
ignara e felice.

 

***

 
LA FOGLIA DI PLATANO

mi ha seguito
fino alla panchina
come una donna ubriaca

non era timida
solo impacciata

è venuta a sedersi
accanto alla mia mano

l’ho accarezzata.

 
***

IL CANCELLO

Lo so che
ti apri a comando
e ti spinge un ottuso
pistone

però mi ricordo
un tempo quando
facevi un rumore gentile

poi la tua piccola chiave
cadde sotto la grata.

 
***

 

LA STRADA ASFALTATA

Non è la tua pelle grigia
Che mi spaventa
Ma le ferite e le buche
I silenziosi dossi e le rughe
Come se il tempo non ti lasciasse tempo
Di decidere se fermarti o proseguire.

 
*** 

IL VICOLO DEI GATTI
Sono arrivata
in un vicolo cieco che ignora
quello che ha davanti
macerie ortiche gatti

forse sono quattro
ma non fanno che saltare
tra le ciotole piene
e i resti di un cortile

un gatto bianco e nero
si viene a strofinare
sulla mia gamba

un occhio verde
un occhio giallo

uno per ferire
uno per amare.

***

SEMAFORO

Il solo
ad arrossire
ancora.

 

Giovanna Iorio vive e lavora a Roma dove insegna lingua e letteratura italiana presso l’Istituto Internazionale Marymount e John Cabot University. Ha pubblicato Dopo Lungo Silenzio [Mobydick. 1997] antologia di poesia irlandese contemporanea al femminile, Voci della Palude [In Forma di Parole, Bologna, 1997], Hugo Hamilton: Lo scoppiato [romanzo, Cronopio Edizioni 2000], Antonia Byatt: La vergine nel giardino [romanzo, Einaudi 2002]. Per le edizioni Via del Vento ha curato e tradotto i volumetti: Eavan Boland, Falene, Acquamarina n. 6; Medbh McGuckian, Scene da un bordello, Acquamarina n. 11. Ha vinto numerosi premi per racconti e poesie. Ha un blog Amici di Letture http://amicidiletture.blogspot.com/

11 pensieri su “Opere Inedite, Giovanna Iorio

  1. I versi di Giovanna Iorio nascono dalla sincera fede nella Poesia, pura melodia di un’arpa celtica: inconfodibbile,esaltante.

  2. Viaggiando in treno ,di notte, dal finestrino possiamo scorgere delle luci artificiali che illuminano un passaggio a livello con le auto in attesa,la cucina di un’abitazione,la cameretta di un bambino; sono eventi reali della nostra quotidianità che destano il nostro interesse perchè li vediamo da una prospettiva diversa. A volte ci sembra di vivere l’impazienza di chi è all’interno di quelle auto, di sentire gli odori di quella cucina o la melodia di una ninna nanna; sono eventi emozionali a volte sopiti o dimenticati. Ecco, questa è la poesia di Giovanna, un viaggio con la tentazione continua di sporgersi da quel finestrino.

  3. Una poesia armoniosa, sembra dettata da un animo disponibile alla bellezza e indisponibile al pessimismo.
    Apprezzata.

  4. Carissima Giovanna, sono completamente d’accordo con te circa il modo di considerare la poesia. Questo concetto è alla base della poetica che anima la mia “critica operazionale” che esercito da circa 20 anni, con risultati alquanto apprezzabili ed apprezzati. La tua poesia – ne accennai già a Guardia, ricorderai – si può dire che sia la prova provata della validità di tale concetto. Ne ho apprezzato la fertilissima coincidenza tra leggibilità e comprensibilità (sono termini tecnici della mia critica operazionale: “leggibilità” sta per immediata trasparenza semantica, mentre la comprensibilità è la potenzialità operativa, per comprendere la quale è sufficiente ripensare a tutto ciò che tu hai detto fa o dovrebbe fare la poesia, ecco, quelle e non solo quelle io le chiamo operazioni della poesia (Op), quando questa è sollecitata da opportuni espedienti tecnici (It) del poeta (tecnemi).
    Ti ringrazio di avermi inviato questi splendidi saggi. Ciao. D. A.

  5. Giovanna, i tuoi versi non hanno sentore di parole, di scrivania, di candela, odorano di materie, di cose, di rose. Ci sono poeti di parole (di lettere, di antologie, di simboli) e poeti di cose (di oggetti, di figure, di immagini). Tu a me pari poeta di cose. Parti dalle cose e attraverso le parole ritorni alle cose. Meno male – per me. Quando rinasco, voglio rinascere divano. Pasquale

  6. cara, carissima giovanna, con me sei riuscita in pieno nel tuo intento…leggendo le tue poesie hai cambiato profondamente la chimica delle mie emozioni! Ma questo accade ogni volta che ti leggo e ti assicuro che con la poesia mi accade molto raramente proprio per il fatto che troppo spesso si erge sopra un piedistallo che la rende incomprensibile e lontana dal mio cuore…le tue parole invece sono veramente dense e vicine, molto vicine al mio cuore! Grazie per avermi dato l’opportunità di leggerle e respirarle!

  7. Carissima, sono innanzitutto commossa, ho appna letto i tuoi bellissimi versi, i contentuti sono cose che vengono dal cuore, venno al cuore e poi alla ment4. Ti ringrazio di questo meraviglioso regale, Renata

  8. Cari Vincenzo, Donatella, Leo, Loredana, Domenico, Pasquale, Susanna e Renata e naturalmente Luigia (Sorrentino) grazie per essere stati i lettori ideali delle mie poesie. Ciascuno di voi mi ha donato una prospettiva da cui osservare queste parti imperfette di me.
    Un caro saluto e spero di leggere altri commenti.

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