Andrea Zanzotto su Paul Celan

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

E’ appena uscito un preziosissimo gransasso nottetempo, di Ginevra Bompiani: Paul Celan Poesie sparse pubblicate in vita, con un saggio di Andrea Zanzotto, a cura Bertrand Badiou e Barbara Wiedemann, edizione italiana a cura di Dario Borso, con un dipinto di Giosetta Fioroni, con Per Paul Celan, di Andrea Zanzotto. (8,00 euro)

«Per chiunque, e particolarmente per chi scrive versi, l’avvicinamento alla poesia di Celan, anche in traduzione e in forma parziale e frammentaria, è sconvolgente. Egli rappresenta la realizzazione di ciò che non sembrava possibile: non solo scrivere la poesia dopo Auschwitz ma scrivere “dentro” queste ceneri, arrivare a un’altra poesia piegando questo annichilimento assoluto, e pur rimanendo in certo modo nell’annichilimento. Celan attraversa questi spazi sprofondati con una forza e una dolcezza e un’asprezza che non si esiterebbe a dire senza paragoni: ma nel procedere attraverso gli ingombri dell’impossibile egli genera una messe abbagliante di invenzioni, che hanno contato decisamente nella poesia del secondo Novecento, non solo europeo, e che pur sono esclusive, escludenti, sideralmente inavvicinabili e non passibili d’imitazione. Ne resta messa in crisi qualunque ermeneutica, che esse pur impetuosamente aspettano, prescrivono». […]

di Andrea Zanzotto

Paul Celan (1920-1970) è uno dei maggiori poeti in lingua tedesca. per nottetempo è uscito Troviamo le parole (2010), il suo epistolario con Ingeborg Bachmann.

 

 

 

 

NERA CORONA
Col sangue di sconvolte
ferite abbeveri le tue spine,
che l’ansia unghiuta covi
regina in pieno buoi.

Congiungi le mie mani folli.

Tutti i pii, tutti i beati
vidi venire accanto a te.
Li uccidesti con l’ascia.
oh, il veleno del tuo dardo.

Guarisci i miei occhi spenti.

Nei venti, nei pungenti,
strappi tutte le arpe soavi.
calchi la dolce guazza dei giorni…
Passo di chi? Suono del lutto?

Reggi il mio perso brancolare.

Coi taciturni i molti,
sfreni ostili bufere.
nel silenzio, immenso,
getti i tuoi ceppi ardenti.

Prepara il mio sonno leggero.

di Paul Celan

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